Alessandra Amoroso: “Il Mondo In Un Secondo” (recensione)
Terzo progetto discografico per Alessandra Amoroso, forse l’unica cantante fuoriuscita da un talent show che riesce a mettere d’accordo pubblico e critica rimanendo sempre, almeno fin’ora, sulla cresta dell’onda.Da molti segnalato come il disco della svolta (ma quale?), “Il Mondo In Un Secondo” si appresta ad invadere il top della classifica italiana nella sua settimana
Terzo progetto discografico per Alessandra Amoroso, forse l’unica cantante fuoriuscita da un talent show che riesce a mettere d’accordo pubblico e critica rimanendo sempre, almeno fin’ora, sulla cresta dell’onda.
Da molti segnalato come il disco della svolta (ma quale?), “Il Mondo In Un Secondo” si appresta ad invadere il top della classifica italiana nella sua settimana di debutto aiutata da canzoni che il volgo tricolore conosce molto bene (e non per merito dell’artista in questione). Si tratta infatti di brani appartenenti al classico stile musicale del bel paese con l’aggiunta, giusto per rendere un pò più moderno ed accattivante il prodotto, di bei testi dalla metrica difficile che hanno da sempre caratterizzato il repertorio della nostra beniamina.
13 canzoni “schitarrate” con l’inclusione di due brani in inglese aventi il solo scopo di prendere per i fondelli la gente. Perchè? Hanno la presunzione beffarda di voler portare il lavoro ad un livello “internazionale”. Con queste premesse incominciamo con la recensione di “Il Mondo In Un Secondo”.
La mia storia con te. Avevamo davvero bisogno di ri-ottenere il successo con brani come “Immobile”, “Stupida” ed “Estranei A Partire Da Ieri”? Assolutamente no. Quindi perchè non puntare su qualcosa di nuovo ma ugualmente stimolante? Forse la paura di rischiare è troppa in questi casi e quindi ci si arrocca su territori già battuti e conosciuti; al tempo stesso però qualcuno non ha capito che replicare i capolavori costruiti in precedenza è pressochè impossibile per cui tutto quello che seguirà e che si rifarà allo stesso filone stilistico finirà solamente per esserne una brutta copia in cui il solo elemento salvabile sarà costituito dalla bella voce di Alessandra. Voto: 5 e mezzo
Niente. Nonostante anche in questo brano non ci sia niente di innovativo bisogna dire che la linea melodica risulta essere molto orecchiabile e questo costituisce sempre un bene. Le parole rimandano ad una storia d’amore finita in cui chi canta esorta l’altro ad andarsene via. Alessandra, grazie al suo bel timbro ed alla sua capacità interpretativa, si accosta bene a queste dinamiche “sofferenti” e fa volare il pezzo alla sufficienza, la stessa sufficienza che senza la sua presenza non sarebbe mai stata raggiunta. Voto: 6 meno
Punto di domanda. Il pianoforte iniziale fa ben sperare ma non appena parte la batteria ecco che il sogno svanisce e ci riporta nella stessa casa in cui Alessandra ci ha fino ad adesso ospitato. Possiamo definire la canzone come la brutta copia di “Immobile”? Forse si (provate a cantarla sulla stessa base: noterete che le analogie sono moltissime). Voto: 3
Dove sono i colori. Ed ecco che si incomincia a sentire la modalità di scrittura della cara e vecchia Federica Camba, autrice di “Immobile”. Grazie ad ella il pezzo riesce ad assumere più appeal, soprattutto perchè la coppia Camba/Amoroso risulta essere la maggior parte delle volte vincente: infatti il modo di scrivere dell’una e la vocalità dell’altra sembrano essere fatti l’uno per l’altra (scusate la ripetizione). Peccato però che in questo caso la vittoria non giunge a pieno visto che ad inficiare il tutto sono i soliti arrangiamenti e le solite atmosfere all’italiana che tanto ci hanno stufato. Voto: 5 meno
Urlo e non mi senti. La speranza che possa giungere una bella canzone ritmata con un pò di r’n’b o di electro/pop (quello raffinato però) non svanisce mai ma puntualmente ad ogni prima nota ne rimaniamo delusi e siamo costretti e a ritornare sulla terra ferma. Ed il bello che finiscono anche le parole e non si sa quindi cosa scrivere visto che la storia musicale che ci viene proposta è sempre la stessa. Per questo possiamo congedare il brano con un bel “No Comment”: il voto saprà esprimere molto di più. Voto: 2
Non ho che te. La strofa ci da una bella scossa visto che si discosta, anche se minimamente, da ciò che abbiamo udito fin’ora ma non appena parte il ritornello ecco che arriva l’ennesima batosta. Eppure quel cambio di tonalità alla fine di ogni ritornello cattura. Ad ogni modo il tutto non lascia il segno. Voto: 5 meno
Il Mondo In Un Secondo. Non è ancora stato presentato nulla di diverso ma bisogna ammettere che “Il Mondo In Un Secondo” ha dalla sua parte una bella melodia sulla quale va ad incastrarsi benissimo la vocalità di Alessandra. Prossimo singolo? E’ probabile. Voto: 6 e mezzo
Semplicemente così. In questo brano il ritornello è abbastanza piacevole ma non basta a far guadagnare al pezzo il nostro lasciapassare e forse questo accade perchè la stanchezza fin’ora provocata dal resto del disco influisce in maniera negativa sulle canzoni che restano. Bisogna riascoltarla più di una volta per capirne le buone intenzioni. Voto: 6+
Romantica ossessione. Viene da dire “basta!” nei confronti dell’ennesima canzone in cui viene proposto il solito ritornello avente il cambio di tonalità “strappa-emozione”. Siamo d’accordo sul fatto che faccia effetto ma quando la stessa strategia viene abusata allora lo stesso effetto svanisce perchè ne sopraggiunge un altro che si chiama “monotonia”! Voto: 4
Domani con gli occhi di ieri. Bisognerebbe firmare una petizione per far abolire le “schitarrate” dal repertorio di Alessandra. Pezzo anonimo. Voto: 2
Un fiore dal niente. Canzoni del tipo “Un sogno a costo zero” o “L’ho visto prima io” è difficile sentirle nel presente progetto discografico. Non che i pezzi appena citati costituiscano capolavori ma almeno permetterebbero di staccare la spina. Insomma: ancora la solita storia. Voto: 1
I’m A Woman. “Non provare a cambiarmi” canta Alessandra nella canzone. Che sia un monito rivolto a noi? Se fosse così potremmo risponderle spiegandole che nessuno vuole cambiare il suo estro vocale (giammai!): ciò che non va è chi le costruisce i pezzi ed il percorso artistico pensando che battere sempre le stesse strade possa essere sempre proficuo… e gli stessi poi ritengono addirittura di poterci fare “fessi” (scusate il francesismo) inserendo qua e la qualche motivetto in inglese sperando che così si possa buttare polvere negli occhi e nascondere quindi la cattiva gestione di un’artista che avrebbe molto da dire. Magari con la canzoncina straniera giusta questo potrebbe anche succedere ma con un pezzo come “I’m A Woman”, dalla dannata similitudine con un altro brano molto caro alla cantante, dubitiamo che possa accadere. E menomale che Alessandra la canta egregiamente perchè altrimenti il voto sarebbe stato più basso. Voto:4
Clip His Wings. Ripetiamo il concetto che non bastano due canzoncine in inglese per eliminare la noia creata dal resto del disco, soprattutto se queste richiamano alla mente (anche se alla lontana) “Think” e “Back To Black”. Ad ogni modo, giusto per cambiare registro di recensione, soffermiamoci sulla buona dose vocale di Alessandra. Ecco finalmente la sua anima black, quella più scura e buia, quella capace di farci capire quale mostro di bravura si sta oscurando affidandole le solite canzoncine melodiche all’italiana. Viene da dare un “10” per la voce e un “2” per la canzone. Voto: 5 e mezzo