Memorie di un punk anni 90: Bay Fest 2024 con Shandon, Millencolin, Less Than Jake (foto e commenti)
Millencolin, Less Than Jake, Shandon: il secondo giorno di Bay Fest 2024 era tutto dedicato allo (ska)punk anni 90, e la spiaggia del Beky Bay era pienissima di nostalgici di un certo sound e una certa epoca. Ecco le foto, e un racconto personale del concerto.
Espongo alcuni fatti poco noti (perché non interessano a nessuno) riguardo il rapporto fra me e gli Shandon.
– Alle superiori facevo ginnastica insieme al loro primo chitarrista, Fabio Giliberto. Non eravamo in classe insieme, ma in un liceo prevalentemente femminile riunivano tutti i maschi per fare ginnastica insieme, e Fabio suscitò il mio interesse quando portò a scuola delle cassette del primo demo degli Shandon. Vidi anche un loro concerto nel retro di un locale a Monza, sembrava una fattoria accanto alla tangenziale, era un posto figo ma fu il primo e unico concerto che ci vidi, adesso è un posto dove fanno cocktail per ultrasnob brianzoli.
– Sono il tesserato numero uno del fanclub degli Shandon, messo in piedi da Sara Viganò. Andai a casa sua a prendere la tessera, qualche adesivo, una foto della band e una spilletta. Da qualche parte conservo ancora tutto.
– Con gli Shandon, sono uno di quei fan rompicoglioni che si sono attaccati a morte al demo e al primo cd di una band, e si limitano ad apprezzare cordialmente tutto il resto. Quindi sì, apprezzo molto Janet, son contento se sento GG Is Not Dead, riconosco le doti di Placebo Effect, ma personalmente sarei contento se suonassero tutto Skamobile dall’inizio alla fine, ogni volta. So che Olly sarà dispiaciuto da questa presa di posizione oltranzista, se mai leggerà queste righe, ma la nostalgia funziona così: ai tempi di Nice Try mi mancava già Questosichiamaska. Colpa mia.
– Son stato contento di vedere i concerti di reunion nel 2015 e quanche quello legato a Il Segreto, con tutti gli ospiti sul palco del Live Club nel 2019, ma in effetti quel concerto fu l’ultimo che ho visto degli Shandon.
Perché scrivo tutto questo, se dovrei parlare di un concerto con headliner Millencolin e Less Than Jake?
Innanzi tutto perché se verrà scritta una biografia degli Shandon, mi auto-candido come il tizio sconosciuto che li ha osservati da lontano e ha da raccontare un paio di aneddoti degli inizi. E poi perché gli Shandon sono stati l’ago della bilancia per farmi decidere di andare al Bay Fest 2024: i Less Than Jake mi piacciono sempre e i Millencolin erano un bel salto nel passato, però forse non erano abbastanza per farmi giungere in riva al mare per un concerto. Anzi, in realtà l’ambiente fa il 50% di questo concerto: stare con i piedi nella sabbia mentre si cantano vecchie canzoni punk insieme a 1500 sconosciuti rende il Bay Fest uno dei festival più belli d’Italia, baciato da un tramonto sempre spettacolare. Ma ok, parlando di gruppi, quando gli Shandon sono stati annunciati la decisione è stata presa – quindi, grazie Shandon.
Bay Fest 2024: foto-report dal concerto
E quindi, come sono andati gli Shandon?
Benissimo: un’ora dritta, 21 canzoni, un paio di cover, un pezzo nuovo veramente forte, Liquido con ospite Maurizio Affuso degli RFC, tante dichiarazioni giuste dalla bocca di Olly (emozionante quella legata al ringraziare mentalmente chi ci ha messo in mano per la prima volta un disco e ci ha portato ad essere presenti a un concerto dopo tutti questi anni). Una scaletta molto ben bilanciata, anche se per il fan oltranzista in me c’è stato solo un brano da Skamobile, introdotto come sempre il brano più odiato dal cantante stesso. Bella atmosfera, bei suoni, concerto memorabile per i 30 anni di carriera, è valsa la pena venire fin qui.
Poi, Less Than Jake: visti l’anno scorso sempre qui – ma sul main stage dello Slam Dunk Festival. Più divertenti dell’altra volta, e con una novità curiosa: sembra che lo spirito dei NOFX si sia impadronito di loro, visto che dicono una vagonata di cazzate fra un brano e l’altro, una marea di parole italiano buttate a caso (ma memorabile il passaggio: “How do you say Wh0re in Italian? Prostituto? Wait, prostituto sounds like prosciutto, I like it!”), considerazioni varie su quanto siano pelosi i petti degli italiani, su quanto sia buono e unico il nostro ragù. Non finivano mai di parlare, ma hanno anche suonato tanto e bene.
Dopo una esibizione così carismatica, i Millencolin sono apparsi lievemente in difficoltà. Hanno iniziato alla grande, con una Penguins & Polarbears seguita da Da Strike (datata 1994). Il pubblico li adora e loro sono in forma, ma appunto fra una pausa e l’altra sembrano impacciati nel non saper cosa dire – c’è un inconveniente tecnico di 30 secondi e oltre ad annunciare che sarà risolto presto, si rischiano 30 secondi di silenzio dal palco. Nel finale, le presentazioni dei membri della band sono tirate in lungo come se fossimo a un concerto rock da 150 minuti, ma invece c’è poco più di un’ora a disposizione. E, cosa un po’ terribile da dire, dalla metà del concerto i brani iniziano a sembrare un po’ tutti uguali, manca quella hit o quella melodia che faccia perdere la testa alla gente – che comunque rimane presa bene fino alla fine, quindi forse è una questione di gusto personale. E d’accordo, io ero rimasto ai Millencolin fino a Kingwood, poi sarà colpa del disco solista di Nikola Sarcevic, sarà colpa del fatto che iniziai ad ascoltare molto più heavy metal, ma mi sono perso per strada i loro ultimi 19 anni e 3 dischi. Però hey, che bello sentire Penguins & Polarbears con i piedi nella sabbia, son rimasto contento tutta la notte.