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Che fine ha fatto l’emo?

«Con il termine emo si contraddistingue un sottogenere della musica hardcore punk. Nella sua interpretazione originale, il termine emo fu utilizzato per descrivere la musica di Washington DC della metà degli anni ’80 e le band associate ad essa. Negli anni successivi, fu coniato il termine emocore (abbreviazione di “emotional hardcore”), usato per descrivere altre

pubblicato 14 Maggio 2010 aggiornato 7 Settembre 2020 15:33

«Con il termine emo si contraddistingue un sottogenere della musica hardcore punk. Nella sua interpretazione originale, il termine emo fu utilizzato per descrivere la musica di Washington DC della metà degli anni ’80 e le band associate ad essa. Negli anni successivi, fu coniato il termine emocore (abbreviazione di “emotional hardcore”), usato per descrivere altre scene musicali influenzate da quella di Washington. Il termine emo deriva dalla volontà della band di “emozionare” l’ascoltatore durante le proprie esibizioni».

Ecco la definizione di “musica emo” rinvenibile su Wikipedia. Quanto riportato però non fa riferimento all’ultima evoluzione di questo stile musicale. Per non farla lunga possiamo dire che negli anni 2000 “emo” è quel genere musicale portato alla ribalta da gruppi quali Tokio Hotel, Cinema Bizarre e, riferendoci al panorama italiano, dai Dari.

E collegato a questa specie di mondo sonoro c’è anche tutto un tipo di cultura che trova la sua espressione più superficiale nell’estetica grazie ad una capigliatura molto sui generis che farebbe invidia perfino a Tina Turner. Insomma: questo è giusto per inquadrare, con parole e definizioni molto spicciole, la moda “emo”.

Fino a qualche anno fa sembrava che il fenomeno si stesse insediando in ogni singolo angolo del globo terrestre: bar, piazze, scuole e via dicendo erano luoghi impregnati di ragazzini che si rifacevano a questo trend sia musicalmente che culturalmente. Inoltre non c’era canale radio o televisivo (i media in generale in realtà) che non ne parlasse: giusto per fare un esempio, i Tokio Hotel erano dappertutto e non c’era classifica, nel territorio europeo, che vedesse la loro assenza.

Eppure da qualche mese a questa parte tutto questo sembra aver avuto un arresto: giorno dopo giorno il fenomeno cala a vista d’occhio tanto che non se ne discute più così tanto. La dimostrazione più evidente di questo è il declino graduale che la band prima citata pare che stia attraversando.

Ovviamente qui non si parla di una scomparsa di questa moda ma si vuole far notare che forse quella che sembrava essere una rivoluzione si è rivelata invece un semplice fuoco di paglia. Concordate o avete opinioni differenti da quella esposta? Dite la vostra nei commenti e nel sondaggio in basso riportato.

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