Alessandra Amoroso, Vivere a colori recensione in anteprima
Track by track del nuovo album di Alessandra Amoroso, Vivere a Colori
Un’Alessandra Amoroso più autentica che mai si affaccia nell’universo discografico di inizio 2016 con nuova linfa e un rinnovato slancio emotivo, frutto della sua maturità artistica ad otto anni dalla vittoria di Amici. Galvanizzata da collaborazioni di prestigio come Elisa Toffoli, Tiziano Ferro, Dario Faini, Roberto Casalino, Daniele Magro, Federico Zampaglione e i ritrovati Federica Camba e Daniele Coro, la Leonessa del Salento, nel suo inedito viaggio musicale, ha dipinto, attraverso delicate note ed un timbro straordinariamente ritrovato (dopo l’operazione alle corde vocali dello scorso anno), le diverse sfumature dell’animo umano lanciando, a gran voce, un messaggio di positività perché, anche tra mille difficoltà, l’amore vince su tutto.
Stupendo fino a qui
Un vero e proprio regalo, scritto dalla collaudata coppia Federica Camba – Daniele Coro, che la Amoroso ha voluto donare, con tutto il cuore, alla sua Big Family per averla sostenuta in tutta la sua sfavillante carriera con l’augurio di non lasciarsi mai durante il corso della vita. Perché, in fondo, un vero fan, come un diamante, è per sempre!
La vita in un anno
La firma di Tiziano Ferro si sente… eccome! Una perla rara che ben si amalga con la pasta vocale dell’Amoroso. Struggente il ritornello (“Dichiaro ufficialmente terminati i giorni, dei passi falsi, i Capodanni a celebrare sola […] la vita aspetta solo me, la vita aspetta solo te, tradirla adesso è una follia, diventerà la cura, amarti senza paura”) che, però, apre dolci speranze e spiragli evocativi molto intensi. Il cantautore di Latina, autore del testo, questa volta, si è davvero superato.
Avrò cura di tutto
Il pezzo, che porta la firma di Daniele Magro, è un vero e proprio esercizio stilistico e di classe per l’Amoroso che, da navigata interprete, dimostra padronanza e scioltezza nell’interpretazione, ribadendo di essere in grado di cimentarsi con altri registri canori, forse, più vicini, al suo essere donna e, al tempo stesso, cantante.
Vivere a colori
E’ la canzone portante (con autrice un cavallo di razza come Elisa) che, forse, racchiude meglio lo spirito goliardico e spensierato dell’Amoroso innamorata dell’idea dell’amore. Un riuscito inno alla gioia, in chiave moderna, di un’eterna sognatrice che da disincantata Regina si trasforma, con la sola tempra dei trent’anni, in una temeraria combattente.
L’unica cosa da fare
Un grido accorato, opera della penna di Camba – Coro, di una donna provata, ferita, tradita che riesce, seppur con mille difficoltà, a rialzarsi, a riconquistare il proprio io affidato quasi esclusivamente a quello che non è, più adesso, il proprio compagno (“Non mi dire niente, non mi dire amore, non mi dire per sempre, manca il presupposto più essenziale. Io non credo più a niente. Io non credo all’amore, io non credo al per sempre. Ho imparato che se dai tutto quanto. ti fai male”) Molto intensa!
Comunque andare
Alessandra, nella doppia veste di autrice (assieme ad Elisa) ed interprete, sfodera un brano trascinante in salsa vagamente dance. Una dichiarazione a cuore aperto, assai vibrante, alquanto movimentata… sarà una futura hit estiva?!
Mi porti via da me
Un perfetto dualismo che affligge molte ex coppie di fidanzati: la voglia di riconquistare la propria autonomia dall’uomo/dalla donna per cui abbiamo sofferto in segreto sembra, seppur faticosamente, lasciare il posto ai ricordi, al risentimento, alla rabbia mai svelata perché l’amore, vissuto a pieno, comporta anche dolore e supplizio quando non si decide di troncare ai primi conflitti. Canzone intensa e mai banale.
Sul ciglio senza far rumore
Un crescendo intimistico, affidato a Dario Faini e Roberto Casalino, che tocca le corde più segrete… una sorta di confessione sottovoce, quasi sussurrata, incisiva che non scade mai nel qualunquismo emozionale che governa la psiche di chi ama incondizionatamente.
Appartenente
Camba – Coro sono una certezza nel raccontare, senza filtri, le molteplici declinazioni dell’amore che magari, forse, non c’è più. La voce di Alessandra, più dolce e tenera del solito, impreziosisce una melodia, dal sapore nostalgico, che racchiude una storia assai significativa che, come nella più romantica delle fiabe, si spera finisca con un lieto fine.
Se il mondo ha il nostro volto
Quando il cuore prevale sulla ragione e si mettono “da parte le ferite, le frasi dette e non capite spesso”, la Amoroso, attraverso il testo di Faini – Casalino, desidera, anzi è certa, che, prima o poi, il/la proprio/a compagno/a torni al più presto. Una simbolica lotta continua tra il possibile e il reale in nome di un sentimento mai assopito.
Nel tuo disordine
Vena jazz, quasi da saletta da club, per l’interpretazione di un brano di Federico Zampaglione che la giovane interprete salentina è riuscita a cucirsi sulla propria pelle, senza troppi fronzoli, con una disarmante semplicità. Quuando, poi, il ritmo incalza, esce fuori la parte più speciale dell’interprete. E’ indubbiamente il pezzo più articolato, affascinante e suggestivo di tutta la raccolta.
Fidati ancora di me
Daniele Magro, ancora una volta, è riuscito a delineare le preoccupazioni, le aspettative e gli orizzonti di una donna che, al momento giusto, sa tornare sui propri passi e sentirsi appagata a pieno solo con l’uomo della propria vita. Come si fa a non cogliere un invito – tanto partecipe – del genere?!
Non sarà mai
Un dialogo allo specchio, una confessione velata che si propaga lungo tutta la schiena per il brivido che si avverte davanti ad una coraggiosa eroina che non ha paura di nessuno, nemmeno dell’onnipresente fantasma dell’uomo perfetto. Che, in realtà, forse non esiste!
Il mio stato di felicità
Finisce come tutto è iniziato. Tra gioie, dolori, avversità, Alessandra canta a squarciagola la ragazza che è diventata, per se stessa e non per gli altri, grazie alla famiglia, amici e quelle che hanno creduto in lei prima, durante e nonostante il successo. E’ fieramente consapevole di essere rimasta se stessa, cresciuta tra l’affetto della gente vera che, in questi anni, non l’hanno mai abbandonata.