Fabio Gasparini: “Non mi chiamo Vasco Rossi” (e si sente)
Eccone un altro. Solo che stavolta la canzone entra a pieno titolo fra i peggiori prodotti della musica italiana. “Non mi chiamo Vasco Rossi” di Fabio Gasparini, che incredibilmente qualcuno scarica visto è che nella top ten dei downolad della Fimi-Nielsen, fa un uso negativo di un buon espediente, il cosiddetto “Name dropping”, cioè l’utilizzo
Eccone un altro. Solo che stavolta la canzone entra a pieno titolo fra i peggiori prodotti della musica italiana. “Non mi chiamo Vasco Rossi” di Fabio Gasparini, che incredibilmente qualcuno scarica visto è che nella top ten dei downolad della Fimi-Nielsen, fa un uso negativo di un buon espediente, il cosiddetto “Name dropping”, cioè l’utilizzo di nomi famosi per fare richiamo.
Deve aver pensato, il nostro: se Cristicchi ha fatto successo con “Vorrei cantare come Biagio Antonacci“, e Valerio Sanzotta a SanRemo cantava Moro, Berlinguer e gli altri, io che sono più fesso? E giù la ripetizione all’infinito del concetto (cioè che lui non si chiama Vasco Rossi e nemmeno Celentano), con le strofe cantate in una pessima imitazione del Blasco.
Il problema vero è che il brano dovrebbe lanciare l’album “Guarda adesso uomo”, le cui canzoni sono ascoltabili in parte sul suo myspace. Album che per inciso, non sarebbe nemmeno male. Però se cominci con un brano del genere….Mah.