Home Recensioni musicali Corey Taylor a Milano: l’uomo dietro la maschera (live report 25 Giugno 2024)

Corey Taylor a Milano: l’uomo dietro la maschera (live report 25 Giugno 2024)

Corey Taylor incanta il pubblico di Milano, mostrandosi felice e a suo agio con cover, brani del progetto solista e ovviamente pezzi di Slipknot e Stone Sour

26 Giugno 2024 19:09

“Guardo il pubblico di Milano e sono pieno di energia positiva. Per molti anni ho sparso sul mondo tantissima energia negativa, perché avevo dei miei demoni interiori, perché ero egoista, perché ero uno stronzo, perché sapevo solo esprimermi così. Ma l’energia negativa porta solo altra negatività, quindi ho deciso di dire BASTA. Da qualche tempo il mio impegno è quello di portare positività nel mondo, e se guardo le vostre facce e sento le vostre urla, capisco che sta funzionando. Io non sono nulla e non possiedo nulla se non ci siete voi, e non dò niente di tutto questo come scontato.”

Questo discorso dà la chiave delle scelte recenti di Corey Taylor, della sua esigenza di comporre album solisti nonostante sia già il frontman di due band di grosso successo, della sua voglia di far cantare la sigla di Spongebob ad un pubblico di metallari che reagiscono con passione. Quel che molti musicisti non comprendono nel momento in cui decidono di fare qualcosa “da soli”, è che questo qualcosa deve essere sufficientemente diverso da quello che fanno nella loro band principale. Corey invece si è dato a estetiche più rock and roll, e soprattutto dal vivo vuole semplicemente divertirsi, anziché essere impegnato a trasmettere odio con gli Slipknot o a portarsi sulle spalle l’intera band con gli Stone Sour. Ecco quindi la già citata cover di Spongebob, ma anche quelle di Echo & The Bunnymen e il recupero del supergruppo Sound City Players, accanto a qualcosa da CMFT e CMF2 e la scelta di portare, sì, anche dei pezzi da Stone Sour e Slipknot. Il concerto è quindi un pacchetto completo, percorre un po’ tutta la carriera di Corey e rende tutti felici.

Un altro punto del suo discorso è vero: non era scontato che l’Alcatraz sfiorasse il soldout. Perché appunto il progetto solista è qualcosa di diverso “dagli Slipknot”, la musica è diversa… e invece l’amore dei fan è stato lo stesso, perché fin dalle prime note di Post Traumatic Blues tutto il pubblico canta tutte le parole, e non ci si ferma mai. Corey (al netto di una certa dose di paraculaggine) dice che non solo siamo il pubblico più rumoroso del tour, ma anche che sappiamo cantare bene tutto – è un complimento che ci si porta a casa volentieri. Poi d’accordo, il delirio lo si raggiunge nel finale con Duality, ma è comunque chiaro che la gente non era qui per vedere “il cantante degli Slipknot”, ma Corey Taylor, cantante. Senza maschere.

Niente foto da sotto al palco per stavolta, spero che le mie parole vi bastino. E questo video, per dare un’idea dell’atmosfera all’Alcatraz.

Corey Taylor a Milano: la scaletta del concerto

Post Traumatic Blues
Made of Scars
Black Eyes Blue
We Are the Rest
Song #3
Beyond
Before I Forget
SpongeBob SquarePants Theme
Snuff
From Can to Can’t
Talk Sick
Home
Midnight
Through Glass
—–
The Killing Moon
30/30-150
Duality

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