Diodato presenta Ti Muovi, la canzone per Sanremo 2024: “È un brano che racconta quello che sto vivendo, il viaggio che sto facendo”
Diodato ha presentato alla stampa la canzone che porterà al Festival di Sanremo 2024, Ti muovi, e il suo nuovo progetto discografico.
A quattro anni dal trionfo del 2020 con Fai Rumore, Diodato torna al Festival di Sanremo, come Big in gara, nel 2024, con la canzone Ti Muovi, scritta, composta e arrangiata dal cantautore tarantino e prodotta con la collaborazione di Tommaso Colliva.
Una nuova esperienza sanremese, esattamente la quarta per Diodato, che parte sotto i migliori auspici (“Sento vibrazioni molto belle, vibrazioni iniziate con questa canzone”), come ammesso dal cantautore durante l’incontro con la stampa al quale abbiamo presenziato anche noi di Soundsblog.
Diodato ha ripercorso nel dettaglio il processo che ha portato alla nascita di Ti Muovi e il naturale desiderio di portare il brano sul palco del Teatro Ariston:
Vengo da anni splendidi, la musica, ormai, è una compagna di vita, un mezzo per ampliare i miei confini, per conoscere cose lontane da me. È accaduto tutto in maniera molto naturale, è una canzone figlia di questi anni qui, un immergersi in un flusso emozionale che condivido con tante persone. Ed è arrivato il momento in cui ho cominciato a sentire cose dentro di me, riaffiorate in maniera inaspettata. La cosa che è successa è che in quei giorni lì, ho ascoltato storie di amici molto cari che mi raccontavano cose molto simili, e nelle loro storie c’erano tanti punti in comune. Ascoltando la canzone, in tanti potrebbero trovare cose che hanno vissuto anche loro. Lì ho capito che quella canzone che avevo solo accennato, mi stava chiamando.
Diodato, quindi, ha iniziato a lavorare a Ti Muovi nel suo studio personale e, nel descrivere la canzone, si è soffermato soprattutto sulla parte di archi presente nel brano:
Mi sono chiuso in casa, quindi, e ho realizzato quello che si stava muovendo dentro di me, cominciando a registrare. Il brano è cresciuto sempre di più, fino ad arrivare al punto cardine di questa canzone. E ho sentito l’esigenza di andare altrove. Mi sono abbandonato a queste sensazioni qui, totalmente. E ho scritto questa parte di archi che era quella luce che stavo cercando, che porta alla parte finale del brano, che mi ha portato alla conclusione di questo piccolo viaggio. Ho ascoltato la canzone molte volte e ho sentito sempre un trasporto molto forte. E ho pensato che portare la canzone su quel palco sarebbe stato bello. È una canzone che racconta quello che sto vivendo.
Dopo la vittoria del 2020, arrivata con un plauso praticamente unanime, Diodato non avverte il peso delle aspettative:
Ho fatto un po’ di ragionamenti: ho vinto Sanremo, ho vinto tanti premi, ho dato! E invece non provo il timore di tornare al Festival. L’importante era tornare con una foto veritiera su quello che sono adesso. È importante dire al pubblico, che si è affezionato all’immagine di me su quel palco, che ho questa cosa qui e voglio godermela appieno. Ogni volta che ascolto questo brano, sento come qualcuno che mi dica: “Bravo, stai rappresentando il viaggio che stai facendo”. Voglio godermi il palco, avere meno ansie ma purtroppo è imprevedibile. Comunicare a chi è a casa quello stato d’animo. Questa canzone rappresenta un momento della mia vita in cui credo sempre di più nella musica. È un momento di grandissima condivisione e anche di trasformazione. Sono stati anni di grande liberazione e apertura per me.
Diodato: il nuovo lavoro discografico
A ridosso di Sanremo, uscirà anche il nuovo lavoro discografico di Diodato, una sorta di raccolta di successi, però, rivisitati e registrati in presa diretta:
Qualche giorno fa, sono entrato alle Officine Meccaniche, e ho deciso di registrare questo viaggio, con queste canzoni che hanno avuto poca luce negli album ma che nei live sono sempre protagoniste e le ho registrate in presa diretta con la band, come si faceva una volta. Sono brani editi in una versione inedita. Sto ascoltando i mix e ho pensato che sono riuscito a rappresentare quell’energia lì. Alcuni brani sono stati anche stravolti. Non è un album dal vivo. È un disco in studio che, però, è un corpo vivo. Ci sono brani dove canto e suono la chitarra allo stesso tempo. È un disco anche “sporco”. È un esperimento interessante che mi sta facendo pensare tanto. Vorrei non avere più confini tra quello che sono e quello che faccio.
Il cantautore ha anche espresso orgoglio per il fatto di presentare una canzone interamente scritta da lui, senza l’intento però di fare polemica:
La musica, per me, è una sfida personale. È un misurarmi, un conoscermi e dire: “Vediamo come riesco a buttare giù queste cose”. Mi piace l’idea di andare a Sanremo con un pezzo scritto totalmente da me, perché rappresenta quello che sto facendo. Ognuno si fa rappresentare da ciò che vuole. Non dico che l’attitudine di oggi sia sbagliata. Io voglio portare le mie fragilità, i miei valori, le mie mancanze.
Diodato: la cover di Amore che vieni, amore che vai con Jack Savoretti
Su Amore che vieni, amore che vai, la cover che ha deciso di eseguire durante la serata dedicata ai duetti, insieme a Jack Savoretti, infine, Diodato ha anche svelato che il celebre brano di Fabrizio De André ha “contribuito” alla sua prima partecipazione al Festival di Sanremo, nel 2014, con Babilonia:
Amore che vieni, amore che vai è il mio più grande amore con De Andrè, la canzone che mi ha avvicinato a lui, è stato il mio primo punto di contatto con lui, è una canzone importantissima per me. Quelle parole raccontano anche di me e ho voluto fare una versione mia. Ho dovuto adattarmi, ho cantato in un altro modo e forse ho dato un altro significato ad alcune parole. Ho spinto tanto, sono stato anche coraggioso. Ricordo che Daniele Luchetti mi disse che questa cover gli raccontò molto di me. E lì, avvenne la mia prima collaborazione cinematografica. Tramite l’ufficio stampa, contattai Che tempo che fa per esibirmi con questa cover. Fabio Fazio, conduttore del Festival di quell’anno, mi invitò a presentare una canzone per Sanremo e riuscii ad andare tra le Nuove Proposte. A 25 anni dalla morte di De Andrè, mi sembra anche un bell’omaggio da fare. Il nome di Jack Savoretti è venuto subito fuori. Ci siamo conosciuti negli ultimi anni. Ho sentito una vicinanza immediata con lui. Ho sentito subito la vibrazione giusta. Lui poi ha origini genovesi… Ed eccoci qua.