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Drake, Nothing Was The Same: recensione del web e dei lettori

Il terzo disco del rapper americano sembra aver raccolto opinioni positive in generale. Voi che ne pensate?

pubblicato 9 Ottobre 2013 aggiornato 30 Agosto 2020 03:50

Il terzo disco di Drake, Nothing Was The Same, è uscito in Europa il 1 Ottobre (negli Stati Uniti il 20 Settembre) e come ci si aspettava dalle anticipazioni di tracklist e collaborazioni, è un album che ha colpito parecchio la critica mondiale. Anticipato dai singoli Started From The Bottom e Hold On, We’re Going Home, il nuovo disco di Drake vede i featuring, tra gli altri, di 2 Chainz, Big Sean, Jay Z e Jhené Aiko, oltre a un team di collaboratori alla produzione tra i migliori della scena black mondiale.

Con due cover distinte ma simili per l’edizione stardard e la deluxe, Nothing Was The Same come vi è sembrato? Lo avete ascoltato? Vi è piaciuto?

Recensioni del web

Entertainment Weekly
Questo attraente, curatissimo album rivela un protagonista più sicuro, che si permette di fare una ramanzina agli altri rapper che parlano apertamente “solo per avere una reazione”, e ai familiari limitati dai soldi facili e dalla prossimità alla fama.

Absolute Punk
Nothing Was The Same è ad oggi il miglior disco di Drake.

musicOMH.com
Alla fine, ciò che importa è che il superiore Nothing Was The Same riporta in auge l’emozione che provammo per So Far Gone.

The New York Times
Nessuno degli ospiti distrugge il trionfo di Drake sugli eccessi del rap che va di moda ultimamente.

Consequence of Sound
Nothing Was the Same mette in sfida i successi di Drake contro le sue insicurezze di sempre e come in ogni musica migliore, possiamo vedere noi stessi dentro queste canzoni. E’ un cambio di ritmo tonificante per questo genere di musica.

Pitchfork
Nothing Was the Same è l’esperimento più audace di Drake e di altre 40 persone, su quanto possano spingere avanti il proprio suono; molti dischi suonano come un buco nero delle altre 40 produzioni precedenti risucchiate al centro. I passaggi da una canzone all’altra, che sono stati sempre sfuocanti e delicati, sono solo nozionistici, più di sempre.

The Line of Best Fit
Nothing Was the Same è diverso perché Drake ha smesso di preoccuparsi di chi fosse diventato e ha scoperto chi è.

Paste Magazine
Nothing Was the Same è brutto, sì, ma è catartico.

Boston Globe
La desolazione è parte del paesaggio, la tela su cui Drake mette per iscritto le sue parole fronte retro. GLi ospiti appaiono in qualche occasione (Jay-Z spunta in “Pound Cake/Paris Morton Music 2”), ma nessuno cattura l’attenzione come Drake stesso.

The Guardian
Non c’è nulla di particolarmente complicato e profondo qui, ma cercate di resistere al suo fascino.

Billboard.com
Ripara alla mancanza di inni che catturano e allegria con la sua impressionante corrente di sentimenti — la nostra kryptonite, il suo superpotere.

Slant Magazine
L’album non è perfetto, ma c’è energia che nasce dall’imperfezione, che riesce a dare un’immagine pubblica guidata dal conflitto crescente di Drake stesso tra rassicurazione ed esitazione.

Rolling Stone
Più il suo flusso di parole diventa melodico, più furbo sembra, concedendogli di allontanarsi da alcune frasi più sdolcinate e banali.

RapReviews.com
Nothing Was the Same è un buon album, occasionalmente grande, ma qualche volta finisci per desiderare disperatamente qualche grande canzone epica di Drake, alle quali nessuna di queste si avvicina neanche lontanamente.

All Music Guide
Nothing Was the Same non mostra nulla di nuovo, ma i piccoli cambiamenti di suono e l’ampia ragnatela creata dalle sue parole rendono l’ascolto valido.

PopMatters
L’inarrestabile liberazione garantita dalle parole che escono fuori senza respiro avrebbe bisogno di sostegno. Ma il valore non garantisce la qualità, e su Nothing Was The same i testi sono peggio di sempre.

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