Cesare Cremonini La teoria dei colori La Recensione
La recensione del nuovo album di Cesare Cremonini La teoria dei colori, leggila su Soundsblog
Ne sono passati di anni da quando Cesare Cremoni era esploso in Italia, insieme ai Lunapop. Vespe, giorni migliori, qualcosa di grande in una coppia… Sono ancora forti, in noi, i ricordi di quei pezzi che avevano conquistato quasi tutti. Successi, vendite, tormentoni. Poi, c’è stato Cesare Cremonini da solo. Nel 2002 la fine del gruppo.
Ed ecco la decisione del leader della band di provarci da solo, prima con Bagus, poi Maggese e Il Primo bacio sulla luna. Ma pochi giorni fa, è uscito il quarto lavoro di Cremonini. A distanza di dieci anni esatti dall’annuncio dello scioglimento del gruppo. E possiamo dire che anche l’ex Lunapop è maturato, è cresciuto nel tempo e non ha paura di rischiare accomodandosi su brani di sicura presa commerciale. Prova a sperimentare, con sfumature diverse della sua musica e della sua voce. Tutto questo è presente ne “La teoria dei colori“, un album piacevolmente sorprendente. Promosso? Sì, decisamente.
Dopo il salto, la recensione:
01. Il comico (Sai che risate): Primo singolo che ha anticipato il nuovo album e di cui è uscito da pochi giorni il video ufficiale. Un pezzo originale con un ritmo interessante, malinconico, non banale e in crescendo. Voto: 7 e 1/2
02. Una come te: Canzone dedica ad una donna misteriosa, canto d’amore verso questa figura femminile (“una come te non la puoi dimenticare”). Affronta il tema amoroso senza banalizzarlo ma nemmeno senza incappare in passaggi un po’ scontati (“mi piace da morire”). Voto: 7
03. Stupido a chi: Doppio voce a ripetere le strofe di Cremoni (sempre la sua) per una canzone leggera che punta a tormentone con un ritornello da subito accattivante. Voto: 7+
04. L’uomo che viaggia fra le stelle: “Questa canzone non è triste, solo tristemente vera”. Si cambia ritmo, Cremonini diventa intimista con un brano romantico che potrebbe candidarsi facilmente a singolo. Finora la migliore. Voto 8
05. Non ti amo più: Non fatevi ingannare dal titolo, non aspettatevi una ballad deprimente. Cremonini sceglie comunque un ritmo frizzante anche per descrivere la fine di un amore (“Possono fare quattro parole un addio”): Voto: 7+
06. Amor Mio. Altra vera e propria ballad con una dichiarazione d’amore accompagnata dal pianoforte con la voce del cantante che non viene esasperata ma diventa quasi una ninna nanna sentimentale tra rassicurazioni e promesse d’amore. Dovesse uscire come singolo potrebbe avere tutte le carte in regola per diventare una hit Voto: 8+
07. I Love you: inizio con atmosfere di brani anni ’60 subito spazzati via dal ritmo incalzante dal sapore retrò che accompagna tutto il pezzo. Malinconico ma energica, da titoli di coda di una storia d’amore ricordata. Voto: 6/7
08. Ecco l’amore che cos’è: Cremonini ci spiega l’amore che cos’è ma perde punti nella parte del ritornello, troppo urlata e caotica. Voto: 6
09. Tante cose belle: Altro pezzo sull’innamoramento (“Adoro, adoro adoro i tuoi grovigli”), con una musicalità diversa dal brano precedente e un Cremonini che usa la sua voce senza esasperarla. Guadagnandone. Voto: 7
10. La nuova stella di Broadway: L’ex Luna Pop racconta la lontana storia di una coppia, un uomo d’affari e una ballerina di jazz, uniti dall’amore, tra Fred Astaire e una dea nel letto, stile Ginger Rogers Voto: 6/7
11. Il sole: Ultima traccia, forse la più debole, con la metafora di un capitano che deve affrontare molte disavventure prima di poter sentire il sole battere nuovamente sulla sua pelle. Voto: 5