Com’è nata la copertina di “S.C.O.T.C.H.” di Daniele Silvestri?
Il disco ci piace. Non tutte le tracce sono all’altezza del talento cantautoriale di Daniele Silvestri, ma la maggior parte vanno dritte al punto con una scrittura che ci restituisce il fermo immagine di un artista in buona forma, con qualche ipotesi di come potrebbe proseguire il suo percorso musicale. Un titolo che è un
Il disco ci piace. Non tutte le tracce sono all’altezza del talento cantautoriale di Daniele Silvestri, ma la maggior parte vanno dritte al punto con una scrittura che ci restituisce il fermo immagine di un artista in buona forma, con qualche ipotesi di come potrebbe proseguire il suo percorso musicale. Un titolo che è un acronimo (a voi inventare il migliore) ma è anche “una delle canzoni più anomale, ma che meglio rappresenta il nuovo progetto. Nel momento in cui ho pensato di farne il titolo generale, mi sembrava che poche immagini potessero rendere meglio il senso della precarietà che stiamo vivendo oggi, la rincorsa continua all’emergenza, riparare le cose facendo solo finta che siano state riparate bene”, spiega in un’intervista.
Un punto di vista non drammatico (l’ironia continua ad essere l’approccio preferito di Silvestri) ma lucidissimo, rafforzato dalle voci narranti di Peppe Servillo e Andrea Camilleri. Tornando al disco e al senso di precarietà, emblematica è l’immagine di copertina. Un muro su cui Daniele campeggia sorridente, ‘incollato’ da decine di strisce di nastro adesivo.
Sorridiamo un po’ anche noi, guardandoci il video del making-of di questo scatto. Dopo il salto invece, trovate quello della prima prova in studio realizzata per il brano “Ma che discorsi”.