Dj Muggs: The legend of the mask and the assassin
A quasi due anni di distanza da “Grandmasters,” torna Dj Muggs con un altro disco bomba: “The Legend Of The Mask and The Assassin.” Questa volta al microfono non c’è più GZA dei Wu-Tang, ma Sick Jacken, dei californiani “Psycho Realm.” Molti di voi conosceranno Muggs per la sua militanza nel gruppo dei “Cypress Hill”
A quasi due anni di distanza da “Grandmasters,” torna Dj Muggs con un altro disco bomba: “The Legend Of The Mask and The Assassin.” Questa volta al microfono non c’è più GZA dei Wu-Tang, ma Sick Jacken, dei californiani “Psycho Realm.” Molti di voi conosceranno Muggs per la sua militanza nel gruppo dei “Cypress Hill” nel quale ricopriva principalmente il ruolo di Beat-Maker. Di Muggs, il cui vero nome è Lawrence Muggerud, ho saputo apprezzare veramente solo le atmosfere cupe e seducenti dei beats di “Temple Of Boom,” terzo lavoro dei Cypress, e molto meno quelle dei due album precedenti, troppo monotoni ed ossessivi.
In “The Legend Of The Mask and The Assassin” tutte queste sfumature musicali si trovano ben miscelate, assieme alle influenze più rockeggianti maturate nei lavori successivi. Sul fronte delle liriche anche Sick Jacken si comporta egregiamente riuscendo a mantenere in equilibrio tematiche apparentemente inconciliabili tra loro, come riflessioni sulla vita di strada e cospirazioni politico economiche, il tutto condito da una profonda introspezione psicologica che lo portano a scrivere versi di forte impatto emotivo.
“Land Of Shadows” è la mia traccia preferita insieme a “Rebel Angel” e “2012”. Da segnalarvi in particolare “God’s Banker,” che come vi avrà suggerito il titolo è dedicato proprio a Roberto Calvi, presidente negli anni 70 del Banco Ambrosiano, ed ai suoi rapporti con Mafia, Logge Massoniche e Vaticano, attività illecite che gli valsero appunto il soprannome di “Banchiere di Dio.” La storia è parecchio complicata da raccontare in metrica, per questo motivo nel brano la batteria è presente solo nel ritornello, dando al rapper la possibilità di non doversi preoccupare troppo di porre gli accenti sui rullanti e concentrarsi maggiormente sulla cronistoria degli eventi.
“Ciclon” ed “El Barrio” sono invece due pezzi completamente in spagnolo che ci ricordano le origini messicane del duo e che possono essere viste anche come una prova generale per Jacken, che nel suo prossimo disco solista scriverà solamente in quella lingua. Il resto dei pezzi si mantiene su livelli discreti, senza cadute improvvise a rovinare il feeling di un ascolto che andrebbe fatto tutto d’un fiato. Particolare importante questo per un lavoro che è stato pensato come Concept Album. Una delle cose che non mi sono piaciute è la presenza a volte troppo ingombrante degli Skit fra un brano e l’altro, pertinenti al brano che introducono, ma spesso esageratamente lunghi, anche oltre il minuto ed essendo inglobati all’interno della traccia non si possono saltare.
Sul loro Myspace ufficiale è possibile ascoltare solo un pezzo tratto dall’album, mentre su quello di Sick Jacken ci sono ben quattro canzoni, e fra queste anche “Land Of Shadow” di cui vi parlavo prima. In conclusione, “The Legend Of The Mask and The Assassin” è un disco godibilissimo che rimarrà parecchio sui nostri player e che si va ad aggiungere alla nutrita lista di ottimi album già usciti in questo 2007. Per ascoltarli e per rendersi conto del fenomeno che rappresentano, ecco un video recente che li vede ospiti in un negozio musicale.