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Dig out your soul: Intervista agli Oasis

Ecco l’intervista registrata in esclusiva da Ik Produzioni per il Music Store di Dada: vedetela qui in inglese nel video oppure di seguito tradotta per voi da Alison.Secondo voi, il nuovo album “Dig out your soul” sarà un disco di rottura rispetto al passato. Cosa c’è di nuovo e di diverso nel vostro sound? Non

pubblicato 2 Ottobre 2008 aggiornato 31 Agosto 2020 19:40

Ecco l’intervista registrata in esclusiva da Ik Produzioni per il Music Store di Dada: vedetela qui in inglese nel video oppure di seguito tradotta per voi da Alison.

Secondo voi, il nuovo album “Dig out your soul” sarà un disco di rottura rispetto al passato. Cosa c’è di nuovo e di diverso nel vostro sound?
Non penso che ci sia qualcosa di tanto diverso. Lo facciamo per fare della bella musica. Se suona bene con una chitarra acustica e una voce, allora è una buona canzone. Poi mettiamo su tutto e ci lavoriamo su. Non abbiamo cercato di fare qualcosa di diverso, anche se il risultato è quello. Tutti hanno le orecchie diverse, ma è simile.

Siamo molto consistenti, cerchiamo sempre di fare la stessa cosa, l’ultima volta che abbiamo provato, ci abbiamo messo di più. Quindi, la stessa canzone la terza volta può perdere un po’ della sua magia, ma questa volta ce l’abbiamo fatta tutto la prima volta quindi magari è meglio.


Ci avete messo un po’ a fare questo album: più di un anno. Perché?
Ci abbiamo messo due mesi. Siamo andati ad Abbey Road a novembre, siamo usciti in dicembre, e poi siamo andati a Los Angeles per fare il mix, e siamo tornati a febbraio. Quindi circa quattro mesi.

Abbiamo iniziato un anno fa ma non ci abbiamo messo tanto: la maggior parte del tempo l’abbiamo passato a guardare la TV.


In Italia avete tanti fan, un numero incredibile (sopratutto sull’internet). Avete un messaggio per loro?

Errr… no. Solo, “ciao”.

Ci piace venire in Italia. Ci piace lo stile degli italiani, i vestiti, gli scooter. E la cucina è buona. Spaghetti alla bolognese: il top.

A Milano avete suonato al club Blue Note. Avete intenzione di fare qualche set acustico, come hanno fatto Noel e Gem nei piccoli club nel 2006?

Penso che abbiamo fatto un set jazz quella notte, per il club.

Sì? Penso che sarà per il prossimo anno, non questo. Non vedo l’ora.

Vi piace suonare live con un set acustico?

Amo suonare live. Amo l’insieme della cosa. Amo fare musica, suonarla, è tutto bello. I video non sono belli, non mi piacciono, sono noiosi.

Io penso che dovremmo fare un tour in cui supportiamo noi stessi. Cioè, facciamo una parte acustica, e poi una parte electrica. Questa è la mia piccola…

Ah, sì, una buona idea. Ma sarebbe lungo, no?

Sarebbe lunghissimo.

Cazzo, che lungo.

Però, fai una pausa. Fai la parte acustica…

E’ un’idea stupida.

Non lo è. 45 minuti di acustica

Ok, va bene.

Poi, fai 45 minuti di pausa e un pisolino.

E poi cosa, un’ora elettrica?

E poi 10 minuti elettrica…

E’ una buona idea. Sono d’accordo.

Qual’è uno dei canzoni di questo disco a cui siete particolarmente legati?

Stiamo suonando live “The Shock of the lightning”, che va bene, “Falling down” va bene anche quella, ma a me piace l’insieme. Non ce n’è una che spicca di più, ma se ne togli una, secondo me si rovina la “vibe”, e a me piace l’insieme.

E una canzone del passato che vi piace particolarmente?

Ieri stavamo guardando delle copertine [vecchie] perché ce l’avevano alla radio, e ho visto “Love like a bomb”, dall’ultimo album. E ho pensato che non la sento da tanto, e vorrei tanto riascoltarla.

Io non dico che siamo i migliori, ma mi piace tutto quello che facciamo.

Mi piace quando vedi un titolo ed è da tanto che pensi a quella canzone, tipo “Underneath the sky” oppure “Listen up”, o una delle prime B-side, e il titolo lo vedi scritto, ti fa sentir bene, pensando che forse la ascolterai la settimana prossima.

E’ troppo presto per parlare del prossimo tour mondiale?

Stiamo facendo qualcosina perché siamo usciti alla fine dell’anno. Quindi finiremo in America in dicembre, poi facciamo pausa a natale, e poi andiamo in Europa a gennaio e febbraio. E poi probabilmente ci sarà l’Inghilterra.

E’ stressante per voi?

No, la cosa che stressa è quando inizi e poi quando ti devi fermare perché c’è un idiota che si mette in mezzo.

E’ stressante rimanere a casa a fare le cose di tutti i giorni tipo pagare le bollette, o si rompe la doccia, o il bollitore non va, o la televisione non funziona.

Ho un bollitore da passarti se lo vuoi.

Lavorare con Oasis è fico, e senza stress. Ti alzi, lavori per un’ora e 45 minuti e poi non fai più niente. E’ fico. L’unico problema è che ti mancano i bambini, la moglie; è quella la cosa più difficile. Ma forse anche loro hanno bisogno di una pausa da me perché sono un po’ casinista anche io.


Cosa pensate di quanto ha detto Ryan Adams: che ascoltando il loro nuovo album, ha avuto la stessa reazione che col primo ascolto di Kid A?

Ryan è molto simpatico, ed è una bella cosa che ha detto. Non ce l’ho ancora quindi non posso commentare. Stai dicendo che è un passo in più per noi?

Io so cosa stai dicendo: non è “radio friendly”, con le grandi hit che puoi cantare anche tu. Ma noi siamo proprio lì in questo momento. E’ questo quello che vogliamo fare e se piace, piace, e se no, a me non interessa.

Non è facile chiedere questo, ma cosa pensate degli artisti che scalano le classifiche grazie ai talent show come X Factor o American Idol?

Mi piace, mi fa ridere. E’ spettacolo, no? Appena arriva ai tre finalisti però, è noioso perché sono tutti seri. Ma tutti i pazzi all’inizio, mi fanno ridere.

E’ quando iniziano a pensare di essere artisti davvero… magari lo sono, chissà? The Monkeys erano un po’ così e sono diventati abbastanza bravi. E’ un bello spettacolo.

Avete qualche aspettativa specifica per questo album?

Mi piace, lo faccio per me stesso, e sono contento. Mi piace, non sono imbarazzato, sono fiero. Se dà la stessa emozione agli altri, anche la metà della emozione che dà a me, sarà buono. Se no, fa niente. Non smetteremo di fare musica, ne faremo un’altro il prossimo anno. Facciamo tutta la musica che abbiamo voglia fare.

In uno delle canzoni c’è John Lennon e una parte di un’intervista. E’ per voi questa cosa, volete dire qualcosa? O suona bene?

Nella musica devi lasciare spazio per l’improvvisazione, per cose che anche tu non sai cosa significhino. Quindi, a includere la voce di John Lennon, e Liam e Gem hanno lavorato insieme su quella parte, non penso che avessero un’idea particolare per quelle parole.

E’ questa la magia.

Devi lasciare spazio per roba così quando scrivi una canzone. Cose strane che entrano e non sai cosa significa al momento, forse dopo lo capisci meglio.

Ma “Dear Prudence” è solo per noi. Non ci doveva essere, ed è stato inclusa alla fine. Potremmo toglierla e l’album sarebbe ancora buono. La gente dice “stanno copiano i Beatles”, non è così… o forse lo è un po’! Però è solamente per noi. La gente dice “hanno rubato dai Beatles”, ma noi siamo molto coscienti di quello che stiamo facendo e non stiamo cercando di fregare nessuno. E’ un omaggio.

C’è qualcosa che a voi non è mai stato chiesto ma che volete fosse chiesto?

Quanto hai pagato la lavatrice è una buona domanda. Questa è la domanda che ho sempre voluto che mi fosse chiesto.

E quanto hai pagato?

Non lo so, quanto costano le lavatrici al giorno d’oggi?

Penso su qualche centinaia di sterline.

1,500 sterline?

Deve essere proprio bella allora – sarebbe il top della gamma.

Cosa ne pensate di Robbie Williams in giro vestito da gorilla?

Bello, fico, un grande. Uno dei migliori. [Da gorilla] Direi che è un modo di essere riconosciuto, no?

I tuoi fan compreranno l’album, senza domanda…

Chissà…? Magari non gli piace, magari lo comprano e diranno che è spazzatura.

Ma per chi non vi conosce o è un po’ scettico, come pensate di arrivare a loro?

Io comprerò delle copie di quel box set perché è bellissimo. Ma non abbiamo questo come scopo. Siamo fortunati ad essere arrivati dove siamo senza pensarci su troppo. Non cerchiamo di arrivare alle persone nuove, cerchiamo di fare degli album sempre più belli. Se volessimo arrivare a nuove persone, andremmo a passare metà dell’anno in America, ma non abbiamo l’energia e preferiamo continuare a lavorare. Il tempo è già lungo tra un album e l’altro. Cerchiamo di tenere i tour ad un buon ritmo, andiamo a trovare tutti abbastanza, così nessuno dice “non è giusto, non sono venuti qui”. E poi torniamo e facciamo altri album. Ma a cercare di spingere la gente, no.

Non puoi obbligare le persone, quando vai a fare un concerto, fai solo del tuo meglio.

Cerchiamo di rispondere alla domanda.

Non voglio che ci sia qualcuno che ha voglia veramente di esserci. Se vuoi andare, ci vai, se no, allora vaffanculo – vai ad ascoltare Robbie Williams.

In Italia c’è un cantante inspirato a voi, Daniele Groff. Lo conoscete, c’è un cantante italiano che trovate interessante?

Pavarotti era fico, era un grande.

Errr….non riesco a pensare a nessuno. Ci sarà qualcuno ma non voglio sbagliare nome quindi lascio stare.

Conosco solo l’opera. Quel tizio cieco…è italiano no? E’ fico.

Ti piace la musica classica?

Quando ho bevuto, e alla domenica ascolto la musica classica: aiuta col dolore. Solo domenica la ascolto, il giorno di riposo.

Se doveste scegliere tra il Champion’s League o il Premier League, cosa scegliereste?

La Premier Leagure. E’ in Inghilterra quindi puoi far vedere a quegli sporchi rossi…

Preferiamo essere primi nelle classifiche in Inghilterra piuttosto che in America. Anche se fai più vendite in America, è più importante esser grandi nel proprio paese. Ho visto giocare solo il Manchester ma sono un fan di calcio.

Qualche saluto speciale alle persone di Dada music.

Ciao, persone di Dada music.

Usa sempre i preservativi.

Ho sentito che siete molto Dada, ma mi chiedo quanto siete Dada davvero.

Cosa vuol dire ‘Dada’?

Non lo so.

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