Aspettando Sanremo 2014: le 10 canzoni più brutte del Festival
I 10 brani peggiori mai presentati a Sanremo.
Come già sappiamo, il prossimo 18 febbraio avrà inizio la 64esima edizione del Festival della Canzone Italiana di Sanremo. Dopo aver analizzato le canzoni italiane più belle e famose presentate sul palco del Teatro Ariston, andiamo a sviscerare l’altro faccia della medaglia ossia i brani più brutti presentati dai tanti artisti in gara che sono passati per Sanremo.
Tralasciando volontariamente le tante canzoni comiche e anti-conformiste presentate al festival (che nella maggior parte dei casi, non si possono neanche definire brutte), abbiamo trovato queste 10 canzoni, di cui pubblichiamo anche i video.
Partiamo dalla posizione numero 10 per arrivare alla canzone regina:
10. Massimo Di Cataldo – Come sei bella (1999)
Il cantautore romano, che nell’ultimo periodo è ritornato tristemente alla notorietà per accuse di violenza che gli sono state mosse dalla sua ex compagna, dopo anni di canzoni pubblicate nel segno della più famosa tradizione cantautorale italiana, ha presentato questo brano con il quale, molto probabilmente, ha avuto inizio il suo inesorabile declino artistico. Un ultimo posto doloroso ma c’è di peggio.
9. Anna Oxa – Processo a me stessa (2006)
L’eclettica interprete di origini albanesi, nel 2006, si presentò con questo brano, firmato da Pasquale Panella, dall’atmosfera gotica e decisamente inquietante. Non è questione di eccesso di coraggio e audacia, il tutto è apparso semplicemente troppo finto-ambizioso e artificiosamente di spessore.
8. Eiffel 65 – Quelli che non hanno età (2003)
Prendiamo un famoso gruppo dance italiano che arrivò a conquistare perfino le classifiche Billboard. Gli Eiffel 65, colti da un improvviso attacco di sciovinismo, decisero pian piano di abbandonare l’inglese per abbracciare la loro lingua madre, l’italiano. L’apice arrivò con questa canzone, simile ad una sigla di un cartone animato, e un album passato quasi inosservato.
7. Lollipop – Batte Forte (2002)
Già la canzone non era affatto un granché ma comunque adatta ad una girl-band. Il brano, però, fu ulteriormente massacrato da un’esibizione live ai limiti del dilettantismo. Segno che nei meccanismi del talent, all’epoca, c’era ancora qualcosa da mettere a punto.
6. Iva Zanicchi – Ti voglio senza amore (2009)
Riuscite ad immaginare Iva Zanicchi come un’icona del sesso fine a se stesso privo di coinvolgimento sentimentale? Neanche noi.
5. Valerio Scanu – Per tutte le volte che… (2010)
La canzone riuscì a vincere, ovviamente, grazie al popolo di bimbominkia che, in quell’epoca, aveva controllo totalitario sul televoto. E’ evidente che il bravo Pierdavide Carone regalò uno dei brani meno riusciti del suo repertorio di autore al buon Scanu che, senza vergogna, sciorinò sull’Ariston perle del tipo “A far l’amore in tutti i luoghi, in tutti i laghi…”.
4. Dj Francesco – Francesca (2005)
Ufficialmente, la canzone è stata presentata dalla Dj Francesco Band, penoso escamotage per entrare a far parte della Categoria Gruppi di quel Sanremo diviso a gironi. Francesca e il conseguente album, Il mondo di Francesca, hanno messo definitivamente k.o. la già labile carriera musicale del conduttore televisivo, figlio di Roby Facchinetti. Con buona pace dei nostri timpani.
3. Anna Tatangelo & Stragà – Volere e volare (2003)
Chi ha partorito l’idea di questo duetto andrebbe allontanato a pedate dal mondo della discografia. Anna Tatangelo era ancora in cerca di affermazione dopo la vittoria dell’anno precedente tra i giovani, Stragà cercava il seguito ideale de L’Astronauta, tormentone del 2000 famoso per una mezza dozzina di plagi. Il risultato fu disastroso, colpa di una canzone anonima più che mai. Questo è il punto più basso della carriera sanremese di Anna Tatangelo con la cantante laziale che non è riuscita a riscattarsi nemmeno negli anni successivi con i brani trash Bastardo, Essere una Donna e Il mio amico.
2. Pupo, Emanuele Filiberto di Savoia e Luca Canonici – Italia amore mio (2010)
Una delle canzoni (giustamente) più martoriate di tutti i tempi sul palco dell’Ariston. Lo scandalo non derivò dalla presenza di un “non cantante” sul palco. Semplicemente, vedere e ascoltare un membro dei Savoia, famiglia che chiese perfino un risarcimento milionario all’Italia per l’esilio, cantare “Italia amore mio” fu di un cattivo gusto troppo ardito. Le polemiche, ovviamente, favorirono la canzone che conquistò un delirante secondo posto.
1. Povia – Luca era gay (2009)
A proposito di polemiche che favoriscono un brano… Nel 2009, quel furbacchione di Paolo Bonolis chiamò Povia (già scoperto durante l’edizione del 2005 con I bambini fanno Ooh) con una canzone che generò controversie già dal titolo. Il cantautore, ovviamente, cavalcò l’onda delle polemiche, non pubblicando il testo della canzone su Tv Sorrisi & Canzoni, lasciandosi andare ad esibizioni presuntuose ed egocentriche sul palco dell’Ariston, esponendo cartelli con su scritte massime di sua creazione e negando costantemente il vero intento del brano, palese e sotto gli occhi di tutti, specialmente con il verso “Nessuna malattia, nessuna guarigione”.
Una pagina triste, non solo di Sanremo, ma della musica e dello spettacolo italiano in generale, svilito a squallido teatrino ideologico.
E’ Luca era gay di Povia, il brano peggiore mai presentato a Sanremo.