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La mamma di Giulio Regeni contro Roberto Vecchioni, la replica del cantautore

La madre del ricercatore italiano torturato e ucciso in Egitto aveva detto: “Non abbiamo bisogno di canzoni su Giulio”. Vecchioni: “Ci sono rimasto male”

pubblicato 10 Maggio 2019 aggiornato 27 Agosto 2020 13:29

Ci sono rimasto male. Le ho detto che questa è una canzone simbolo, in cui la madre protagonista è in realtà una madre universale. Come Andromaca, la mamma di Cecilia nei Promessi sposi, Ida per la Morante o la Madre coraggio di Brecht. Una madre che esce dalla sua fisicità e rappresenta tutte le donne che non possono pensare che il loro figlio non ci sia. Al centro del pezzo ci sono le mamme del mondo, e i loro figli meravigliosi“. Così il cantautore Roberto Vecchioni, in un’intervista al sito Rolling Stone, ha replicato alle dichiarazioni rilasciate nelle scorse ore da Paola Regeni, mamma di Giulio, giovane ricercatore italiano torturato e ucciso in Egitto, al quale Vecchioni ha dedicato una canzone dal titolo Giulio inclusa nell’ultimo album L’infinito.

La signora Regeni, al Salone del Libro di Torino, aveva detto:

Non abbiamo bisogno di canzoni su Giulio, come quella scritta da un noto cantautore settantenne (ndr Roberto Vecchioni), o di scoop giornalistici come quello recente fatto da una giornalista che rendendo noto un nome ci ha creato un grave danno, ma di condivisione e collaborazione. Chi sa, chi vuole dire qualcosa sulla morte di nostro figlio, prima parli con la sua famiglia e con il nostro legale. Così ci potete aiutare; in caso contrario è meglio il nulla, grazie. Ci siamo già noi.

Vecchioni ha proseguito così la sua replica:

Si fa accenno alla vicenda di Giulio, ma in maniera corretta e innamorata, senz’altro dalla sua parte. Per questo non credo di aver leso alcun diritto della signora, che conosco e a cui voglio bene.

Vecchioni, infine, ha spiegato perché ha detto no alla richiesta di Paola Regeni di rinunciare alla pubblicazione del brano:

Me lo imponeva la mia libertà espressiva, non mi si può togliere una canzone. Ho mantenuto la promessa di non cantarla in tv o parlarne con i giornalisti. L’ho cantata in teatro e la farò in tour, ma l’ho tenuta in un angolo. Non l’ho fatta diventare un singolo per rispetto a lei, anche se ci avevo pensato. Non volevo strumentalizzare la vicenda, non so cos’altro avrei dovuto fare.

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