Braschi, Buon Tutto è il nuovo singolo del cantautore: “Ecco com’è nato”
Il cantautore ha partecipato al Festival di Sanremo con la canzone “Nel Mare Ci Sono I Coccodrilli”.
Si intitola Buon Tutto (Effe, distribuzione Artist First) ed è il nuovo singolo di Braschi. Una canzone, quella del cantautore 29enne, che è nata durante il lungo periodo di quarantena: il cantautore, mentre laovrava al suo nuovo album, ha ritrovato una vecchia canzone lasciata nel cassetto e ha deciso di rispolverarla. Così questo singolo appare come il miglior augurio possibile dopo un momento così drammatico. Queste le sue dichiarazioni:
“E’ nata quasi per caso. Durante questi mesi di clausura, come tutti, mi sono messo a sistemare un po’ di cose che avevo lasciato da parte. Quel genere di cose che pensi di mettere in ordine non appena ne avrai il tempo. Tra le tante cose accatastate, ho scoperto così di avere un vecchio hard disk che non ricordavo nemmeno di più di possedere. Una volta aperto, la memoria è volata immediatamente a tre, quattro anni fa. Ai tempi, avevo registrato l’idea per un ritornello che diceva: “tanta fortuna, buon tutto”, quasi fosse un mantra o una preghiera. Risentendola ad anni di distanza, non ci ho messo molto a capire che si trattava della preghiera giusta da fare uscire in questo momento, dopo questi mesi di stasi delle nostre vite. Per tentare di tornare a quello che eravamo e riprenderci il nostro passo naturale. Il passo successivo è stato quello di scrivere le strofe, che sono uscite di getto, come se le parole non aspettassero altro che uscire dalla mia penna. Ne è venuta fuori una canzone che rispecchia perfettamente entrambi gli aspetti principali dei mesi passati in reclusione: la solitudine e la speranza. Un inno, un tormentone punk, se vogliamo dire così. Fondamentale, in ogni senso, l’apporto di Giovanni ‘Giuvazza’ Maggiore, che più di ogni altro ha creduto che Buon Tutto dovesse venire alla luce. Se non altro perché anche il fato ci aveva messo del suo affinché ciò avvenisse. E si sa, a certe cose non ci si può opporre. Io e Giuvazza abbiamo lavorato sodo insieme, prima virtualmente e, quando il virus ce l’ha permesso, fianco a fianco nei suoi studi sopra le colline di Santarcangelo di Romagna. Il lavoro è poi continuato a Roma, dove abbiamo effettuato i mixaggi e ha trovato infine conclusione a Miami, dove ha avuto luogo il processo di mastering. “Ci vediamo domani in una notte migliore di questa”, ci toglieremo la mascherina, torneremo a guardarci in faccia e forse a quel punto non avremo più bisogno di fingere nulla. Con tutte le conseguenze del caso”.