Christina Aguilera, Lotus, la recensione in anteprima
Christina Aguilera rilascia Lotus il 13 novembre 2012: leggi la recensione in anteprima su Soundsblog
L’inizio della fama con il suo album omonimo, poi il boom con “Stripped”, l’era raffinata da diva con “Back to Basics” e, infine, il flop improvviso con “Bionic”. E’ arrivato successivamente il ruolo di giudice a “The Voice” e l’ottimo riscontro del featuring con i Maroon 5 in “Moves Like Jagger”. E adesso, alla terza edizione del talent show, Christina Aguilera ha deciso di ritornare a mettersi in gioco in prima persona con il suo nuovo album, Lotus e affidarsi a grandi produttori, come Max Martin, Shellback, e Lucas Secon
In tutti questi mesi la stampa si è concentrata sul ritorno sulle scene musicali e sui famigerati chili in più della cantante che, nonostante ribadisca di sentirsi a proprio agio in ogni occasione, viene sempre interpellata sulla sua nuova linea.
Lotus ha una grande responsabilità: riuscire a riportare al successo (con la S maiuscola) la Aguilera, con alle spalle importanti hit e numeri di vendite che, forse, in certi momenti, pesano un po’ nelle aspettative. Riuscirà quest’album a farla risorgere e “sopravvivere”? Lei stessa aveva definito così la scelta del titolo:
“Lotus rappresenta la celebrazione di una nuova me stessa. Per me il lotus ha sempre rappresentato questo fiore indistruttibile che resiste a ogni condizione ambientale circostante. Sopravvive al tempo, rimane bellissimo e forte attraverso gli anni”
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Lotus inizia con la classica “Intro” a cui la Aguilera è tanto affezionata, un marchio di fabbrica -in questo caso molto delicato- che accompagna alla seconda traccia “Army of me” – annunciata da tutti come la “Fighter 2.0” e ripreso apertamente anche nel testo (“Now that I’m wiser/ Now that I’m stronger/ Now that I’m a fighter/ There’s a thousand faces on me”). Ne viene fuori un pezzo potente che potrebbe tranquillamente essere scelto come singolo. Energico, radiofonico e con quel senso di rivalsa che convince.
Se vi dicessi “Woohoo”? No, non è lo stesso sound del brano di “Bionic” ma Xtina lo canticchia nella terza traccia “Red Hot Kinda Love“, leggera e troppo sbarazzina (ma senza rinunciare ai suoi acuti, per alcuni detrattori semplici ‘urletti’). Ecco il primo giudice di The Voice come featuring, Cee-Lo Green, in “Make the world move” ma la sua presenza è davvero appena accennata e limitata quasi al ritornello. Un po’ insapore. E’ poi il turno di “Your Body“, primo singolo estratto, non particolarmente fortunato e che tutti conosciamo. Xtina mangiauomini.
“Let there be love” ha già fatto discutere sul web per la somiglianza iniziale con “Girl Gone Wild” di Madonna. Anche qui ci ritroviamo un simil “Woohoo” con un pezzo pop dance scatenato che ha la scopo dichiarato di voler far ballare. Da subito trascinante. “Sing for me” è dedicato ai fan e rallenta il ritmo dopo cinque brani -Lotus intro esclusa- scatenati: ritroviamo Christina che punta a stupire principalmente con la voce. Poca la musica che accompagna e che, per tutto il pezzo, non risulta invadente. Ecco poi “Blank Page“, la vera ballad dell’album, possibile secondo singolo di Lotus. E qui riascoltiamo la Aguilera versione ‘lenta’ tanto amata, con un pezzo struggente ed emozionante. Con un ottimo video e una buona promozione, potrebbe essere questo il vero trampolino di lancio dell’Lp.
Inizio cupo per “Cease Fire” che modifica nuovamente il sound e si allontana dal genere che abbiamo ascoltato fino ad ora con la cantante che si dichiara stanca di combattere da sola (“I’m tired of fighting for peace/ When I’m alone on this front line”). Subito dopo arriva”Around the world” pezzo nel quale si diverte a riportare alla memoria il celebre ‘Voulez-vous coucher avec moi ce soir’ di Lady Marmelade. “Circles” non vi deve ingannare per il suo ritmo innocente: Xtina torna ragazzaccia (“Spin around in circles on my middle middle finger”) senza fare economia di muther****er”. Cambio di toni con “Best of me“, terza ballad, doloroso ed intimo grido di rivincita verso chi ci flagella l’anima (“But you’ll never get the best of me, No more, Said you’ll never get the best of me, No more Aren’t you tired of throwing stones, Trying to kick me when I’m down, But you’ll never get the best of me no more”). Nel complesso, comunque, alcuni gradini sotto all’ottava traccia.
“Just a fool” è il secondo featuring dell’album, con l’altro giudice rimasto, Blake Shelton. Il risultato è un pop country malinconico che coniuga le due voci in un duetto romantico (“I had my heart set on you/ Nothing else hurts like you do”) e mette la parola fine alla standard edition, senza particolari sussulti.
Nella deluxe version troviamo tre ulteriori inediti: Light Up the Sky, midtempo che esplode soprattutto nel ritornello, dando alla voce di Christina la possibilità di esprimersi, come anche nel caso della successiva “Empty Words” in cui la popstar si scatena. Ultimo pezzo, “Shut Up“,’tamarra’ al punto da richiedere dei Bip nel ritornello. Una “Can’t Hold Us Down” modernizzata anche se meno accattivante.
Tracciando le somme, Lotus è un album che inserisce al suo interno diversi generi, spaziando dalla ballad strappalacrime a quelle meno toccanti, dalla canzone country a quella puramente pop, senza togliere spazio alla dance. Ha pezzi forti, altri meno intensi e alcuni da saltare. Lontano dalla sperimentazione di “Bionic”, si avvicina sicuramente più a “Stripped”. I fan probabilmente lo apprezzeranno e se Xtina si deciderà a fare una seria promozione e a rilasciare i singoli giusti (“Blank Page” e “Army of me” DEVONO diventare singoli, specialmente in questo ordine) la scalata alla classifica può avvenire. C’è bisogno di un pezzo che possa dare spazio alla voce: “Your body” ha avuto tutto il tempo per divertire e incuriosire, probabilmente solo la già citata “Blank Page” potrebbe aspirare ad avere l’attenzione mediatica ottenuta dalle celebri “Beautiful” e “Hurt”. L’album per la famigerata resurrezione è questo, le carte in regola ci sono ma gli errori non sono concessi.
Voto: 7
Foto | Getty Images