Ariana Grande – Sweetener: la recensione di Soundsblog.it
Sweetener, il quarto album di Ariana Grande, è un lavoro che funziona a metà, o forse soltanto ad un quarto: ecco la nostra recensione su Soundsblog.it .
Ariana Grande, artista dal talento vocale a dir poco straordinario, ne ha vissute parecchie negli ultimi mesi. Molte più di quelle che hanno passato i suoi colleghi sempre sulle pagine dei giornali per gossip vari ed eventuali. Nel suo caso, non parliamo soltanto di flirt e rumors “spiccioli” ma dell’evento più scioccante che una qualunque persona potrebbe mai vivere sulla propria pelle: un attentato terroristico e, seppur non certo per colpa sua, dei morti sul groppone.
Ecco dunque che Ariana si è trovata di fronte ad un bivio: focalizzarsi sulla tragedia e tirare fuori dal cilindro un concept album contrito e oscuro o, in alternativa, continuare il percorso già intrapreso e svilupparlo verso nuovi livelli qualitativi, lirici e sonori. Ariana ha scelto dunque la strada della gioia e della spensieratezza di fronte ad un dolore gettato oramai alle spalle con il concerto, a dir poco straordinario e coraggioso, del One Love Manchester.
Ecco dunque che, di fronte alla sofferenza, Ariana ha deciso di rispondere con la dolcezza del suo Sweetener, la sua quarta fatica discografica, un album ispirato in primis dall’amore, verso sé stessa, verso i suoi fan e verso il suo futuro marito, Pete Davidson, a cui ha persino dedicato un’intera canzone.
Qual è il risultato di questo dolcificante sulla sua musica? In realtà, è dolceamaro. Il disco si sviluppa infatti a partire da sue singoli a dir poco perfetti, ricchi del miglior soul-pop in circolazione, come No tears left to cry e God is a woman, per poi sbrodolare in un R&B trito che si concretizza in un notevole numero di “fillers”, cioè pezzi riempitivi.
Sembra che in qualche modo Ariana Grande sentisse il bisogno di rassicurare i fan, uscendo a breve distanza temporale dal validissimo Dangerous Woman con un disco carico di sì di buone intenzioni ma piuttosto povero di contenuti. Ad aiutarla in questo percorso (e principale colpevole della débacle) c’è stato il fido collaboratore Pharrell, che ha confezionato per lei una serie di basi che a tratti suonano come i rimasugli di pezzi scartati da Mariah Carey.
Ci lasciano dunque piuttosto con l’amaro in bocca pezzi banali e dai testi quasi imbarazzanti come Successful (dichiarazione orgogliosa da “donna arrivata”) o ancora Borderline, scritta e interpretata insieme ad una Missy Elliott ormai da anni sul viale del tramonto. Nessuna canzone, eccezion fatta per il prossimo papabile singolo Breathin (che riprende lo stile frizzantino di canzoni come Into You o Touch It), lascia il segno: nel complesso, dunque, il disco ci lascia con la fastidiosa sensazione di aver ascoltato un unico lungo brano, indistinto, e ripetuto in mille salse diverse.
Ariana Grande, che ha nel suo curriculum brani di tutt’altro spessore, ha peccato di fretta. Sarebbe probabilmente valso la pena aspettare un pochino di più, per evitare di costruire un album di scarso appeal ma fondato su (appena) due fra i migliori brani che il 2018 ci ha regalato. Speriamo soltanto che le basi su cui è fondato l’imminente matrimonio con Davidson non siano altrettanto solide, altrimenti rischiano di essere dolori.
Tracklist Sweetener Ariana Grande
1. Raindrops (An Angel Cried)
2. Blazed (ft. Pharrell Williams)
3. The Light Is Coming (ft. Nicki Minaj)
4. R.E.M.
5. God Is A Woman
6. Sweetener
7. Successful
8. Everytime
9. Breathin
10. No Tears Left To Cry
11. Borderline (ft. Missy Elliott)
12. Better Off
13. Goodnight n Go
14. Pete Davidson
15. Get Well Soon