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Dolcenera – Evoluzione della specie – La recensione

La recensione del nuovo album di Dolcenera, L’evoluzione della specie

pubblicato 26 Maggio 2011 aggiornato 30 Agosto 2020 21:06


Dolcenera è uscita con il suo ultimo album, “Evoluzione della specie“.

Anticipato dal singolo “Il sole di domenica”, il recente lavoro della cantautrice italiana si allontana dai suoi lavori precedenti, seguendo il filone della musica elettronica.

E’ stata lei stessa a raccontarci questa sue decisione, in una nostra intervista su Soundsblog, parlando della rotta che ha preso questo suo nuovo cd. Artista mutevole nel percorso degli album, Dolcenera non si è mai tirata indietro quando si è trattato di sperimentare. Ma si sa che spesso è un rischio. Ecco la recensione dopo il salto:

Ho amato molto Dolcenera all’inizio della sua carriera, con il suo Mondo Perfetto e Il popolo dei sogni. Anche il penultimo album “Dolcenera nel paese delle meraviglie” era stato una variante apprezzata del suo stile, sebbene mi avesse convinto meno dei suoi lavori precedenti. E questa “Evoluzione della specie”? E’ davvero un’evoluzione? L’album non mi ha convinto, ahimè. E mi dispiace perchè lo aspettavo con curiosità e aspettative.

E trovarmi 11 canzoni pop elettroniche è qualcosa che mi spiazza. E non perchè Dolcenera non sia brava, anzi. E’ perchè la trovo una cantante abile a interpretare e scrivere. Ma ha osato molto più prima: ha toccato temi importanti, scomodi, li ha cantati con rabbia, grinta, dolore. A volte veniva anche ‘criticata’ per questa voce graffiante e graffiata ma rendeva personale ogni sua canzone. Quasi inimitabile. Era il marchio “Dolcenera”.

Queste canzoni, invece, potrebbero essere ricantate da chiunque. Perchè non hanno uno stile inconfondibile, non hanno quella sua impronta caratteristica . Ed è davvero un peccato. Ero interessato a questo cambiamento musicale, ma ora rimpiango molto la strada iniziale percorsa e adesso abbandonata.

Il sole di domenica: Questo è il primo singolo dell’album. Suoni elettronici e la voce di Dolcenera volutamente più ‘robotica’. Canzone estiva, solare, nonostante un testo non proprio ottimista. Un difetto, niente di particolarmente originale. Un motivetto semplice. Voto: 6 e 1/2

Evoluzione della specie: UOMO: “Zero uno me la da me la da”. L’uomo sotto il punto di vista di Dolcenera con qualche passaggio ironico del testo e un ritmo tendente al rock. Dopo poco però stanca. E la canzone non è nemmeno lunga 3 minuti… Voto: 5

Viva: Se il mondo fa paura, Dolcenera cerca nei suoi occhi un motivo per sentirsi viva. Come la prima volta. Si sale di livello dalla canzone precedente ma, anche qua… Cosa resta? Voto: 6

L’amore è un gioco: “L’amore è un gioco di alchimie, parole rubate ai grandi poeti solo per te”. Una ballad elettronica che, in qualche modo, ricorda un po’ la vecchia Dolcenera dei primi album. E questo, come già detto, per me è un buon segno. Voto: 6 e 1/2

Nel regime delle belle apparenze: citazione nel testo del “Sogna ragazzo sogna” di Roberto Vecchione, idolo e ispiratore mai nascosto da Dolcenera. Uno stimolo per non fermarsi al regime delle belle apparenze. Più attuale che mai in questo periodo. Interessante l’idea ma rende poco concretamente. Voto: 6

A un passo dalla felicità
: Stronzi incontrati, coraggio di seguire la propria libertà e quanto vale la pena di soffrire. Si parla del senso di felicità, con una musica abbastanza accattivante, rispetto ai precedenti brani. Voto: 6 e 1/2

Nel cuore e nella mente: Meno sound elettronico per questo brano midtempo. Si parla di amore e sguardi che confondono. Virtuosismi della voce di Dolcenera che si sfoga nel finale del brano. Voto: 6/7

Il tempo di pretendere: Ritmo differente e variabile nel corso di tutta la canzone che però non permette di seguire il percorso, perdendosi in una musicalità a singhiozzo. Voto: 5

La preghiera di Virginia
: Vita impavida, regina delle opportunità, notti comprese,sospese ad esplorare voglie e lacrime. Una preghiera, sì, ma che sembra solo una serie ritmata di richieste con frasi e vere preghiere all’interno (“Onora il padre e la madre anche se, Separati dalle difficoltà. Onore al figlio che cresce solo, in qualche modo si farà!), Voto: 5

I colori dell’arcobaleno: dichiarazione d’amore che esprime il bisogno dell’altra persona prendendo in prestito la similitudine dell’arcobaleno (I colori dell’arcobaleno non possono fare a meno della pioggia e del sole per disegnare il cielo. Potrei lasciarti andare, guardando il disegno indecifrabile di un palloncino che si perde nel cielo). Delicata. Voto: 5,5

Dagli occhi di una donna: “Dagli occhi di una donna puoi scoprire tutto quel che vuoi ma solo quel che lei ti concederà”. Un po’ il leitmotiv dell’album: l’analisi della donna nelle sue sfumature. Sembra quasi una canzone da falò o da cantare insieme in gruppo. Voto: 6

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