Eurovision 2019: Maruv vince la selezione ucraina ma poi si rifiuta di firmare il contratto (colpa della Russia)
Complotto contro la cantante che ha vinto la selezione ucraina per l’Eurovision 2019? Lei rifiuta il contratto.
UPDATE – Maruv non rappresenterà l’Ucraina all’Eurovision Song Contest. Ecco l’annuncio pubblicato poco fa sui social:
“Oggi il nostro incontro con NTU è durato circa sette ore, di conseguenza, non siamo mai arrivati all’accordo delle due parti. Poche ore prima del pareggio mi è stato chiesto di partecipare alla preselezione nazionale per “Eurovision-2019″. Ho accettato e vinto, e con grande orgoglio ero pronta a rappresentare il mio Paese di origine. Come in precedenza ho detto, il rifiuto dei concerti in Russia non è stato una cosa di principio. Le principali discrepanze sono state causate da altri paragrafi del contratto. Io sono una cittadina dell’Ucraina, pago le tasse e sinceramente amo l’Ucraina. Io sono un musicista, non una palla all’interno di un’arena politica. Ringrazio sinceramente e apprezzo tutti quelli che hanno creduto in me e hanno votato. E vi chiedo di accettare questa mia decisione. Voglio dare la mia creatività senza censura”.
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C’è bagarre in Ucraina per il prossimo Eurovision Song Contesto 2019. L’artista scelta per rappresentare il Paese è la cantante Maruv con la canzone Siren Song, ma la sua vittoria è diventata un caso politico. Maruv è infatti una cantante apprezzata anche in Russia, dove ha annunciato un tour. Apriti cielo, proprio nel Paese che nel 2014 invase la Crimea? Non s’ha da fare. Il Vice Primo Ministro dell’Ucraina Vyacheslav Kyrylenko si è mostrato in disaccordo: “Il rappresentante dell’Ucraina non può essere un artista che è stato in tour nello stato aggressore, che pianifica di farlo in futuro e non vede nulla di riprovevole in questo”. Al che Maruv ha cercato di rasserenare i toni: “Voglio ricordare ancora una volta che l’Eurovision è un concorso creato dopo la Seconda Guerra Mondiale in modo che i paesi potessero unirsi”.
Ma a poco è servito, perché la cantante si è ritrovata tra le mani un contratto considerato “assurdo”. Ecco il suo sfogo su Facebook (riportato dal sito eurofestivalnews):
“Le ultime 24 ore sono state le più ricche di emozioni della mia vita. Ho vinto lealmente la preselezione nazionale per l’Eurovision 2019, ricevendo il massimo supporto dai telespettatori e un alto punteggio dai membri della giuria. Ma ora vogliono portarci via la nostra vittoria. Sono ucraina, amo il mio Paese e sono fiera di rappresentare l’Ucraina a Tel Aviv all’Eurovision Song Contest 2019, nonostante abbia ricevuto in un giorno offerte da tre differenti Paesi per rappresentarli. Ma la mia risposta è categorica, mi esibirò per l’Ucraina e per nessun altro. Avrete certamente già saputo del contratto tra il rappresentante dell’Ucraina e la NTU, che dev’essere firmato oggi prima di pranzo. Sono pronta a cancellare le mie performance in Russia. Nella trasmissione in diretta ho risposto a tutte le domande che erano interessanti per la giuria. Non ho visitato la Crimea dal 2014. Non ho violato nessuna legge ucraina. Sono pronta ad assumermi tutti i costi della partecipazione nella competizione internazionale”.
Non solo ha dovuto chiarire i rapporti con la Russia, ma la cantante dovrà accollarsi le spese di viaggio e non avrà alcuna libertà sul palco, pena una multa da 2 milioni di grivnie. La cantante si sente al centro di un complotto:
“Mi è proibito fare qualsiasi improvvisazione sul palco senza l’approvazione della NTU (una spaccata non concordata, per esempio, potrebbe costare una multa di 2 milioni di grivnie – poco più di 65.000 euro, N.d.R.). Immediato trasferimento del copyright della canzone alla casa discografica internazionale Warner Music (tale questione di diritti era nota già prima dell’inizio del concorso). Attenersi completamente a tutte le richieste e le istruzioni della NTU (in teoria, potrebbero forzarmi a ballare ad una festa di compleanno con qualche vice ministro e, in caso di rifiuto, potrebbero squalificarmi e costringermi nuovamente a pagare una multa di 2 milioni di grivnie. In più, dovrei compensare la NTU per le perdite!). Il divieto di comunicare con i giornalisti senza il consenso della NTU (il che viola del tutto la libertà di parola e i diritti umani). E un sacco di altre cose assurde. In caso di violazione di uno di questi punti, ci sono una multa di 2 milioni di grivnie e una compensazione per le perdite di ammontare indefinito. In cambio, dalla NTU non ricevo niente: non un centesimo di supporto finanziario, nessuna assistenza nell’organizzare un viaggio, e nessun, in particolare, supporto per la promozione all’estero. Devo addirittura provvedere io stessa al mio visto […] Mi sento pressata! E vedo chiari tentativi di costringermi a rifiutarmi di rappresentare il mio paese all’Eurovision Song Contest 2019. Vi chiedo il vostro supporto, quello della stampa e dei giornalisti indipendenti che non sono pronti a obbedire agli ordini di qualcuno”.