Biagio Antonacci, Chiaramente visibili dallo spazio: le dichiarazioni della conferenza stampa
Biagio Antonacci, Chiaramente visibili dallo spazio: tutte le notizie sul nuovo album
E’ uscito oggi “Chiaramente visibili dallo spazio” il nuovo disco di Biagio Antonacci, anticipato dall’inedito “Ci siamo capiti male”.
Un lavoro che lascia affiorare profili e tagli di luce inaspettati, se non inediti, nella scrittura, canzoni che come gli anelli concentrici di un albero allargano di volta in volta il cerchio del racconto. Parlano ora di una persona, ora di due, ora degli altri, ora di tutti noi, a volte guardando dal basso verso il cielo, a volte con la certezza (e la speranza) di essere visibili dall’alto.
CHIARAMENTE VISIBILI DALLO SPAZIO mette sul tavolo quei gioielli che da sempre di Biagio Antonacci costituiscono la dote: canzoni di grande qualità, leggere e profonde al tempo stesso, in grado di brillare per ispirazione e felicità, interpretate da una voce sempre più personale e consapevole nell’uso dei registri, da quelli rochi e sussurrati dei brani più intimi a quelli più alti nei momenti di picco melodico dei brani. In questo senso il nuovo lavoro offre l’ennesima conferma in termini di qualità di un artista che oltre a godere del grande successo popolare rimane una delle voci più originali della nostra canzone d’autore.
Al tempo stesso però, questo disco è figlio di un nuovo passaggio di tempo, e sul fronte dei testi e della realizzazione musicale si pone una spanna avanti rispetto al resto. Le nuove canzoni alternano al racconto di sé uno sguardo sulle relazioni, sulle vite degli altri, sul mondo esterno, visti con gli occhi ora preoccupati, ora incantati, ora decisamente ironici di un ex-ragazzo e giovane uomo, diventato ormai adulto. Senso di responsabilità, incanto, emotività e una forte dose di autoironia sono lenti d’osservazione che affiorano dai brani e finiscono per tratteggiare nel disco un ritratto profondamente umano, meravigliosamente imperfetto, dell’artista e del mondo che lo circonda.
Ecco le dichiarazioni del cantautore durante la conferenza stampa di presentazione dell’album:
Un disco vissuto e nato in studi diversi. Mi piaceva rinforzare l’aspetto acustico da cantautore minimalista. Il mio sogno è un disco chitarra e voce, prima o poi lo farò. Andrebbe ascoltato, meditato, come album. Vi voglio dire grazie di questi anni, momenti di musica.
Biagio fa un piccolo bilancio:
Mi piace aver rispettato il sogno di quel ragazzo di Rozzano che sognava di fare il suo primo disco. E mai avrei pensato di poterne fare 15 in studio, più tutti gli altri. E di riuscire a creare interesse, negli anni. Vedere gli occhi voi, la Sony, stare insieme a questo gruppo per cercare non solo di conquistare podi ma quello della nostra vita.
Taketo Gohara, produttore, rivela
“Ci siamo divertiti tanto. Ero un po’ impaurito (sorride), la cosa che mi ha colpito è che sei una brava persona. Mi sono divertito proprio a fare questo disco. E’ sempre più difficile… ma invece ci siamo sempre divertiti.
Placido Salamone, chitarrista e produttore insieme a Taketo:
“Non mi sono fatto nessuna idea prima di partire. Sapevo che sarebbe stata una esperienza incredibile di vita e ti ringrazio per questo, davanti a tutti”
Antonacci parla dei prossimi appuntamento live e di molte idee in programma:
Mi manca stare sul palco con la chitarra in mano, pianoforte. Non avere solo la musica prepotente che mi gasa un casino ma anche riuscendo a trovare un dialogo col pubblico.
Sul titolo del disco: “Il titolo vuol dire tutto e niente, quattro parole messe insieme che mi hanno aperto il mondo, Siamo visibili perennemente (non solo dallo spazio) ma non ce ne accorgiamo. Abbiamo la responsabilità di fare cose belle. Sappiamo e sappiate che siamo perennemente sotto controllo, l’inizio del mondo che porterà via ogni singola personalità ad ognuno di noi.
“Ne “L’amore muore” c’è la disillusione di questo uomo che suggerisce alla sua mente, alla sua testa. E’ consapevole di esserci ma è disilluso, stanco. “Accendi un cero, preparati, se non arriva una iniezione di gioia, anche l’amore muore”
“Tutto non ti posso raccontare”, la canzone: “Il disco che vorrei fare io chitarra e voce, penso di doverlo sempre fare, sono stimolato sempre. A differenza degli ultimi ha una sonorità molto più minimalista. Mentre suonano le strofe, suonano intime. Poi avviene l’esplosione musicale, mi gaso con queste parti, muovermi sul palco e far muovere anche il pubblico. Quello che farò è quello che dico farò da anni, ti fa restare vivo e attivo. Oggi penso sia anche rivoluzionario un disco chitarra e voce”
Su brano “Parigi sei tu”: “Il campione di Edith Piaf, stava benissimo in quel momento della canzone. Lei proprio dice “Non pentirti mai”. Una donna che cerca di fare una rivoluzione dentro e fuori dalla sua vita”.
Mancano collaborazioni, featuring nel disco: “Quelli che ho fatto in passato, nascevano proprio come feat. In questo disco non c’era spazio, è arrivato così”.
Su Laura Pausini: “Canterei sempre con Laura, anche lei con me. Ci siamo trovati amici e stare bene sul palco, uomo e donna con due voci completamente differenti. Sono poi tornato ad avere l’esigenza di parlare e raccontare le mie canzoni, affrontare un disco come ho sempre fatto.
Le tracce presenti nel disco parlano di umanità: “Io sono un artista che fa la vita di tutti. Ho la fortuna di potermi svegliare tardi ma mi sveglio presto. Vado al bar faccio colazione, sento umore negativi, tentativi di approcciarsi alla gioia. Persone grandi che ancora devono condividere appartamenti come quando andavano all’Università. Informazioni reali nella vita di un artista e anche di uomo. Arrivo dalla periferia, conosco una famiglia che fatica a crescere dei figli. Ho lavorato in cantiere per anni, ho fatto il geometra ho visto che gente che rispettava orari. So dare importanza al lavoro del denaro. Mi rende nobile devo avere i piedi per terra.
Sul figlio Paolo: “La sua scrittura è fortissima. Con lui ci confrontiamo da sempre, mi ascoltava e mi suggeriva. E’ bello condividere una cosa con una generazione che arriva, un visionario anche lui. Mi ricorda il Biagio dei primi anni. E anche lui ha i piedi per terra come me”
Sui fan: “Ho visto tante generazioni, il pubblico di è alzato di età, molto più grande, maturo e di un tempo, Ma vedo ancora la parte più giovane che canta, che grida, che balla. Mi stupisco ogni volta. Se i giovani oggi ascoltano questa musica è anche grazie alle loro famiglie e a quello che ascoltavano”.