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Battisti-Mogol, un giudice deciderà sulla divulgazione della canzoni

L’autore si è rivolto a un giudice che deve decidere sul futuro utilizzo delle canzoni incise da Battisti e sulle quali la vedova ha messo il veto.

pubblicato 18 Novembre 2014 aggiornato 29 Agosto 2020 12:30

Battisti-Mogol in versione new era esce oggi su iTunes. E’ un album particolare che racchiude, al suo interno, alcuni dei più grandi successi del cantante, reinterpretati dagli allievi della scuola di musica del Cet, la struttura dove Mogol vive, immersa nel verde dell’Umbria. Si possono così ascoltare, in una versione a volte inedita, i classici indimenticabili da Mi ritorni in mente a 29 settembre ed Emozioni. Ad interpretarli sono Kocis Campani, insieme ai cori della figlia di Wess, Deborah Johnson, e del figlio di Rocky Roberts, Randy. I musicisti che hanno collaborato al progetto sono il batterista Roby Pellati, emiliano come Ligabue, e il pianista Barbera.

L’operazione serve naturalmente a ridare attenzione sulla memoria di Lucio Battisti ed è l’unica possibilità -facendo cantare i pezzi da altri- di pubblicare materiale rivisitato. La voce di Battisti, infatti, non è utilizzabile. La vedova chiede da sempre che cali una sorta di silenzio rispettoso nei confronti della figura del marito. Impossibile quinti, in un contesto musicale “moderno” -the new era del titolo- pensare di fondere le due realtà, passato e presente.

Il disco sarà disponibile anche su iTunes, nella versione del Cet, in attesa che siano definiti, nei dettagli, i diritti tra un autore che vuole continuare a tenere viva la memoria di un cantante (suo collaboratore storico) e di una moglie che non vuole trascinare nel tempo la voce e il ricordo dell’uomo che amava. A stabilirli sarà un giudice con una sentenza che sicuramente potrebbe far discutere: saranno ascoltate le ragioni della donna? Oppure quelle di Mogol che, sicuro delle sue buone intenzioni, ha assicurato:

Muoverebbe certo delle critiche, ma sulla sperimentazione sarebbe d’accordo. Con lui ho passato la parte più importante della mia vita artistica, lo conoscevo bene

Via | La Stampa

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