Britney Spears: “Femme Fatale”, la recensione
In ambito relazionale si parla spesso della crisi del settimo anno così come in quello musicale si fa allusione a quella del settimo album (in realtà Caparezza anticiperebbe già al secondo, ma tant’è) . Potremmo dire lo stesso in merito al nuovo progetto discografico di Britney Spears, appunto il settimo della sua carriera? Parliamone.Dopo quasi
In ambito relazionale si parla spesso della crisi del settimo anno così come in quello musicale si fa allusione a quella del settimo album (in realtà Caparezza anticiperebbe già al secondo, ma tant’è) . Potremmo dire lo stesso in merito al nuovo progetto discografico di Britney Spears, appunto il settimo della sua carriera? Parliamone.
Dopo quasi 13 anni di fama il suo personaggio non ha mai visto declino: partita in maniera fenomenale, l’ex ragazzina della Louisiana ne ha fatta davvero molto di strada. All’inizio “chiedeva più tempo” (forse per farsi conoscere al grande pubblico); poi ha incominciato a scusarsi per “averlo fatto di nuovo” (probabilmente si riferiva al nuovo successo che di li a poco si sarebbe fatto largo in merito al secondo disco); una volta conquistato il globo terrestre ha deciso di proporsi come “schiava” (quando invece i veri schiavi eravamo noi e lei la nostra padrona); ad un certo punto ha incominciato a stufarsi del percorso fin’ora costruito e si è concessa una parentesi “contro la musica” che sino a quel momento l’aveva portata in alto: da qui un bacio “tossico” con l’archetipo Madonna il quale deve averle fatto molto male visto che nella successiva evoluzione continuava ad urlare “dammene di più” quasi come se si fosse assuefatta (una droga?) alla sua presenza… non è un caso infatti se, in quel periodo, dava segni di squilibrio celebrale; in seguito per fortuna, dopo essersi rimessa in sesto, si è scagliata contro i “gigolò” con una costante balbuzie (effetto collaterale della ripresa in atto dopo il periodo buio); adesso, come segnale che i conflitti psicologici non sono finiti, inizia a far evolvere il suo antagonismo ed anzichè scagliarsi “contro la musica”, come faceva un tempo, inizia a porsi “contro se stessa”, il che probabilmente costituisce una metafora del fatto che la nuova Britney vorrebbe mettere a tappeto quella vecchia definita da molti pazza, squilibrata e con un pallone al posto della testa (ah… se quella macchinetta per capelli potesse parlare!).
E’ proprio con questa mentalità che nelle ipotesi l’artista cerca di aprire le danze del nuovo “Femme Fatale“, danze che dal punto di vista fisico stentano ad arrivare ma che ci hanno pure fin troppo stancato per ciò che concerne quello musicale. Fatte queste premesse con cui abbiamo descritto bizzarramente l’excursus artistico di Miss Spears ed i suoi intenti attuali, avventuriamoci nella recensione del suo ultimo album.
Till The World Ends. Claps, David Guetta, cori da stadio e tanta dance tamarra aprono nel peggiore dei modi un disco che era stato osannato in principio dai “soliti noti” messi appositamente li per creare appeal. A livello melodico siamo nel solito campo, visto che di stadi si parla, di Britney Spears: strofa, ritornello, hook e bridge sono tutti tremendamente orecchiabili (non è difficile quindi immaginare il perchè la casa discografica l’abbia scelto come secondo singolo). Si parte male. Voto: 3
Hold It Against Me. “Il nuovo singolo della principessa del pop – perchè bisogna sempre ricordare che la regina è Madonna (n.d.r.) – spacca di brutto. E’ una novità e nessuno lo fermerà”. Ecco cosa gridavano quei “soliti noti” prima che uscisse il brano ed in effetti hanno avuto anche ragione: la canzone è partita in quinta per poi avere una discesa vertiginosa nei giorni a seguire. Insomma: tra il sali e scendi non si è “mai fermata”. Mica si è posizionata li in pianta stabile alla numero uno?! No. “Originalità di qua ed originalità di la”: ma dove l’hanno vista? Un’icona del pop dovrebbe continuare ad innovare e stimolare senza mai adagiarsi sulla moda del momento che non è nemmeno di qualità. Con “truzzo” (il che risulta essere dispregiativo) chiamano il sound che ultimamente si sente a destra e a manca ed in cui Britney è caduta con tutti i tacchi, quelli che in malo modo riesce a portare quando si esibisce di recente. Per sua fortuna ancora una volta la melodia è l’unico elemento che riesce a salvare un brano che altrimenti avrebbe avuto poco da dire. Già immagino le stesse melodie con un background di arrangiamento diverso: la mente e l’orecchio volano verso orizzonti molto interessanti che se solo fossero scrutati potrebbero dare nuova linfa vitale a noi estimatori di pop. Voto: 5 meno
Inside Out. Tah dah! Qui la cantante zittisce tutti quelli che aspettavano di criticarla. Metrica pazzesca, musica innovativa, atmosfera sensuale ed intrigante e gestione vocale perfetta nella strofa (c’è molta scioltezza nel cantare quella tipologia difficile di liriche). Il “something to remember” dell’ultimo ritornello cantato in controcanto mi fa ricordare la vecchia Britney che riusciva a stare al passo con le giuste intenzioni pop tipiche degli primi anni 2000 . “Singolo subito” !. Voto: 8 e mezzo
I Wanna Go. Purtroppo le belle sensazioni sono già finite. Si ritorna nel campo dance truzzo e questa volta a peggiorare le cose c’è il fischietto alla Bob Sinclair che, mescolato al mood di dj Guetta, da l’idea di quella musica tipica delle peggiori discoteche commerciali di Rimini e Riccione. Si viene a creare così una dimensione anni 2006 fastidiosamente tendente al trash. Voto:4
How I Roll. Per nostra fortuna respiriamo ed è la stessa Britney che pare suggerircelo con quei pseudo-sospiri iniziali presenti nella canzone. Le parti in controtempo sono la vera caratteristica di un brano che risulta essere molto appetitoso. Avrei gradito un utilizzo pieno della voce con un minore uso del falsetto e dei suoni gravi. Ad ogni modo questo è risultato essere un buon esperimento. Ci siamo! Voto:7
(Drop Dead) Beautiful feat. Sabi. Il vocoder, questo stupido stratagemma (tutta colpa di Kanye West). Per la prima volta dall’inizio di questo disco non gradisco la melodia. Per fortuna si evita la truzzagine ma questo è troppo poco per dare il pollice alto ad un brano che pare essere un tappabuchi. Voto: 4 meno
Seal It With A Kiss. “Truzz time” featurin’ vibrazioni da terremoto. Un frastuono atroce! Irritanti quegli “uh uh” così come è irritante la voce della stessa cantante che ultimamente si sbottona poco rimanendo molto nelle note del brano senza mai lasciarsi andare a dei vocalizzi extra. Voto:3
Big Fat Bass feat. Will.I.Am. Particolarissima la base. La sua genialità fa passare in secondo piano il fatto stesso che si ammicca anche in questo caso alla musica truzza. La struttura è molto interessante ed anche il modo in cui Britney usa la sua voce lo è. Comunque l’eccesso di vocoder rovina un progetto che per molti elementi è davvero valido a partire dalle percussioni, dal pianoforte in sottofondo, dalle strategie melodiche e dal minestrone di suoni elettronici. “Is gettin’ bigger” martella positivamente. Voto:7
Trouble For Me. Finalmente Britney ritorna a cantare in maniera sistemata: il cambio di registro in falsetto la fa essere una “vera cantante”. Si continua però a voler premere su questi “claps” presenti massicciamente in gran parte del disco: ad un certo punto stancano. Il ritornello è semplice ed incisivo comunque. Può andare! Voto:6 e mezzo
Trip To You Heart. L’atmosfera del “trip” viene ben implementata ma purtroppo i soliti elementi più volte menzionati e verso cui ci siamo opposti continuano a rovinare delle intenzioni di base che appaiono molto buone. Mi viene da immaginare questa stessa canzone in versione acustica: in tal caso il “viaggio” potrebbe essere davvero molto rassicurante a differenza di questo che invece è caratterizzato da curve pericolose. Voto:5
Gasoline. Una Britney vecchio stampo che fa piacere ritrovare. Il ritornello in falsetto da davvero carica così come la chitarra di cui ci si avvale: da non protagonista riesce ad avere un buon valore. Voto: 6+
Criminal. Ci si rilassa adesso: un piffero ed una Brit molto dolce ed intensa ci regalano una bella canzone che riporta il pop a quello che dovrebbe essere ovvero qualcosa di leggero e semplice ma allo stesso tempo con un gran significato alle spalle. La canzone più lenta di tutto l’album fa più sorridere di tutte quelle uptempo che hanno fatto perdere punti a questo progetto discografico e che sono risultate pure molto pesanti. Perchè l’etichetta della cantante le sta levando di torno tutte le belle ballate che potrebbe regalarci? Sono tre album che non ne abbiamo traccia (correggetemi se sbaglio). Voto: 7
Don’t Keep Me Waiting. Oh oh, un pò di pop-rock. Ok: adesso ci stiamo elettrizzando un pò troppo ma … ci piace. Buone le interpretazioni che da la cantante: così ritroviamo il suo carisma di popstar. Il ritornello, anche se ripetitivo, entra in testa e richiama alla mente uno di quei film teen degli anni’90/inizi anni 2000 (non chiedetemi il perchè). Ho comunque l’impressione di aver già sentito il pezzo. Forse ricorda “Do Something”? Voto: 7 meno
He About To Lose Me. Eccolo il gioiellino dell’album. Voce intrigante: è la Britney che mi gasa, quella che sembra stia vomitando (lasciatemi passare questa analogia). Ma la vera forza è il ritornello: estremamente accattivante. Ho già dichiarato la mia voglia di avere primi singoli di questo stampo. Voto: 8 e mezzo
Selfish. Di nuovo ‘stì claps con il truzz time? E basta. E poi ne vogliamo parlare di questo “boom boom”? David Guetta e la sua brutta influenza continuano a mietere vittime. Ridateci Pharell please. Voto:2
Up And Down. Il liet motiv leitmotiv di tutto il disco fa la sua comparsa finale rovinando la conclusione di un progetto che ha molti punti succulenti ma che purtroppo vengono oscurati da singoli e brani pieni di cattiva qualità. C’è da dire però che l’ “up and down” ti entra proprio nel cuore. Voto:4
All’inizio di questa recensione ci chiedevamo se per Britney Spears ci fosse stata la crisi del settimo album e, grazie ad alcune canzoni che hanno salvato il lavoro, possiamo scongiurarne il pericolo. Insomma: la cantante sul versante artistico è ancora in vita ma purtroppo il rischio di andare in sala di rianimazione è molto alto. Servirebbe un buon medico che, dopo un’attenta diagnosi, le faccia trovare la giusta strada da intraprendere per ritrovare il tanto amato status quo di principessa del pop. Adesso è come tante altre, se non peggio.