Dj Jad: arriva il suo nuovo album “Il Sarto”
Metà degli Articolo 31, Dj Jad percorre da ormai cinque anni una carriera solista, parallela a quella che lo ha reso famoso, votata al migliore sound della scena black. Ha iniziato nel 2005 con “Black on track”, una compilation in cui faceva il punto sulla musica da club, per continuare l’anno dopo con “Milano-New York”
Metà degli Articolo 31, Dj Jad percorre da ormai cinque anni una carriera solista, parallela a quella che lo ha reso famoso, votata al migliore sound della scena black. Ha iniziato nel 2005 con “Black on track”, una compilation in cui faceva il punto sulla musica da club, per continuare l’anno dopo con “Milano-New York” album registrato a Manhattan, al quale hanno collaborato molti, importanti artisti dell’underground newyorkese.
Ora è la volta di “Il Sarto”, terzo capitolo della sua discografia, uscito proprio in questi giorni. Disco anticipato dal singolo “Se lo vuoi” (che vi avevamo già fatto ascoltare qui). Un lavoro come sempre attento alle sonorità più ricercate in ambito Hip Hop, curato nei minimi dettagli e con grandi nomi tra i featuring per valorizzare il suo stile (tra gli altri i romani Cor Veleno).
Abbiamo contattato “Il Pazzo” (questo significa, in sanscrito, il suo nome d’arte) per un’intervista in cui ci siamo fatti raccontare un po’ della sua storia e della sua incrollabile passione per l’Hip Hop. Dagli esordi al Muretto, la folgorazione per Kurtis Blow, il successo con gli Articolo 31, fino a “Mi sveglio”, il brano dedicato a sua figlia. Dopo il salto, le sue risposte e “Parli”: il secondo brano estratto da “Il Sarto” con il feat. di Dj Enzo e Oscar White.
Foto | via Bulletrecords
Cosa ricordi con più piacere del Muretto?
Il muretto, posto storico nel centro di Milano, è dov’è nata la cultura Hip Hop Italiana. Li e’ nato tutto, ci si trovava tra amici e si ballava la breakdance. E’ un posto che a me, dal 1982 all’ ’83 ha dato tantissimo.
Al Muretto mancava un mercato per fare una carriera da professionisti. Cosa manca invece ad un ‘pro’ che si trova in cima alla piramide?
Mancano i valori che all’inizio c’erano, valori che si formavano nella compagnia di amici. Manca lo stare insieme a fare i graffitti, ballare la breakdance e collezionare la black music.
A proposito, tu che sei sempre stato un grande collezionista: dacci i 5 break che porteresti in doppia copia sull’isola deserta
1.Funky Drummer di James Brown
2.Sly & The Family Stone (There’s a Riot Going On)
3.Al Green (Livin for you)
4.Herbie Hancock (Secrets)
5.Zapp
Cosa ti ha lasciato l’incontro con tanti nomi della black che hai conosciuto negli USA?
Il fatto di aver incontrato tanti artisti, tra i quali Quincy Jones e Kurtis Blow, mi ha dato tanta positività e tanta meritocrazia. Lavorare con grandi personaggi della scena R&B e Hip Hop americana e’ stato grandioso.
Quanto hai speso al juke box per mettere il pezzo di Kurtis Blow nel 1980?
(sorride ripensando a quell’estate) – Quando conobbi la canzone “The Breaks” di Kurtis Blow nel 1980 la gettonai nel juke box del bar, dalla mattina alla sera, non so per quante volte e quanti soldi ho speso. Costava circa 50 Lire la volta ascoltare una canzone e in tutta la stagione avrò speso un capitale. Successivamente, poi, mi ritrovai con Kurtis Blow a fare una canzone dal titolo “Perche’ si”, contenuta in un album degli Articolo 31.
Quale è stato il tuo scratch più bello?
E’ difficile dirlo, perché sinceramente ci sono vari momenti e varie situazioni alle quali sono legato io stesso e lo scratch. Potrei dirti quello sul mio ultimo album “Il Sarto”, nella canzone dedicata a mia figlia “Mi sveglio”.
Chi sono i tuoi turntablist e MC preferiti di sempre? Dacci tre dischi Hip Hop da avere a tutti i costi
1.Kurtis Blow
2.EPMD
3. Buckshot (leader dei Black Moon)
Sai che venderò su eBay il tuo numero di cellulare alle sbarbe? Come pensi di reagire?
Ti vengo a prendere a casa o scapperai in giro per il mondo?