Bob Dylan compie 70 anni. Le storie curiose delle sue canzoni migliori
Il compleanno di Bob Dylan e alcune curiosità sulle sue canzoni
Duluth, Minnesota. E’ il 24 maggio del 1941 e i coniugi Zimmerman, emigrati dall’Ucraina dopo le persecuzioni antisemite del 1905, danno alla luce un figlio. Robert Allen diventerà uno dei personaggi più influenti nella storia della Cultura statunitense. Autore di album memorabili, canzoni studiate nelle scuole: inni di un popolo che, negli anni della contestazione giovanile, scoprirà le sue origini, grazie anche al suo talento.
Bob Dylan compie settant’anni e non c’è modo di dire in poche parole quanto questo schivo e illuminato artista abbia influito su intere generazioni di cantautori. Dylan ha letteralmente inventato un modo nuovo di approcciare le speranze, il cambiamento e la consapevolezza di un paese che faticava a trovare una sua identità, nato da mille luoghi e con tradizioni culturali molto diverse.
Le sue canzoni (dalle più intime a quelle considerate ‘di protesta’), hanno avuto centinaia di punti di contatto con ogni aspetto della vita quotidiana. Dalla letteratura (la sua “Subterranean Home Sick Blues” del 1965 prende in prestito il titolo da “The Subterraneans”, il romanzo beat di Jack Kerouac) alla vita in strada (“Mr. Tambourine Man” era il termine con cui venivano chiamati in slang gli spacciatori negli anni ’60 – e Dylan la scrisse proprio dopo essersene ‘servito’). Dall’epopea del West (con la celeberrima “Knockin’ On Heaven’s Door”, scritta per il film “Pat Garrett And Billy The Kid” in cui recitò con una particina) allo ‘spirito dei tempi’ (la contestazione di “The Times They Are A Changin”).
E quanti sanno che “Only A Pawn In Their Game”, il brano del 1964 sui diritti civili (scritto per commemorare l’uccisione dell’attivista di colore Medgar Evers) fu eseguito per la prima volta davanti alle 200.000 persone che assistettero poi al discorso contenente il famosissimo “I have a dream” di Martin Luther King a Washington? O che “Blowin’ In The Wind”, canzone di pace cantata in cortei e persino durante alcune messe non è mai stata pensata come inno di protesta da Dylan?
O la tenerezza di “I’ll Keep It With Mine”, dedicata al rapporto di Nico (che poi divenne cantante e musa dei Velvet Underground) con suo figlio Ari, il ‘mistero’ di “All Along The Watchtower” (in cui – secondo alcuni – il ‘joker’ e il ‘thief’ sarebbero rispettivamente Elvis Presley e Dylan che ‘ruba’ al maestro), l’amore turbolento con la splendida modella e attrice Edie Sedgwick che ispirò “Like a Rolling Stone” (e l’anno successivo “Femme Fatale”, sempre dei Velevet Underground).
Per non parlare del suo ‘controverso’ rapporto con stampa e critici, ben sintetizzato in “Ballad Of A Thin Man”, in cui se la prendeva con un fantomatico “Mr. Jones”. Anni dopo si scoprì essere Max Jones, penna del “Melody Maker”, che dichiarava di non capire i suoi testi. C’è una vita di storie e di musica in questi 70 facts che ci regala l’NME per celebrare il compleanno di Dylan. C’è una discografia intera da mandare a memoria, testi da leggere, bootleg e incisioni dal vivo. A noi non resta che augurare un buon compleanno a lui e augurare a noi che il ‘menestrello di Duluth’ continui a scrivere capolavori, cantarli con la sua voce sgraziata e inconfondibile, cambiando ancora il nostro modo di vedere le cose.