Emma Marrone, Schiena – La recensione
Leggi la recensione del nuovo album di Emma Marrone, Schiena, anticipato dal primo singolo “Amami”
Emma Marrone è tornata con il suo nuovo album, Schiena. Uscito martedì 9 aprile, il disco sarà probabilmente un successo, anche grazie alla presenza fissa della cantante nella nuova edizione di Amici di Maria De Filippi. La giovane artista, infatti, è direttrice artistica della squadra dei bianchi e, ogni settimana, cercherà di far portare avanti i componenti del proprio team, di fronte al parere dei giudici chiamati ad esprimere la propria preferenza.
Ma torniamo al disco e facciamo il punto del nuovo lavoro della cantante, forse finalmente lontana dal ciclone del gossip che l’aveva coinvolta l’anno scorso. L’album si apre con il primo singolo: Amami. Scritto da lei stessa, è un classico brano sentimentale che non ha nulla di particolarmente originale, nemmeno a livello testuale (“Spengo ad una ad una anche le stesse”, “Amami come se fossi la luce di un faro nel mare”), una preghiera d’amore, una richiesta di essere amati/e. Già sentito parecchie volte, vero? La mia felicità è la seconda traccia racconta di un amore finito (come una matita, una penna (cit.)) con il rimpianto di quello che non c’è stato e che era in programma (“Quanta amarezza la mia felicità volevo viverla con te”). Lui è furbo, chi canta è la vittima della situazione (“Come i furbi guardano spesso noi fessi… noi fessi”), il brano porta la firma di Fabrizio Moro.
Dimentico tutto è un invito a non perdere mai la propria meta -e ci regala anche un assaggio rap di Emma- (“Il sorriso non lo perder mai, qualunque cosa ti accada”) ed è stato scritto da Nesli e Niccolò Bolchi. Un concetto ripreso anche in Ma che vita fai con un sound che punta ad un voler essere più rock (“Ma che vita fai, potresti piangere di meno, ed aiutare il tuo destino”) e ricorda molto una sorta di tentativo di ricollegarsi all’energia di Gianna Nannini, paragone che, in certi momenti, è impossibile non avere davanti agli occhi (e nelle orecchie). Non per niente nel precedente album era stata inserita anche la cover di America.
Si torna alle atmosfere più intime con Trattengo il fiato (“Per fare tanto grande la tua strada mi son fatta il cuore piccolo”), pezzo, scritto da Daniele Magro, ex concorrente di X Factor, nel quale la voce di Emma esplode con il procedere della canzone 1,2,3 conta Emma nell’attesa che lui torno, chiedendosi quando arriverà il momento e se, invece, lui non sia con l’altra (“1,2,3 Stai pensando a me, 4,5,6 o stai pensando a lei”). Non manca nemmeno il lato economico (“E mi stringo in un maglione rosso come il conto in banca nostro, amarti cosa più del tasso fisso”). Eh, a quanto pare c’è crisi – non solo sentimentale- anche qui.
In ogni angolo di me è una ballad che inizia lenta, quasi sussurrata per poi aumentare di ritmo e di col passare dei minuti (“Voglio i tuoi occhi quando sognerai per farli rimanere qui, una lunghissima carezza è tutto quello che non ho, Voglio soltanto bestemmiarti per imparare cosa sei”) e terminare con la voce sospirata (e sofferente?) di Emma. Eccoci poi a L’amore non mi basta, al centro delle polemiche per la somiglianza di Try di Pink e che lei non ha negato ma ha ammesso con orgoglio (“Perché mi piace e non c’è niente di male a ispirarsi a un brano che ha fatto successo in tutto il mondo”). Appare così chiaro il modello di ispirazione? Si.
Se rinasci è una sorta di vera e propria resurrezione da un forte dolore per una scomparsa (“Poi diventa sopportabile semmai persino un nuovo anno e un nuovo amore e il tuo silenzio imposto e impostore ed io che imparo come respirare ogni minuto che non puoi mandare un bacio al mio dolore”) e l’interrogarsi su come ritornerà e rinascerà dopo la morte fisica. Un concetto difficile a rischio banalizzazione.Chimera ritorna sull’amore e sulle relazioni concluse e sui momenti finiti che non possono ritornare (“E così tu vai ma io rimango qui, il vento porta via il tuo nome, cancella tutte le parole e così ripartirò restando qui, da questo letto da rifare e mani nuove da sfiorare”) mentre Schiena porta a conclusione l’album con un ritmo intimo e un messaggio al proprio amato (“Consapevole paura di non riuscire a trascinarti giù con me, sì hai capito bene giù con me”)
Schiena è un album sfida dove c’è anche la firma di testi e musica di Emma (a partire dal primo singolo “Amami”), musicalmente forse più personale e intenso, ma anche molto vicino al rischio di scontrarsi con testi già sentiti (proprio sempre ‘quel’ primo singolo), omaggi volutamente evidenti (“L’amore non mi basta”) e brani che puntano al tormentone (“1,2,3”) o si interrogano su argomenti non proprio così facili come la morte (“Se rinasci”). Si parla e si canta di tanto anche se il tema principale resta sempre l’amore e i rapporti a due (mai troppo facili, eh).
Emma vuole crescere, vuole dimostrare che è maturata, che è intensa. Ci riesce, però, maggiormente nei pezzi che portano la firma degli altri, da Nesli a Fabrizio Moro. Il disco è nato in soli due mesi e la sensazione di un progetto affrettato si sente, nonostante ci sia il tentativo di allontanarsi dalle atmosfere quasi teen del precedente “Sarò libera” senza quasi mai però parlare di un amore a lieto fine ma sempre spesso complicato o causa di dolore. E dopo un po’ rischia di appesantire ancora di più il tutto.
Voto: 5,5