Barrett Strong contro la Motown per i diritti di Money (That’s What I Want)
Causa in corso tra il pianista Barrett Strong, che scrisse e incise la canzone, e la Motown, che ne ha cancellato il nome dai credits.
Dici Motown Records e subito viene in mente la storica casa discografica del successo della musica black e soul degli anni sessanta. La celebrazione della Motown e del suo essenziale apporto alla conoscenza dei ritmi black più morbidi, però, rileva un’incrinatura notevole sul piano dei diritti d’autore.
La prima vera hit pubblicata sotto l’etichetta Motown records si intitola Money (That’s What I Want) ed è stata scritta dal pianista e cantante Barrett Strong nel lontano 1959. Fu questa canzone, dal riff irresistibile e la melodia di stampo blues, a marcare il primo passo decisivo verso la consacrazione dell’etichetta come simbolo dell’espressione musicale dei neri americani: fu incisa persino dai Beatles e dai Rolling Stones, che pagarono l’omaggio delle radici blues-soul che influenzavano la loro musica.
Ai giorni nostri, quello che riporta in auge Money (That’s What I Want) è, per ironia della sorte, proprio una questione di soldi: la controversia legale degli autori della canzone vede in prima linea Barrett Strong che porta avanti da anni la sua causa contro la Motown, colpevole di aver rimosso il suo nome dai credits della canzone appena tre anni dopo la pubblicazione, riaggiungendolo solo nel 1987 col rinnovo del copyright e ricancellandolo nel 1988, il tutto senza mai informarlo dei cambiamenti decisi dalle alte sfere della casa discografica.
In un’intervista al New York Times Barrett Strong, oggi 72enne, ha spiegato con veemenza la sua difesa: essendo stato tenuto all’oscuro di tutto fino al 2010, sono tre anni che si occupa di provare a riottenere i diritti sulla scrittura della canzone, che attualmente riporta solo le firme di Janie Bradford e Berry Gordy, quest’ultimo fondatore e capo della Motown all’epoca della pubblicazione.
Per cinquant’anni, non ho saputo nulla di tutto ciò. Mi è stato nascosto. Quindi per quale motivo si aspettano che abbia agito per proteggermi? E’ da pazzi ed è scortese.
Mancanza di fiuto per gli affari? Nel corso dell’intervista Barrett Strong non lo nega, ma è indubbio che la sua nuova causa legale per i diritti e i credits di Money (That’s What I Want) ha portato alla luce una falla nel sistema di protezione del copyright da parte della United States Copyright Office: l’equivalente della SIAE americana non notifica agli autori dei brani i cambiamenti nelle registrazioni dei diritti, e fino a poco tempo fa l’unico modo di verificare le possibili alterazioni riportate nei credits dei brani era recarsi a Washington, alla sede centrale, e visitare personalmente gli archivi.
Berry Gordy, il capo della Motown all’epoca, non ha rilasciato dichiarazioni se non tramite il suo team di avvocati, i quali portano avanti la tesi che Barrett Strong abbia avuto il suo nomi sui credits della canzone per un errore impiegatizio, e che comunque avrebbe dovuto presentare istanza motli anni fa per reclamare i diritti d’autore perduti.
Via | New York Times
Foto | New York Times
Money (That’s What I Want): testo
The best things in life are free
But you can give them to the birds and bees
I need money (that’s what I want)
That’s what I want (that’s what I want)
That’s what I want (that’s what I want)
That’s what I want (that’s what I want)
Your love give me such a thrill
But your love don’t pay my bills
I need money (that’s what I want)
That’s what I want (that’s what I want)
That’s what I want (that’s what I want)
That’s what I want (that’s what I want)
(Instrumental)
Money don’t get ev’rything it’s true
But what it don’t get, I can’t use
I need money (that’s what I want)
That’s what I want (that’s what I want)
That’s what I want (that’s what I want)
That’s what I want (that’s what I want)