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Brother & Bones, To Be Alive: Rich Thomas a Soundsblog, “E’ il risultato di tutti i nostri lavori precedenti”

La band, tra le realtà più promettenti della scena indie inglese, sarà in concerto a Milano il 4 giugno al Circolo Arci 75Beat

pubblicato 4 Giugno 2014 aggiornato 29 Agosto 2020 18:12

Avrete sicuramente sentito in radio “To Be Alive”, il brano con cui i Brother & Bones si stanno imponendo sulla scena indie inglese: originari del sud-ovest della Cornovaglia, i loro video hanno raggiunto su Youtube oltre 40.000 visualizzazioni solo attraverso il passaparola, e oggi come oggi non è una cosa scontata.

L’ep “To Be Alive” (ascoltabile qui), che segue “For All We Know” (2012) è stato pubblicato nel novembre 2013 e il prossimo 4 giugno Rich Thomas – voce -, Alex Karban – basso -, James Willard – chitarra -, YannisSachinis – drum kit – e Robin Howel-Sprent – batteria/percussioni – suoneranno al Circolo Arci 75Beat di Milano.

Gavetta i Brother & Bones ne hanno fatta parecchia, dato che hanno suonato negli ultimi due anni nei maggiori club di Londra registrando il tutto esaurito, e anche come supporter di artisti quali Feeder, Ben Howard e Paolo Nutini. Ma conosciamoli meglio…

Come nasce il vostro ep?

Abbiamo già pubblicato tre lavori, e ognuno è diverso, canzoni comprese. I brani del nostro ep più recente, “To Be Alive”, hanno strutture e arrangiamenti che si differenziano molto. Lo abbiamo registrato nell’arco di 6 mesi. In generale la registrazione è stata molto organica: appena finivamo un pezzo lo registravamo. Di solito io scrivo le canzoni con la chitarra acustica, poi la faccio sentire al resto della band e ci lavoriamo sopra. “To Be Alive” è il risultato finale di tutti i nostri dischi precedenti.

Avete fatto tour con numerosi artisti in passato, e tra poco suonerete a grandi eventi come il Download Festival.

Sì, da quando ci siamo formati siamo andati moltissimo in tour.

Ho letto che avete anche avuto un grosso successo su Youtube, solo grazie al tam tam.

Sicuramente tutto questo è successo grazie al fatto che abbiamo suonato tantissimo. E’ qualcosa che aiuta molto: le persone vengono al concerto e poi cercano informazioni su di noi, per continuare ad ascoltarci. Il web sicuramente contribuisce a diffondere il verbo. Siamo fortunati a collaborare con il nostro videomaker, che ha realizzato i videoclip. Ci conosce molto bene, noi e la musica che facciamo, per noi l’aspetto visuale e creativo è molto importante.

Questa sera suonerete in un club milanese, pensate che sia la dimensione migliore per gustare la vostra musica?

Ci piacciono molto i piccoli club, cerchiamo sempre di suonarci. Abbiamo suonato in piccole venue in molti posti, è una questione di dimensione della musica.

E dall’Italia cosa vi aspettate?

Ogni Paese è diverso: il pubblico inglese è diverso, così come è diverso il pubblico tedesco ad esempio. Non so bene come potrà reagire la gente alla nostra musica qui, ma speriamo che gli piaccia e che il pubblico si diverta!

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