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EMI licenzia i meno produttivi: rischia Robbie Williams?

E’ ufficiale: le case discografiche non stanno passando proprio un momento dorato. E quando le grosse major vedono il bordo del burrone, affilano le armi per evitare il tracollo. E’ quello che sta accadendo ad esempio alla EMI, che nella nuova gestione capitanata dal magnate delle finanze Guy Hands, il nuovo capo della EMI. Attenzione:

di aleali
pubblicato 6 Novembre 2007 aggiornato 1 Settembre 2020 00:24


E’ ufficiale: le case discografiche non stanno passando proprio un momento dorato. E quando le grosse major vedono il bordo del burrone, affilano le armi per evitare il tracollo. E’ quello che sta accadendo ad esempio alla EMI, che nella nuova gestione capitanata dal magnate delle finanze Guy Hands, il nuovo capo della EMI. Attenzione: siamo di fronte al cavaliere che frusta gli elefanti. Leggiamo la sua dichiarazione rivolta a tutti gli artisti “big” della sua scuderia:

“Non c’è motivo per non essere più selettivi nello scegliere con chi lavorare, sono anni che si parla di quello che le case discografiche devono offrire agli artisti e ai consumatori ma non si parla mai, invece, di quello che gli artisti dovrebbero fare per le loro etichette, di comedovrebbero lavorare con le case discografiche. Mentre molti di loro spendono molto del loro tempo lavorando con noi per promuovere, perfezionare, produrre, sostenere la loro musica, alcuni invece sfortunatamente si concentrano solo nelle trattative per gli anticipi che vogliono ricevere. Anticipi che non vengono mai restituiti”

Come dire, c’è giustamente il dente avvelenato verso chi usa il proprio nome e la propria posizione di privilegio e fama per trarre il massimo guadagno dal minimo sforzo. L’intento, entrando un po’ più nello specifico, sembra essere quello di licenziare tutti gli artisti che dimostrano di non impegnarsi seriamente per realizzare album e creare prodotti di successo. Certo che si tratta di un ragionamento un po’ folle, considerando che la colpa delle basse vendite oggi non può essere attribuita tanto all’artista ma molto di più al pubblico, specie quando l’album è di grande valore artistico ma non ha i mezzi promozionali efficaci per essere venduto.

Gli artisti pericolanti? A quanto pare nella lista nera ci sarebbe Robbie Williams (per lo scarso successo di Rudebox) e i Coldplay (per i ritardi sulla tabella di marcia della produzione discografica). Un altro esempio che viene fatto, non per il licenziamento ma per il fattore di rischio, è Kylie Minogue con il suo nuovo album “X”. Dicono che se non venderà abbastanza ci sarà un vero tracollo finanziario dell’azienda. Ma credete davvero che una come Kylie, posto che facia flop, venga lasciata a piedi? Ci sono troppi interessi in ballo e queste unghie affilate ho paura che saranno solo minacciose e retrattili.

Via | Corriere

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