Arisa in concerto a Milano con problemi tecnici: “Fra un annetto non starò più sul palco”
“Uno show aperto, spirituale, animoso” fra momenti emozionanti e problemi tecnici.
UPDATE – “Non c’erano tanti posti vuoti, è una falsità”. Così ci viene comunicato dall’ufficio stampa del Voce d’estate tour di Arisa e così vi riportiamo: 700 presenze su 990 posti a disposizione.
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Non è affatto semplice, almeno per me, recensire la tappa milanese del Voce d’estate Tour di Arisa che si è tenuta giovedì 14 luglio al Teatro Carcano all’interno de La Milanesiana. Non è semplice perché Rosalba Pippa è una delle cantanti che più apprezzo nel panorama musicale italiano, perché è un’artista sottovalutata che meriterebbe ben altre canzoni ed altri ‘spazi’ per la voce divina che si ritrova.
Però il mio ‘compito’ è raccontare i fatti e bisogna ammettere che il concerto di ieri sera ha avuto una serie di falle. “Domani cosa scriverete su Facebook? Quale sarà la recensione del concerto? Disastro Arisa. Il canto e la musica non sono stati precisi, tutto non è stato preciso perché noi siamo alla caz*o di cane. Non potete pretendere chissà che cosa da me, so cantare ma non sempre”, ha ammesso la cantante con il solito tono diviso fra ironia e serietà a fine serata.
E in effetti il concerto di Arisa, ‘consumato’ di fronte a tanti posti vuoti, è stato uno “show aperto, spirituale, animoso” che ha avuto numerosi problemi tecnici. Non c’entra la cantante, lei ha cercato di continuare lo show fino alla fine e ha regalato alcune esibizioni davvero emozionanti e coinvolgenti. Ma poi ha dovuto dire la sua e scusarsi (chapeau, comunque). L’assetto era stato fatto all’aperto e non in un teatro, quindi tutti i valori risultavano sbagliati: “Noi abbiamo sempre problemi tecnici ma lo facciamo apposta perché ci piace stare in bilico fra santi e falsi dei […] Quando mi funziona tutto, canto meglio della Callas… non me ne voglia lei”.
Poi, quando era quasi arrivato il momento dei saluti, tocca al bis. Scende dal palco ma il microfono fischia per l’ennesima volta. E allora chiede ai musicisti di smettere di suonare: “Spegnete tutto, ma cos’è? Non si sente un caz*o di niente. Non c’è assetto. Dovremmo restituire i soldi a tutti. Ragazzi, io un altro concerto così non lo faccio. Non è il mio livello di qualità, non è quello che voglio offrire alla gente. Si è sentito di mer*a tutto il concerto… o quasi. Vedete com’è brutta la musica? Ci sono un sacco di cose che non vanno bene. Perché non posso fare il panettiere?”.
La serata, comunque, iniziata con una versione particolare di Voce, è stata decisamente intima anche grazie ai mille posti a sedere messi a disposizione dal teatro. Arisa entra dalla platea, legge La donna è mobile, poi ci fa emozionare con Meraviglioso amore mio. “Sono agitata… Milano è sempre Milano”. E comincia a sciogliersi con Fidati di me (qui si manifestano i primi problemi tecnici).
Quindi Una notte ancora – il suo ultimo singolo, non il suo pezzo migliore, la costringe ad andare troppo in alto e risulta quasi fastidiosa. Scende fra il pubblico, lo farà spesso: “Voi credete di essere venuti ad un concerto normale, invece sarà tipo Villaggio Alpitour. A me piace stare tra di voi”.
La serata prosegue con Cuore, uno strepitoso medley con alcuni brani del passato in chiave nuova – Sincerità et co. – impreziosito dalla presenza del beatboxer Andrea d’Alessio (ex X Factor). Ma non tutti i momenti riescono bene, spesso sembrano improvvisati o non troppo provati, d’altronde “ci vuole troppo tempo per scrivere la scaletta, io ho da fare”.
Poi Gaia, L’amore della mia vita (che l’artista voleva saltare, “non mi ricordo mai le parole”), L’amore è un’altra cosa, Lascerò. Scende ancora fra il pubblico, saluta i suoi amici, il suo fidanzato Lorenzo e la piccola Agata, quella che definirà la sua migliore amica. “Resto qua fra di voi, non mi piace più stare sul palco. Fra un annetto penso che smetterò di stare là sopra e farò la mamma. Mi piace starci ma fino ad un certo punto. Voi mi piacete… ma possiamo vederci anche solo per un caffè”, dice, quasi annunciando un addio alle scene.
La notte fa tornare la serenità, Poi però viene fatta “alla Pausini”, Per vivere ancora viene dedicata al fidanzato e Pace, sicuramente la sua canzone più bella e struggente, chiude il ciclo di canzoni. “Voglio che voi torniate a casa con il cuore pieno d’amore”, ci dice. Invece ci ha fatto tornare con un dubbio: ci è piaciuto davvero questo concerto?