Ciao Whitney!
Whitney Houston: muore un pezzo di storia
Whitney Houston ci ha lasciati all’improvviso. Adesso non so da dove devo cominciare. Non so dove voglio andare a parare. Un miscuglio di emozioni offusca le mie capacità razionali e mi impedisce di trovare belle parole che possano rendere giustizia ad una diva. Da quando sono in questo blog è la terza volta che un lutto di questa portata colpisce il mondo della musica e come al solito mi trovo impreparato.
Ma d’altronde come si fa ad essere addestrati dinanzi alla morte? Come si fa a considerare “umani” personaggi che nella coscienza collettiva immaginiamo come delle divinità, immortali sempre eterni e per questo fondamentali punti di riferimento? Le loro figure ci danno sicurezza, quasi come se fossero li a proteggerci, e per questo risulta difficile pensare ad una loro dipartita. Eppure nel momento in cui scrivo queste righe c’è una voce interna che mi suggerisce qualcosa che contrasta con quello che ho appena esplicitato.
“Tale evento non era poi così inaspettato. La fama ti porta alla rovina e trascina con se demoni che prima o poi ti lasciano secco” è la frase che ricorre nella mia mente, in maniera appena fuori dalla latenza, da trenta minuti a questa parte: non si conoscono ancora le cause della sua morte ma non si possono frenare le congetture relative a scenari drammatici, quelli che tutti sappiamo ma che per una questione di rispetto non esterniamo (ancora) apertamente. Leggere a distanza di tempo queste sue dichiarazioni (quelle che vedete a seguire) mette davvero inquietudine: ”Il piu’ grande demonio sono io. Posso essere il mio miglior amico o il mio nemico peggiore”.
Adesso non mi resta altro da fare se non ricordare una leggenda della musica, colei che ha portato LA VOCE nel panorama pop mainstream unendo al genere popolare quel piglio r’n’b che ha gettato le basi del moderno pop’n’b. Ci ha fatto sognare, ballare, innamorare, godere, divertire e perfino gioire.
E mentre concedeva queste sensazioni di benessere probabilmente ci si dimenticava che a stare male fosse proprio lei. Avrebbe avuto ancora alcune cose da regalare, da dire, da raccontare. Purtroppo adesso ha dovuto arrestare la propria corsa lasciandoci senza gli ultimi capitoli della sua bella storia.
Ora c’è un vuoto da riempire e noi, nel nostro piccolo, potremmo provare a colmarlo con alcuni pensieri a lei rivolti. Incomincio col mio e lo faccio rappresentare dal titolo che segue. Ciao Whitney!