Home Recensioni musicali Biohazard e Fear Factory: un gran concerto per rimastoni anni 90 (foto-report 23 Giugno 2024)

Biohazard e Fear Factory: un gran concerto per rimastoni anni 90 (foto-report 23 Giugno 2024)

Biohazard e Fear Factory co-headliner di un tour che suona colossale oggi come poteva esserlo 30 anni fa: l’Italia mostrato tutto il suo calore a band evidentemente entusiaste di suonare per noi.

24 Giugno 2024 16:19

Fra le tante cose che adoro nel metal, c’è il fatto che la vecchiaia sia sempre vista come un pregio. Così, nella gara dei commenti su Facebook per chi ha visto Fear Factory e Biohazard “quando andavano visti”, io posso piazzare il pene sul tavolo e dire “La prima volta che vidi Fear Factory e Biohazard dal vivo fu allo stesso festival, suonarono uno dopo l’altro a Donington 1996”.
Anzi guardate, posto anche un paio di foto che scattai quel giorno (attaccato alla transenna con una macchina su pellicola e senza zoom), per ricordare i bei vecchi tempi.

Ora, prendiamoci anche un paio di minuti per riflettere sul fatto che adesso sia già consentito essere nostalgici dell’industrial/nu-metal di metà anni 90 – vi ricordate quanto i true metallers odiavano i Fear Factory, all’epoca? “Nu-Metal is not Metal”? Beh, oggi invece siamo tendenzialmente contenti (o almeno, io lo sono sinceramente) di poter vedere queste band dal vivo, ancora una volta.

Dopo tutta questa premessa, dove ci troviamo nel 2024? I Fear Factory hanno un solo membro originale nella lineup, mentre i Biohazard al netto di vari periodi di scioglimento/congelamento, ogni tanto tornano con la lineup classica per un tour. E ripeto, è una sorta di benedizione poter vedere le due band insieme, questo è stato un concerto favoloso per i rimastoni degli anni 90, lo dico con il cuore in mano e le note di Replica e Urban Discipline ancora nelle orecchie.

In questa piovosa serata a Fontaneto D’Agogna non si perde tempo: non ci sono opener, ci sono solo i due co-headliner, e così dopo che le casse del locale fanno pompare Pedro di Raffaella Carrà in versione techno, la musica si blocca, dai microfoni parte un “Vaffanculo” accolto da applausi e i Fear Factory salgono sul palco. Li avevamo già visti con Milo Silvestro alla voce pochi mesi fa a Milano, e possiamo solo confermare tutti i complimenti sia al nostro “orgoglio italiano nei FF”, sia alla nuova era della band. E’ esattamente con questi termini che Milo descrive la direzione presa dai Fear Factory, ed è giusto così: Dino Cazares rimane il cuore di questa macchina e le canzoni sono ormai dei classici del metal, al punto che non importa se la lineup è cambiata parecchio. Anzi, se questo è stato fatto nell’ottica di dare una performance migliore (e Burton C. Bell non era in grado di offrirla da oltre un decennio), la Nuova Era è più che benvenuta. Fra una bestemmia in italiano e un coro al buon vecchio Dino, il set dei Fear Factory scorre che è un piacere.

Poco meno di mezz’ora di cambio palco, e la prima parte di State of the World Address viene usata come intro all’ingresso dei Biohazard. Il loro set è nostalgia pura, al punto che non viene suonato materiale successivo al 1994: insomma, ci sono canzoni dai primi 3 dischi ed è addirittura ignorato già Mata Leao, che all’epoca ottenne un gran successo di critica e pubblico. Ma al Phenomenon non c’è nessuno che si lamenti di questa scelta, perché son tutti felici di pogare e dare pugni al cielo sulle note di Tales From the Hard Side o Wrong Side Of The Tracks. La cosa più importante è che la band dà l’idea di aver veramente voglia di essere in tour e di stare sul palco: Billy Graziadei si esibisce con un sorriso stampato in faccia per tutto il tempo, e tutti i musicisti vanno continuamente a cercare il contatto con il pubblico, arrivando anche a suonare in piedi sulle transenne e cedendo al crowdsurfing con la chitarra in mano. Evan Seinfeld, esibendo un fisico che chiunque vorrebbe avere a 57 anni (ma anche a 28 anni), ha abbandonato il suo lato più serioso e si lascia spesso andare a battute di vario genere, da un “Viva la figa” in italiano per incitare il pubblico, al ricordo di quando lavorava in una pizzeria italiana e veniva chiamato Evanuccio. Ve lo immaginate, il colosso di oggi a venire chiamato con un ridicolo vezzeggiativo? Anche la presentazione della cover dei Bad Religion ha stampo ironico: “Adoriamo questa canzone, ma chi l’ha scritta non la suona dal vivo da anni e quindi è caduta in disuso e ce ne appropriamo noi. Anzi, avvisateci se sentite che i Bad Religion la suonano”, e quando sulle note di We’re Only Gonna Die il pubblico non suona come richiesto, Billy si butta per terra e finge di dormire e i Biohazard minacciano di lasciare il palco perché siamo addormentati.
Sì, poi la cover viene suonata, ed è seguita da Punishment e Hold My Own per chiudere la serata: non stavamo dormendo, ci stavamo solo trattenendo, risparmiando le forze per l’ultimo moshing meritevole. Perché sì, essere dei “rimastoni anni 90” significa che anche noi ci avviciniamo ai 50 anni, ma vogliamo mostrare tutto il sostegno possibile per un tour colossale oggi come poteva esserlo 30 anni fa. Ad avercene, di band che suonano ancora così e con un pubblico così!

Biohazard Evan Seinfeld Phenomenon Fontaneto live 2024

Fear Factory al Phenomenon: la setlist

What Will Become?
New Breed
Recharger
Shock
Edgecrusher
Powershifter
Disruptor
Fuel Injected Suicide Machine
Linchpin
Archetype
Demanufacture
Replica
Zero Signal

Biohazard al Phenomenon: la setlist

Shades of Grey
What Makes Us Tick
Tales From the Hard Side
Urban Discipline
Chamber Spins Three
Black and White and Red All Over
Victory
Wrong Side of the Tracks
Five Blocks to the Subway
Love Denied
How It Is
Tears of Blood
We’re Only Gonna Die (Bad Religion cover)
Punishment
Hold My Own

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