Emma Marrone Sarò Libera – Recensione album
La recensione di Sarò libera di Emma Marrone su Soundsblog
Vi avevamo annunciato la recensione del nuovo album di Emma Marrone e così è stato.
Ma prima di leggere i voti ai vari brani, è necessaria una premessa fondamentale. Non sono prevenuto nei confronti di questo album, nè di Emma Marrone. Anzi, mi piace la sua voce, alcune sue canzoni passate le ho ascoltate volentieri. Non ho snobismo nei suoi confronti. So quello che ho di fronte: un cd che ‘deve vendere’.
Il primo singolo, Sarò libera, mi è piaciuto. Sapevo che, probabilmente, nell’album non avrei trovato una canzone destinata a passare alla storia o a diventare un classico canticchiato e conosciuto anche fra una trentina d’anni. Ma, allo stesso tempo, non pretendevo nemmeno un album rivoluzionario o con testi ricercati e temi esclusivamente maturi. Insomma, spero si sia capito: so che avevo davanti un cd sfacciatamente leggero e commerciale. E, con quell’ottica l’ho ascoltato. Di chi vuole un album da canticchiare ed orecchiabile al massimo:
01. Tra passione e lacrime: Si parte di chitarra e la voce ‘rauca’ di Emma accompagnata dalla musica, inizialmente mi ricorda quella di Dolcenera. Si parla subito di amore, di fuga e rincorse sentimentali. Una canzone che vedo adatto anche futuro, con il tormentone del ‘Bellissimo’ cantato nel ritornello. Mi ‘puzza’ di futuro singolo. Voto: 7
02. Sarò libera. Ammetto di essere di parte perchè quando un brano inizia col pianoforte, già mi lascio trasportare. Primo singolo decisamente efficace per un ritorno sulle scene dell’ex concorrente di Amici di Maria De Filippi. Testo e concetto già sentito? Possibile. Potente commercialmente? Sicuro. Ma allo stesso tempo anche ‘banalmente’ orecchiabile. Voto: 7 e 1/2
03. Senza averti mai. Si aumenta ritmo dopo la ballata precedente. Un po’ meno incisiva delle precedenti che hanno aperto l’album. Di cosa canta? Di un amore (ancora) che ha addosso, che ritorna per poi andarsene, inaccettabile e inarrivabile. Ma qui c’è aria di ribellione… Voto: 6 e 1/2
04. Non sono solo te. “Io non sono solo te” ripete Emma, inno di indipendenza di una donna che comunque pensa alla sua metà anche se ha una propria identità. Canzone in crescendo (anche di ritmo) che però non convince totalmente. Voto: 5/6
05. Ti capita mai. La ribellione è finita e la Marrone torna a parlare di un amore da raggiungere e inseguire anche a costo di farsi male (“Io che in fondo vorrei donarti me stessa per questo Natale, mi abbandonerei correndo anche il rischio di farmi male”). Voto: 6+
06. Dove finisce la notte. Anche qui c’è il pianoforte ma non ha lo stesso effetto su di me di ‘Sarò libera’. Qui i luoghi comuni iniziano ad essere troppo sfacciati anche per un ascolto leggero (“Che cosa sono le stelle se non noi. Il tempo di ora di particolari sbiadendo il ricordo di te se ancora il tuo sguardo riflette la luna o se al mattino svanisci e ti perdi nel blu”): Voto: 5
07. Acqua e ghiaccio. In questo brano, la stessa Emma ha ammesso di aver parlato di anoressia (problema che non ha vissuto in prima persona). Canzone dall’argomento difficile ma cantata con delicatezza. Voto: 6+
08. Maledetto quel giorno. Si cambia ritmo e argomento. Si canta di una passione irruente come il mare in un bicchiere ma che non ha avuto nessuno lieto fine. Si maledice l’incontro al mare, l’eterno amore che “di eterno non aveva niente”. Voto: 5 e 1/2
09. Cercavo amore. Un amore che ha solo portato illusione (“Cercavo amore e alla fine ho anche creduto fosse te, cercavo amore ma alla fine ho avuto tutto tranne…”). Non è una ballad, ma una sorta di rivincita (“Ma alla fine ho sparato contro te”). Ritmo facile facile per un tema che abbiamo già sentite diverse volte in altre canzoni di quest’album. Voto: 6 e 1/2
10. Da quando mi hai lasciato tu Si torna alla ‘depressione’ d’amore sebbene. Si racconta di una relazione finita (“Tra di noi qualcosa all’imporvviso poi si è spento, ferirti non è stato mai il mio intento”). Un amore rovinato dal silenzio, dall’orgoglio. Un testo di un sentimento rovinato dall’incapacità di due persone di viverlo senza scivolare nella ‘lagna’ scontata ma rimanendo ritmata. Voto: 5+
11. Un attimo: Illusione d’amore – Parte 2. Lui è solo in grado di amare un attimo, lei è stata solo una pedina, incapace di accorgersi prima della sua freddezza. Ma poi, una volta smascherato, lui avrà quello che le ha saputo regalare (“Se un attimo è ciò che hai, allora solo un attimo da me riceverai”): Voto: 6+
12. Protagonista. Lei è solo una comparsa nella storia con lui ed è giunto il momento di chiedere e pretendere di essere protagonista. Il ritornello (“Voglio una vita da protagonista, è che sia giusta ma non egoista, E da domani voglio quello che fa bene a te, voglio provare una vita mai vista”). presenta rime che iniziano ad essere abbastanza scontate… Voto: 5 e 1/2
13. Scusa se vado via. Lei ha deciso di andare via e chiede scusa a lui anche se è difficile accettare che non si è più gli stessi. Anche in questo caso, l’alchimia è finita e la decisione non si può rimandare. Se pensate che nel testo si parli anche di una lettera che dia le ragioni all’altra metà… avete indovinato. Voto: 5+
14. America. Cover di Gianna Nannini con palese imitazione impostata della voce. Troppo, troppo volutamente ed esasperatamente simile. Senza personalità. Intonata? Sì. Ma è come se qualcuno imitasse Adriano Celentano nel cantare una sua canzone. Rischia quasi di essere una parodia. Fuori luogo. Voto: 2
In generale, un album che, per un ascolto leggero e per il target a cui fa riferimento, raggiunge pienamente la sufficienza. Ma, dopo qualche canzone, il rischio è l’overdose del tema d’amore: lei è troppo scontata per lui, lei si ribella, si chiede perchè una storia sia finita per poco impegno e via dicendo.