Home Interviste Amedeo Minghi a Blogo: “La bussola e il cuore è un ponte tra passato e futuro. Ospite a Sanremo 2017? Non credo accadrà…”

Amedeo Minghi a Blogo: “La bussola e il cuore è un ponte tra passato e futuro. Ospite a Sanremo 2017? Non credo accadrà…”

Amedeo Minghi, La bussola e il cuore: il cantautore racconta il suo nuovo album in uscita venerdì 14 ottobre 2016. Guarda la video intervista su Blogo.it

pubblicato 12 Ottobre 2016 aggiornato 28 Agosto 2020 13:07

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Amedeo Minghi festeggia, nel 2016, ben 50 anni di carriera. E proprio in questa occasione, esce, per la Sony Music, “La bussola e il cuore“, un cofanetto di 3CD con inediti, successi e rarità. E’ un progetto che mette un punto e a capo nella sua carriera, un traguardo con una pubblicazione che comprende nuove canzoni (10 tracce), successi rivisitati per la prima volta in studio e brani inediti appartenenti al suo percorso di fede (11 tracce). Non mancano delle rarità -20 tracce- una sorta di “Digesto” che attraversa una delle più lunghe e interessanti storie artistiche della musica italiana:

“In occasione dei miei cinquant’anni di carriera, avevo la necessità di far ascoltare ciò che sono oggi con nuove canzoni ma nello stesso tempo, senza toni celebrativi, riconsiderare la mia esperienza musicale. Nasce così “La bussola e il cuore”, in fondo qualsiasi direzione io prenda, è sempre “lui” -il cuore- a guidarmi. Tre CD come tre satelliti che orbitano intorno a ciò che è il mio mondo musicale, fatto di tante occasioni e percorsi. Questo lavoro mette in luce una profondità espressiva che si rintraccia nei miei provini inediti, nell’inconsapevolezza di canzoni che hanno resistito al tempo e al piacere di condividere nuovi brani che seguono esclusivamente le logiche del mio istinto”

Abbiamo voluto incontrare e intervistare Amedeo Minghi in occasione di questo nuovo progetto. Guardate il video qui sopra, in apertura post. Ecco quello che ci ha raccontato.

Benvenuto ad Amedeo Minghi su Blogo. Venerdì esce il nuovo album, La bussola e il cuore, un progetto diviso in tre parti: la prima è la Bussola, poi Il Cuore e Mappe. Ci può raccontare l’inizio dell’album, quello che include le canzoni inedite?

Quanti giorni mi dai? (ride) In linea sintetica, il lavoro per un disco così -che rappresenta e significa 50 anni- non poteva che essere complesso. E’ più di un disco qualunque, non è un album che esce e basta, racconta quello che sono stato, quello che sono e, per certi versi, anche quello che sarò. E’ una sorta di ponte tra il passato e quello che sarà il futuro. Tante canzoni inedite, sia nel primo, che nel secondo Il cuore, a parte cinque grandi successi riarrangiati e risuonati. E’ stato molto divertente cantare canzoni come 1950, L’immenso, La vita mia -popolarissime- senza avere il problema di farlo perché hanno già superato tutti gli esami possibili, perché è cantato in scioltezza. Poi c’è una parte dedicata al mio percorso della fede con brani importanti che raccontano tanti aspetti. C’è un altro aspetto della mia vita e non solo artistica.

Nel primo disco, La Bussola, mi ha colpito molto anche il brano Gente sul confine, che parla anche di immigrazione e può essere letto come una evoluzione della persona che come il tema dell’immigrazione, appunto, sempre più moderno e importante, purtroppo attuale in questo periodo…

Su questa tematica ci sono sempre stato. Il mio primo grande successo, L’immenso, parla infatti di un mondo immaginato senza confini che, in fondo, la mia generazione è quella che ha dato al mondo la generazione che attualmente lo governa. E’ un po’ la sconfitta, la sconfitta della mia generazione e anche di questa che abbiamo messo al mondo. Speriamo nei giovani. E infatti, in questo disco dico, tra virgolette, “In fondo non ci date retta perché noi abbiamo perso questa battaglia”. Il mondo, oggi, è più brutto di quello che abbiamo trovato. io sono del 47, vengo dal Dopoguerra, un mondo che stava nascendo e che sulle ceneri di quel disastro tremendo che è stata la Seconda Guerra Mondiale, aveva la grande occasione di ricostruirsi. Sono passati tutti questi anni e adesso abbiamo un mondo peggiore. In Gente sul confine, prendo atto del fatto che questa rivoluzione planetaria, non avrà una soluzione semplice ma complicatissima, sicuramente. Mentre nel brano E viene il giorno, dico ai ragazzi “Non dateci retta perché abbiamo sbagliato tutto”, quindi Fate voi la vostra vita e cercate voi di migliorare questo mondo che noi abbiamo reso quasi impossibile. Io cantavo di un mondo senza confini e abbiamo un’Europa che sta costruendo confini…

Nonostante questo, però, le tematiche della speranza e del sentimento, sono comunque alla base dei suoi brani. E soprattutto della fede… Quanto è importante, per lei, la speranza che comunque, prima o poi, anche se le cose sembrano peggiorate, potranno migliorare. E quanto può aiutare la fede in questo?

In questo caso, la fede, più che intesa come Fede cristiana o Fede cattolica, è una fede nell’uomo. Ancora ho la speranza e fede che l’uomo possa trovare una soluzione ai problemi che lui ha creato. Lo abbiamo fatto d soli, tutto questo. Non è venuto nessuno dall’alto a togliere le ricchezze africane e a sostituirle con le immondizie europee. L’abbiamo fatto noi questa cosa qui. Se dobbiamo rimettere a posto le cose lo possiamo fare solo noi che siamo responsabili di ciò che facciamo. No soltanto per il libero arbitrio cattolico, ma per un fattore umano e reale. La mia generazione è andata speriamo che i ragazzi, tra qualche anno, che avranno il pianeta nelle loro mani, sappiano fare meglio di noi.

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Parlando, appunto, di ragazzi, ho visto il video di 1950, girato alla Sapienza. Ho notato una sorta di tre generazioni: una bimba piccola, una studentessa, lei. Ha voluto quindi riunire queste generazioni -passato, presente e futuro- che è alla base del concept del suo album?

Sì, praticamente sì, abbiamo visualizzato con il supporto delle immagini, quello che c’è tra le pieghe di questa canzone. Il bambino che vuole Serenella è il futuro, questa bambina che saltella e suona con me la stessa musica. Si passa il testimone alla gioventù sperando che, crescendo, trovi un proprio modo di espressione e non un ripetere gli errori e le manchevolezze di questa.

Amedeo ci racconta le rarità e i provini presenti nel disco Mappe, ricordando anche le tante canzoni scritte per altri artisti italiani nel corso della sua lunga carriera.

C’è qualcuno che ricorda maggiormente?

Mimì. Ho un ricordo meraviglioso di Mimì per un brano scritto per lei “Che vuoi che sia… se t’ho aspettato tanto”, chitarra e voce, tutto live nello studio. Ero nel box con la chitarra, lei era lì in sala, chitarra e voce. Luis Bacalov era in sala di regia, avrebbe fatto l’arrangiamento sulla mia chitarra e sulla voce di Mimì. E’ un ricordo, quello, straordinario.

Ci sono stati i Pooh l’anno scorso a Sanremo, per i 50 anni di carriera. Ci fosse l’invito, nel 2017, da Carlo Conti, accetterebbe di andare ospite?

Non lo so… tanto non credo che accadrà. Penso che il problema non si porrà francamente…

E con i live, si parte invece…?

Da metà gennaio parto con un tour, Concerto Spettacolo, dove oltre che cantare accadranno delle cose sul palcoscenico. Partiremo da metà gennaio per un tour che durerà almeno fino ad aprile. Poi vediamo, se tutto va bene lo riprendiamo e proseguiamo, come mi auguro, nella stagione 2017-2018.

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