DPCM, stop concerti e musica live, Vittorio Grigolo: “Che differenza c’è con la tv o con il calcio?”
Dpcm, chiusure, stop ai concerti e alla musica dal vivo: ecco le dichiarazioni di Vittorio Grigolo al settimanale Chi
Poco più di una settimana fa, il Dpcm di Giuseppe Conte fermava ufficialmente i concerti, live ed eventi dal vivo, con lo scopo di fermare la pandemia legata al Covid-19. In attesa della nuova versione (prevista per domani), con la quasi certa chiusura anche dei musei, aumenteranno le polemiche e i malumori, soprattutto per chi lavora o gestisce queste attività lavorative.
Nell’intervista in edicola domani sul settimanale Chi, Vittorio Grigolo ha commentato la decisione, di fine ottobre, di mettere uno stop agli eventi live (all’aperto o al chiuso), dando un (ulteriore) colpo ad un settore che sta già soffrendo (insieme a molti altri) dai primi mesi di questo infernale 2020.
Sono amareggiato, ma non sarò mai vinto. Sono d’accordo che bisogna arginare la pandemia e che dobbiamo seguire le regole, ma credo che chiudendo teatri, cinema e stoppando la cultura in generale non moriremo solo di Covid, ma intellettualmente. Io chiedo che non ci voltino le spalle, che non si dimentichino di noi, anche perché mi domando: che differenza c’è con la tv o con il calcio, per esempio? Perché allora non hanno bloccato anche loro?”. E infine Grigolo aggiunge: “Non hanno fermato gli spettacoli alla Scala neanche dopo la guerra, se la teniamo chiusa ora sarebbe davvero pazzesco!
Il tenore si domanda quali diversità ci siano tra il mondo della musica dal vivo e il calcio o la televisione. Forse il pubblico presente ai concerti (assenti in tv, ad esempio), tra i primi pensieri che evidenziano i punti in comune tra i settori.
In ogni caso, quello che accomuna tutti -e in tutti i settori- è il conto alla rovescia prima che questo maledetto periodo sia definitivamente (finalmente) alle spalle.