Un concerto epico, ma anche apocalittico: foto e commenti di Apocalyptica ed Epica al Fabrique di Milano, 19 Marzo 2023
Epica e Apocalyptica mantengono la promessa fatta a inizio 2020, e finalmente suonano al Fabrique di Milano: una serata intensa, con un pubblico caldissimo.
Ricordate quando, alla fine del concerto in apertura per i Sabaton il 25 Gennaio 2020, gli Apocalyptica promisero che sarebbero tornati in Italia prestissimo, e già il giorno dopo scoprimmo che nell’Ottobre dello stesso anno sarebbero tornati come co-headliner con gli Epica, al Fabrique di Milano?
Vi ricordate anche (forse) che un mese dopo, il 25 Febbraio 2020, scoprimmo cosa voleva dire “pandemia”, “cancellazione concerti”, “lockdown”? Ecco, il concerto dell’Ottobre 2020 fu rimandato nel 2022. E poi rimandato ancora al 2023.
Non sono qui per parlare, ancora una volta, di che rottura di palle mondiale sia stato il coronavirus. Ma l’Epic Apocalyptic Tour è un ulteriore segnale che le cose stanno tornando alla normalità, un segnale positivo: questo tour lo abbiamo atteso per 3 anni, ma alla fine le band (e il pubblico) ce l’hanno fatta: ci sono stati gli Epica, ci sono stati gli Apocalyptica, si sono esbiti al Fabrique. E, come tanti concerti da qualche mese, ci hanno restituito delle band che avevano voglia di mangiarsi il palco, di godersi tutto l’affetto che il pubblico può dare solamente dal vivo.
L’Italia ha risposto in massa, per questo concerto: il Fabrique è strapieno già quando suonano gli opener, gli inglesi Wheel. Non c’è molto da dire, su questa band: suonano un buon prog aggressivo, ma la realtà è che servono per scaldare il pubblico che aspetta i due co-headliner.
Gli Epica hanno deciso di fare le cose per bene, condividendo amore prima ancora di salire sul palco: la silhouette tricolore dell’Italia, sovrastata dal logo della band, e la data di oggi sono mostrate a lungo sui megaschermi, una cosa simpatica e ovviamente instagrammabile per mettere di buon umore tutti. Ma è chiaro che l’umore raggiunga picchi altissimi quando calano le luci e il gruppo prende il palco. Mentre i musicisti iniziano con un furioso headbanging, è naturale che tutti gli occhi siano rivolti a Simone Simons, al suo trucco, al suo outfit quotidiano, alla sua bellezza e, per fortuna, anche alla sua voce. Dio, che voce. Ecco una cosa che era mancata in questi anni di assenza: la voce di Simone Simons dal vivo. In realtà, come negli ultimi tour, le parti vocali sono equamente divise fra le parti alte di Simone e il growl di Mark Jansen, e in più di un’occasione, quando gli assoli diventano massicci e il cantato sempre più aggressivo, sembra di assistere ad un concerto death metal. Il gruppo olandese suona 80 minuti, non risparmiando brani lunghi come Fools of Damnation o la finale Consign To Oblivion, e riuscendo anche a dare spazio a qualche saluto da parte di Mark e Simone – quest’ultima annuncia che sta imparando un po’ l’Italiano, e ci dice che “Sono una donna” e “Mangio la mela”. Tutto qui, ma chi era al concerto, probabilmente, avrà provato un brivido quando ha iniziato a dire “mangio la me…”, temendo che qualche buontempone le avesse insegnato le parole sbagliate.
Ammirati dal pogo che si crea verso il finale e dalla prestazione generale della band, rimane solo un po’ di perplessità sull’uso delle basi per i cori di alcune canzoni: sentire Simone duettare con sè stessa fa sempre un po’ di impressione, soprattutto se ci si ricorda di quando, in una memorable esibizione all’Idroscalo di Milano, sul palco salì Amanda Somerville per fare le doppie voci (qui un video che girai all’epoca). Niente di grave, comunque, e gli applausi finali sono più che meritati.
Chi non usa basi di nessun tipo, ma anzi richiede al pubblico di fare i compiti a casa e studiare i testi delle canzoni, sono gli Apocalyptica: anche se il loro “cello-metal” si sta allontanando sempre più dalle suggestive cover metal arrangiate per violoncello, è innegabile che i pezzi più attesi siano proprio le cover. O forse no: diciamolo subito, questa sera i due brani dei Metallica suonati sono stati un disastro, a livello di reazione del pubblico. Nothing Else Matters fa partire un’ovazione alle prime note, ma poi nessuno in platea prende l’attacco giusto per iniziare a cantare, mandando in confusione tutti, poi ci si è un po’ ripresi per il ritornello (cantato però da meno della metà dei presenti), per poi tornare silenti nella seconda strofa e sbagliare di nuovo l’attacco per il ritornello. Per Seek And Destroy va anche peggio, perché sembra che nessuno conoscesse una riga del testo.
Cosa ci deve dire, questa debacle? Non ho idea di come funzioni all’estero, quale sia la partecipazione del pubblico verso le 3 cover proposte (ma quanti potranno cantare un pezzo dei Sepultura tratto da Schizophrenia?), ma forse gli Apocalyptica hanno parzialmente chiuso quella parte della loro carriera a base di pezzi altrui con il mitico tour “Apocalyptica plays Metallica” del 2017, passato anche al Teatro Dal Verme di Milano (qui foto-report), e ora si siano ormai sdoganati con una produzione tutta loro, che vede Frankie Perez alla voce quando serve (anche quando serve prendere il posto di Corey Taylor e di altri ospiti illustri degli album), e suonare semplicemente musica pesante e originale per il resto del tempo, riuscendo comunque a stregare tutti. E’ una bella conquista, e il pubblico Italiano li ha aspettati tre anni, per applaudire i loro nuovi lavori.
Epica al Fabrique di Milano: la scaletta
Abyss of Time – Countdown to Singularity
The Essence of Silence
Victims of Contingency
Unleashed
The Final Lullaby
Fools of Damnation
The Skeleton Key
Rivers
Code of Life
Cry for the Moon
Beyond the Matrix
Consign to Oblivion
Apocalyptica al Fabrique di Milano: la scaletta
Ashes of the Modern World
Grace
I’m Not Jesus (with Franky Perez)
Not Strong Enough (with Franky Perez)
Rise
En Route to Mayhem
Shadowmaker (with Franky Perez)
I Don’t Care (with Franky Perez)
Nothing Else Matters (Metallica cover)
Inquisition Symphony (Sepultura cover)
Seek & Destroy (Metallica cover)
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Farewell
In the Hall of the Mountain King (Edvard Grieg cover)