Home Elisa, Anima Vola Tour. La recensione del concerto al Palaflorio di Bari

Elisa, Anima Vola Tour. La recensione del concerto al Palaflorio di Bari

Da Rock your soul a Gift cantata a richiesta, passando per Eppure sentire preceduta dalla Costituzione, L’anima vola tour di Elisa tocca il cuore

pubblicato 17 Marzo 2014 aggiornato 16 Ottobre 2020 16:38

A volare, più che un’anima sola, sono le mille anime di Elisa. SoundsBlog era presente alla data di domenica 16 marzo 2014 dell’Anima Vola Tour, al Pala Florio di Bari, e quel che ha lasciato nel sottoscritto, fan della prima ora che si era perso un po’ strada, è l’immersione in un’atmosfera musicale panica.

Elisa non è solo quella che – per i malpensanti snob – si è data al pop melodico negli ultimi anni, con le più svariate collaborazioni commerciali. Elisa ha fatto tremare il palco, ieri sera, con i suoi pezzacci rock come Together, Cure me e Labyrinth. Ma non prima di presentarsi con una gonna lunga rossa e aver onorato la parentesi intimistica di Lotus, facendo di The Prayer e di Broken un happening hippie. Elisa è quella che, all’inizio del concerto, è partita un po’ timida nella presentazione del nuovo album, prendendo all’inizio le misure del palco, come se dovesse ancora convincerti e convincersi. Poi, dall’Anima vola in poi, è stato un tripudio di emozioni che ha toccato trasversalmente la sua carriera, di vestiti che è riuscita a cucirsi addosso con identico trasporto emotivo e un’intatta credibilità.

Elisa ti devasta l’anima quando canta al piano Dancing, ti accende i riflettori dell’anima quando ripropone Luce, ti riconcilia l’anima con Heaven out of hell, ti rilassa l’anima con la sua Rock tour soul “messa in scena” in chiave new age, ti fa esplodere l’anima con Eppure sentire un senso di te, preceduta da una sua bellissima riflessione sui primi articoli della Costituzione e i suoi ringraziamenti al pubblico. Elisa riesce a non farti rimpiangere Ligabue e Giuliano Sangiorgi, facendo benissimo da sola, rispettivamente, Gli ostacoli del cuore e Ti vorrei sollevare.

Elisa, prima di essere diventata una cantante radiofonica, è rimasta un’artista che si esibisce sempre in punta di piedi, cercando il pubblico con amore ma discrezione, senza spiegare le canzoni con frasi fatte. A parlare è la sua musica, raccontata sul palco con un linguaggio tridimensionale e delle animazioni da fiaba, con l’apporto di coriste (tra cui Lidia Schillaci, ex Operazione trionfo e Non smettere di sognare) che cantano con il sorriso sulle note.

Un po’ démodé, ma sincera, l’idea di cantare una canzone su richiesta del pubblico, che differenzi ogni tappa del Tour: a Bari è stata la volta di un bellissimo singolo come Gift, suonata dalla Toffoli alla chitarra.

Elisa ha cantato più di trenta canzoni per due ore e mezza, a Bari. E le ha vissute tutte. E il pubblico con lei. In fondo è una cantante che non è cresciuta, perché grande lo è sin dall’inizio, da quando è riuscita, prima in Italia, ad avere un respiro internazionale cantando da Dio in inglese.

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Elisa