Home Notizie Code Orange a Blogo: “Se fossimo persone felici, smetteremmo di suonare nella band”

Code Orange a Blogo: “Se fossimo persone felici, smetteremmo di suonare nella band”

La chitarrista Reba Meyers presenta gli impegni estivi dei Code Orange, in tour da Gennaio per presentare il nuovo disco Forever

pubblicato 14 Giugno 2017 aggiornato 28 Agosto 2020 05:07

Li abbiamo visti, cattivissimi, in apertura per il concerto dei Five Finger Death Punch a Milano: sono i Code Orange, gruppo giovanissimo messo sotto contratto dalla RoadRunner al momento giusto. Forever, il loro ultimo disco, è uscito a Gennaio e decisamente mostra una band matura, con influenze fra gli Hatebreed e i Nine Inch Nails, difficilmente incasellabile in categorie come “hardcore” o “deathcore”, anche se la scena da cui provengono sembra essere proprio quella.
L’Estate 2017 sembra essere la loro Estate, con appuntamenti dal vivo molto importanti in Europa: ne abbiamo discusso con la chitarrista/cantante Reba Meyers, appena finito il concerto di Milano.

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Siete una band impegnatissima, questa Estate: in Europa state suonando a festival enormi, poi siete la opening band di alcuni show dei System Of A Down, inoltre avete date headliner, e altre in apertura per altre band, come stasera… come riuscite a tenere il passo con tutti questi cambiamenti di giorno in giorno?

E’ una situazione fantastica per una band, avere così tante opportunità e così varie fra loro. Non è un problema suonare un giorno per 50,000 persone e quello dopo per 500, sono tutte esperienze molto interessanti, e suoniamo davanti a tantissima gente che non ci conosce e che, si spera, ci apprezzerà.
Quel che posso dire è che fino ad ora, indipendentemente dalla situazione in cui suoniamo, il pubblico è rispettoso – a volte è coinvolto e poga e a volte no, ma almeno non ci fischiano o tirano oggetti sul palco!
Vedremo poi quando torneremo come headliner, se avremo conquistato abbastanza nuovi fan!

Domenica 4 Giugno avete suonato al Rock Am Ring – Venerdì 2 il festival era stato evacuato per un sospetto allarme terrorismo. Il festival ha poi deciso di andare avanti Sabato e Domenica, ma voi, come band che doveva salire sul palco, come avete preso queste notizie allarmanti?

Il Venerdì non eravamo ancora arrivati al festival, ma è stata una notizia ovviamente shockante, uno non si immagina che possa succedere una cosa del genere. Ma poi, una volta che siamo arrivati, non ci abbiamo più pensato, eravamo concentrati sul concerto da suonare. La cosa di cui avevamo più paura erano le dimensioni del palco e della folla, altro che terrorismo!
A livello personale, in ogni caso, non sono cose a cui penso: se qualcosa deve succedere, succederà, ci posso fare ben poco…

Devo dire che questa sera a Milano, con Five Finger Death Punch, Ministry e Monster Magnet, mi sembra un buon bill per voi – suonate una musica brutale ma dalle mille sfaccettature, e stasera qualcuno del pubblico avrà sicuramente avuto la mente abbastanza aperta da apprezzarvi…

Da quel che ho visto sul palco, abbiamo almeno catturato la loro attenzione. Riusciamo a giudicare se il pubblico ci sta seguendo, o se la loro testa è nello spazio, o se iniziano a tirare fuori i cellulari per fare altro. Stasera è andata bene, direi.
Questo è il nostro secondo tour in Italia, siamo passati cinque anni fa con i Feeder suonando due date… chissà se qualcuno che ci aveva visto quella volta, è tornato a vederci. Di sicuro molte cose sono cambiate, in cinque anni!

Cosa, esattamente?

Innanzi tutto abbiamo un membro in più, ora siamo in cinque. Eric ora canta molto di più. In generale, siamo molto più concentrati sulla nostra musica. La cosa rimasta uguale è la nostra rabbia, la musica rimane comunque aggressiva perchè noi siamo arrabbiati come il primo giorno in cui abbiamo imbracciato gli strumenti. Ti dico, se fossimo persone felici, smetteremmo di suonare nei Code Orange.

La vostra musica sembra essere in continua evoluzione, da disco a disco ci sono molte differenze, e anche all’interno di Forever, il nuovo album, le canzoni sono molto eterogenee. Questo vuol dire che state ancora cercando il vostro sound? O il vostro sound è esattamente questo, ovvero un mix di generi difficile da categorizzare?

Hai già dato la risposta: questo è nostro sound, e include talmente tante influenze, che è difficile da categorizzare. Non puoi ascoltare i Code Orange e segnalare due band a cui ci ispiriamo, perchè ascoltiamo così tanti genere diversi, e li rielaboriamo nella nostra musica, che solo qualche radice è intuibile, e i brani all’interno di un singolo disco sono mlto diversi fra loro.

So che siete una band che in studio si concentra su ogni piccolo dettaglio, siete veramente dei perfezionisti… come si traduce questo in un contesto live, dove non avete controllo su molte cose?

E’ una cosa difficile, per noi, perchè come dici siamo dei perfezionisti! Quel che possiamo fare, è arrivare preparatissimi sulla nostra musica, avendo provato per ore e ore come suonare dal vivo i brani, così anche se c’è qualche imperfezione tecnica, qualche problema nelle spie, noi sappiamo andare avanti senza distrazioni. Ormai però lo sappiamo, che dal vivo molte cose possono andare storte, soprattutto a questi festival a cui suoniamo, in cui abbiamo poco tempo e zero spazio per il soundcheck. Stasera a Milano, Eric ha rotto una corda della sua chitarra durante la prima canzone, ma siamo rimasti calmi e si è risolto tutto senza drammi!
Devo dire che i System Of A Down sono stati gentilissimi, ci hanno prestato uno dei loro tecnici e fa una differenza enorme, lavorare con chi conosce bene questi palchi.

Il vostro ultimo disco è interamente disponibile per l’ascolto in streaming gratuito sul vostro canale YouTube ufficiale. Come mai questa scelta?

Sarò onesta, YouTube è uno dei mezzi che più utilizziamo noi stessi per ascoltare nuova musica. A noi interessa far arrivare il disco a più persone possibile, RoadRunner era d’accordo con noi per la scelta, e quindi lo abbiamo messo online. Siamo in tour da Gennaio per presentare Forever, e se qualcuno ci vede dal vivo e vuole ascoltare qualcosa, la possibilità c’è. Poi, se piacciamo, speriamo che comprino anche il disco…

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