Doppio ritorno per Roberto Vecchioni
Tra i cantautori storici Roberto Vecchioni è sicuramente uno dei più prolifici. Professore, intellettuale e poeta: non nel controverso assioma cantautore = poeta. No, lui un libro di poesie l’ha proprio pubblicato, da poco, in contemporanea con il nuovo disco di inediti “Di rabbia e di stelle”. Un artista che può non piacere o che
Tra i cantautori storici Roberto Vecchioni è sicuramente uno dei più prolifici. Professore, intellettuale e poeta: non nel controverso assioma cantautore = poeta.
No, lui un libro di poesie l’ha proprio pubblicato, da poco, in contemporanea con il nuovo disco di inediti “Di rabbia e di stelle”. Un artista che può non piacere o che si ama tantissimo, almeno così è per molti amici musicofili. Dopo averlo visto dal vivo diversi anni fa, coinvolto e commosso dalle sue parole e dai suoi modi, sono entrato nettamente nel secondo gruppo.
Il disco conferma la grandezza di Vecchioni, soprattutto nell’uso delle parole, nel saper raccontare i sentimenti, gli slanci, le passioni. Spesso drammatico, a volte ironico, sempre con quella capacità unica di raccontare il nostro modo di affrontare le scelte e le vicende della vita.
I suoni sono molto riconoscibili, le costruzioni musicali non brillano per fantasia ma sono funzionali alla forma-canzone che ha scelto di adottare. Tra i brani di questo disco spiccano subito: “Non lasciarmi andare via” per bellezza e intensità e la sarcastica “Mond lader” in parte cantata nel suo dialetto milanese.
L’intero disco comunque non deluderà i vecchioniani. Che potrebbero amare anche il libro “Di sogni e d’amore”, una raccolta di poesie “sentimentali” scritte tra il 1960 e il 1964 e finora tenute nel cassetto. Pubblicazione che l’autore ha spiegato con queste parole:
“Rileggendo queste poesie mi sono accorto con sorpresa di avere avuto una storia sentimentale e non soltanto un amore. La differenza è piuttosto grande: un amore nasce, ha un’intensità, sfiorisce, muore, può e non può dare un colore a tutto il resto. La storia sentimentale rimane invece anche dopo la fine…”