Alter Bridge al Fabrique: foto-report dal concerto di Milano, 6 Luglio 2017
Locale piccolo? Nessun problema, si suda più a stretto contatto con i fan. Gli Alter Bridge hanno messo a ferro e fuoco il Fabrique di Milano.
Ammettiamolo: lo spostamento dei due concerti estivi degli Alter Bridge (a Roma e Milano) da enormi arene open-air a piccoli club, aveva lasciato sotto shock un po’ tutti i fan. La band è da anni che riempie grosse arene, anche in Italia, ed era dal 2011 che non suonava in club di piccole dimensioni.
Davanti ad un cambiamento di questo genere, una band può reagire turandosi il naso, facendo il compitino senza pensare a dove sta suonando e concentrandosi solo sul compenso, oppure può decidere di regalare uno show indimenticabile al pugno di fan (saranno un paio di migliaia, stasera) che li hanno sostenuti comprando il biglietto in prevendita e riempiendo il locale.
Fortunatamente per tutti, gli Alter Bridge hanno scelto la seconda opzione, ed il concerto è stato intenso, potente, sudato (ma solo al punto giusto: c’era un’aria condizionata deliziosa), ed intimo.
Myles Kennedy, Mark Tremonti, Brian Marshall e Scott Phillips si presentano sul palco con un sorriso stampato in faccia e la grinta di chi vuole conquistare ogni singolo membro del pubblico. Sulla performance c’è poco da dire: volumi altissimi, ottima interazione fra membri della band e fra questi ed il pubblico, qui più vicino che mai. Pochissime le parole fra un brano e l’altro: Myles come sempre è un cantante grandioso, ma sembra ancora peccare di carisma, quando si tratta di parlare…
Probabilmente questo spostamento in locali più piccoli è dovuto alla sovra-esposizione che gli Alter Bridge hanno in tutto il mondo: continuano a girare, sono sempre in tour, sia headliner che a festival, e gli ascoltatori “casuali” alla lunga si sono un po’ stancati, lasciando spazio ai fan che li ascolterebbero in concerto anche una volta al mese. Forse c’è da augurarsi che la band si prenda una pausa, per ricaricare le proprie batterie (anche se poi Myles magari chiamerebbe Slash per un tour, e Mark andrebbe in tour da solo), sia per ricaricare quelle dei fan. Potrebbero farsi un giro intenso nei locali americani, per conquistare la provincia pezzo per pezzo: d’altronde i loro pezzi più radiofonici (come Addicted To Pain) meriterebbero di risuonare come nuovi inni deli U.S.A.
Insomma, Alter Bridge: è stato bello anche stavolta, ma speriamo di rivedervi magari nel 2019.
In apertura di serata, gli Alter Bridge hanno confermato l’ottimo gusto per le band che si portano in giro: dopo i perfetti Black Stone Cherry (l’accoppiata migliore per il rock americano!), dopo gli Halestorm… ecco i Blues Pills, gruppo svedese che continua a far crescere il proprio nome tramite incessanti tour. L’attenzione è dal principio focalizzata verso Elin Larsson, ma ben presto si capisce come tutto il gruppo sia capace di creare un’atmosfera magnetica. Le sonorità si sono spostate dal blues-soul degli inizi ad un hard rock/stoner infuso di blues. Il risultato è trascinante, e sicuramente i Blues Pills si sono conquistati nuovi fan con questo tour. In tanti li applaudono, ben prima della trascinante cover finale di Somebody To Love dei Jefferson Airplane.
Alter Bridge al Fabrique di Milano: la scaletta
Come to Life
The Writing on the Wall
Farther Than the Sun
Addicted to Pain
Ghost of Days Gone By
Cry of Achilles
My Champion
Ties That Bind
Waters Rising
Watch Over You
Isolation
Blackbird
Open Your Eyes
Metalingus
—-
This Side of Fate
Show Me a Leader
Dueling Guitar Solos – Mark and Myles
Rise Today
Alter Bridge al Fabrique di Milano: alcuni video su YouTube
Il concerto è finito da poche ore, ma già su YouTube si trovano alcuni filmati girati dai fan. Eccone una selezione, per rivivere il momento…