Achille Lauro: “La scenetta di Morgan a Sanremo? Il momento migliore del Festival”
Una lunga intervista nella quale il cantante torna anche a spiegare il reale significato dietro alle sue messe in scena sul palco dell’Ariston
Una lunga intervista quella rilasciata proprio oggi da Achille Lauro ad una delle penne storiche del Corriere della Sera, Aldo Cazzullo, al quale il cantante ha voluto raccontare molte più cose di sé di quante già non ne se ne conoscessero, anche e soprattutto per mettere i fatidici ‘puntini sulle i’ laddove ce ne fosse bisogno.
Non si è risparmiato Cazzullo nei confronti di Lauro, vero nome dell’artista che di cognome, all’anagrafe, fa De Marinis, e che al giornalista ha anche raccontato le sue impressioni a proposito del Festival di Sanremo, al quale – per chi ancora non dovesse saperlo – ha partecipato con il brano in gara Me ne frego. “Il titolo Me ne frego fu uno slogan fascista”, lo sollecita Cazzullo, al quale Achille Lauro pronto risponde: “La canzone non c’entra con la politica. Non significa “non mi interessa”, significa facciamolo, viviamolo. È il racconto di una relazione d’amore, e dell’evoluzione di un personaggio. San Francesco ha rinunciato alla ricchezza per vivere una vita povera e libera…”. E a proposito dei suoi travestimenti, della sua capacità di portare il teatro in scena in soltanto 4 minuti di brano, Lauro spiega:
“Ci siamo ispirati all’affresco di Giotto in cui il santo (San Francesco, ndr) si libera del mantello. È vero che i vestiti sono Gucci, opera di Alessandro Michele: un personaggio settecentesco; non un business man, un genio, cresciuto come me nella periferia di Roma, a Val Melaina. Ma il progetto è mio e del gruppo che lavora con me. La marchesa Casati Stampa ha ispirato poeti come d’Annunzio, è stata una mecenate che ha rinunciato alla vita privata per diventare un’opera d’arte vivente. Anch’io volevo usare il corpo come una tavolozza, darlo all’arte, diventare un quadro sul palco di Sanremo […] Ziggy Stardust, la figura che ho interpretato, era uno dei suoi alter ego (di David Bowie, ndr). Esprime il rifiuto degli stereotipi sessuali”.
E sulla Regina Elisabetta I Achille aggiunge: “Una grande regina, che morì per il popolo, per un’idea. Volevo diventare una donna sul palco, estremizzando, esagerando con gli indumenti femminili, come faceva Elizabeth per confrontarsi con gli uomini: la gonna era così larga che è stato difficile togliersela a tempo. Ovviamente erano ibridi, personaggi da reinventare; non è Tale e quale show”.
Interessante, invece, il Festival di Sanremo visto dal punto del musicista, che al giornalista del Corriere della Sera ha raccontato dei suoi due momenti preferiti di questa edizione. A domanda di Cazzullo “Cosa ne pensa dei Pinguini tattici nucleari che hanno chiuso la loro cover con Rolls Royce, la sua canzone dell’anno scorso?”, Achille Lauro risponde: “È stato il secondo momento più figo del Festival”.
Il primo? Secondo Lauro, “Morgan che improvvisa il testo: ‘La tua brutta figura di ieri sera…'”, artista con il quale lo scorso anno aveva anche duettato in occasione della Serata Duetti di Sanremo 69, sulle note del suo brano in gara Rolls Royce. Di quell’esperienza ricorda:
“Non è stato facile: io e Morgan non avevamo provato, ci siamo scambiati gli interventi, ognuno ha cantato un pezzo dell’altro, la canzone si è composta come una jam-session… Morgan è un grande artista, ha grande cultura musicale”.