Canzoni straniere anni 90: ve le ricordate?
Una selezione di canzoni uscite nel 1993, tra reminiscenze rock, momenti grunge, guizzi punk e due perle trash finali: le scelte di Soundsblog.
Se diciamo vent’anni fa, è probabile che molti dei nostri lettori non fossero nemmeno nati, mentre altri si avviavano verso le scuole elementari o alcuni entravano direttamente nelle aule dei licei. Parliamo nello specifico del 1993, un anno seminale nella storia della musica mondiale e italiana con l’uscita di moltissimi dischi importanti, singoli di successo, avvii di carriere che ancora oggi resistono e brevi lampi di artisti che seguono il vecchio copione della one hit wonder.
Ispirato da un’estate che sta ancora cercando i suoi veri tormentoni, anche se effettivamente se ne stanno affacciando molti e le classifiche sono dominate da canzoni che restano pesantemente in testa come Blurred Lines di Thicke e Get Lucky dei Daft Punk, Soundsblog ha deciso di riportarvi indietro nel tempo selezionando ben venti canzoni internazionali uscite esattamente vent’anni fa, nel 1993 appunto, per ricordarci come eravamo, vedere quali brani hanno resistito all’usura e quali artisti continuano a suonare ed accompagnarci con più o meno discrezione.
Se ci siamo dimenticati di qualcuno, segnalatecelo pure che aggiorneremo la lista.
1) Beck – Loser
Sì, questa canzone ha venti anni. Fece la sua comparsa su MTV nel 1993 e divenne subito l’inno dei giovani universitari costretti a lavori poco gratificanti durante gli anni della recessione dei primi Novanta. Io per prima ho sgranato gli occhi e poi mi sono contata le zampe di gallina lì intorno per sentirmi definitivamente agée, ma per fortuna Beck sta per pubblicare il disco nuovo e mi consolo così.
2) Nirvana – All Apologies
L’ultimo singolo pubblicato ufficialmente dai padri del grunge con Kurt Cobain ancora in vita esce nel dicembre del 1993 e ha Rape Me come lato B. Non ha un video ufficiale se non quello registrato successivamente all’Unplugged in New York: fu la band stessa a rifiutarsi di farne il videoclip per protesta contro MTV, che contrastava il titolo di Rape Me.
3) Radiohead – Creep
Ci credereste? Pablo Honey, album di esordio dei Radiohead trascinato dal successo incredibile di Creep, ha compiuto esattamente vent’anni a febbraio. I suoni acerbi facevano intuire ma non svelavano quella che sarebbe stata la direzione di una delle più grandi band esistenti, capaci di spaziare tra mille generi musicali e concept incredibili.
4) Rancid – Hyena
Secondo singolo dell’album d’esordio omonimo della punk-rock band americana, agli albori del successo e agli inizi della carriera. I semi per essere una delle band del genere migliori di tutti i tempi sono proprio qui, nel punk inc***atissimo di questa canzone.
5) Stone Temple Pilots – Plush
Scott Weiland alla voce sfidava i Pearl Jam e soprattutto Eddie Vedder, pur mancando totalmente del carisma di quest’ultimo. Gli Stone Temple Pilots tenevano la scena con gli stessi toni baritonali e una serie di riff ben più acidi di quelli dei colleghi; questa canzone li presentò come esponenti importanti del movimento grunge. La band ha attualmente rimpiazzato Weiland con l’ex cantante dei Linkin Park Chester Bennington, che ne ha preso il posto al microfono.
6) Lenny Kravitz – Are You Gonna Go My Way?
Terzo album in studio per il chitarrista e cantante americano, non ancora in crisi mistica e resistente alle sirene del pop-rock più blando. Un brano tiratissimo e irresistibile, ipersexy e caldo come il protagonista, con il drumming potente della storica batterista Cindy Blackman a portarne la coda finale all’estrema goduria. Alzi la mano chi non avrebbe voluto essere invitato a quelle feste.
7) Counting Crows – Mr Jones
L’intro di chitarra e uno degli “sha la la la la yeah” più riconoscibili di sempre, grazie alle adenoidi di Adam Duritz. Il pop-rock americano fatto di ballad acustiche e testi intensi al suo meglio, con questa hit che resta tuttora il loro singolo più famoso e conosciuto.
8) R.E.M. – Everybody hurts
Definita una delle ballad più tristi di sempre, è accompagnata da un video bellissimo ispirato a Il cielo sopra Berlino di Wim Wenders. Farebbe piangere anche un cuore di pietra per la potenza del messaggio nel testo e il cantato pieno di sofferenza di Michael Stipe. Fuori i fazzoletti.
9) Crash Test Dummies – Mmm mmm mmm mmm
La canzone di maggior successo del gruppo canadese aveva un testo surreale, un video assurdo e un cantato da basso profondo che rimescolava dentro. Nessuno può dimenticare le note basse raggiunte dalla voce di Brad Roberts. Ora mormoriamola tutti.
10) Rage Against The Machine – Killing in the name of
Probabilmente è il brano da pogo più famoso della storia: attivissimo, rabbioso, urlato, con riff incredibili e una sezione ritmica da spaccarsi le mani, fu il primo singolo dell’omonimo album di debutto dei Rage Against The Machine (recentemente ripubblicato proprio per il ventennale) e li catapultò verso un successo planetario dal quale non si fecero mai troppo intaccare. “And now you do what they told ya.”
11) Duran Duran – Ordinary World
La popolarità della band anni Ottanta era scemata quasi definitivamente quando tirarono fuori questo gioiellino pop che li riportò in cima alle classifiche, specialmente in Italia, riaprendo le danze di una carriera che arriva fino ad oggi.
12) 4 Non Blondes – What’s up?
Dobbiamo veramente parlare di questa canzone di Linda Perry? No. Basti sapere che ogni duo acustico composto da una chitarra e voce femminile l’avrà sicuramente in repertorio. And I say HEEEEY HEEEEY HEEEEE HE HE…
13) Spin Doctors – Two Princes
Siamo dalle parti del pop-rock americano alla sua massima potenza, grazie all’energia della batteria e del ritornello che racconta di una controversa storia d’amore. La band è ancora in attività, pur se lontana dai fasti di questo singolo potentissimo.
14) Soul Asylum – Runaway Train
Qualcuno ci aiuti coi Soul Asylum. La loro canzone di maggior successo usciva esattamente venti anni fa e secondo Wikipedia sono ancora in attività, ma altre notizie non ne abbiamo. Runaway Train, comunque, si fa ancora ascoltare e soprattutto guardare, per il video diretto da Tony Kaye (regista di American History X) che mostrava le immagini di ragazzi scappati di casa o dispersi, e fu uno dei primi video a testimoniare la potenza mediatica delle canzoni rock quando molti di quei dispersi o fuggiti ritornarono a casa.
15) Jamiroquai – Too Young To Die
Primo singolo dell’album d’esordio Emergency On Planet Earth, con Jay Kay ancora acerbo e la band paladina del ritorno del funky anni settanta agli albori del successo. Energia pura e quel “du du du du da da ooh – da da ooohah” che non si dimentica tanto facilmente.
16) Aerosmith – Cryin’
Uno dei video più famosi della band, all’apice della loro rappresentanza del rock slabbrato dalle melodie irresistibili degli anni Novanta, con l’attrice americana Alicia Silverstone che divenne la “Aerosmith Chick” in altri due videoclip. Vinsero anche premi per questo video, che trascinò l’album Get a Grip verso il successo.
17) Letters To Cleo – Here & Now
La band americana di rock aveva un solo disco all’attivo quando questo singolo venne estrapolato e messo nella colonna sonora di Melrose Place. Successo immediato e popolarità alle stelle. Ancora attivi oggi dopo la reunion, non si conoscono altri dischi.
18) Pearl Jam – Daughter
Secondo singolo del disco Vs., uscito proprio vent’anni fa, non ha video ufficiale per la protesta che la band mise in atto dopo la censura del precedente video di Jeremy, uscito due anni prima. Indubbiamente una delle ballad rock più belle dei Pearl Jam.
19) Haddaway – What Is Love?
Sì, siamo impazziti e sbrachiamo con le ultime due. Indissolubilmente legata al capolavoro trash cinematografico con Raoul Bova al suo massimo splendore (lo sapete tutti e non ve lo nomino). L’estate del 1993 fu martellata da questo brano dance potentissimo che tuttora, quando viene trasmesso, mi porta a movimenti incontrollati e di dubbio gusto urlando “baby don’t hurt me, don’t hurt me no more”
20) Take That feat. Lulu- Relight My Fire
Una cover di perfetta dance anni Novanta che trascinò i cinque inglesi in cima alle classifiche per l’ennesima volta. Il video è di rara bruttezza, con quelle magliettine croppate e i balletti improvvisati quasi imbarazzanti, ma eravamo all’apice del successo dei Take That: mettetevi pure a muovere i piedi e il sedere senza ritegno.