Fare Musica: #2 – AmpKit Link e Ampkit + per simualre amplificatori ed effetti
Eccoci alla seconda puntata della nuova rubrica Fare Musica, che fornisce consigli e segnalazioni sia a quei lettori che vorrebbero cominciare a suonare uno strumento, sia a quelli già attivi musicalmente. Di volta in volta segnaleremo un manuale, un libro, un accessorio, uno strumento, un sito web… qualsiasi cosa possa facilitare il compito del musicista
Eccoci alla seconda puntata della nuova rubrica Fare Musica, che fornisce consigli e segnalazioni sia a quei lettori che vorrebbero cominciare a suonare uno strumento, sia a quelli già attivi musicalmente.
Di volta in volta segnaleremo un manuale, un libro, un accessorio, uno strumento, un sito web… qualsiasi cosa possa facilitare il compito del musicista in erba e non. Vorremmo che questo fosse uno spazio più interattivo possibile: invitiamo quindi tutti i lettori interessati a partecipare attivamente inviandoci consigli, richieste, idee e quant’altro all’apposito indirizzo di posta faremusica@soundsblog.it .
Oggi parliamo dell’accoppiata Ampkit Link e Amplit +. Link, la parte hardware, è essenzialmente un’interfaccia audio ad alta fedeltà per iPhone, iPod Touch (2G e 3G) e iPad progettata per chitarra e basso elettrico ma compatibile con qualunque segnale in ingresso. Ampkit + è il software utilizzabile con l’interfaccia, e serve a simulare modelli fisici di numerosi amplificatori, microfoni e pedali. Variando le combinazioni, è possibile ottenere in tempo reale un ampissimo ventaglio di sonorità per il proprio strumento, per suonare dal funk al metal, dal rock all’acustico.
Andiamo a scoprire questi prodotti dopo la pausa!
HARDWARE
In realtà l’accoppiata Ampkit Link/Ampkit + non è la sola presente sul mercato. Esiste il concorrente iRig/Amplitube, prodotto da IK Multimedia. Abbiamo deciso di recensire e quindi consigliare AmpKit perché lo riteniamo superiore sia dal punto di vista hardware che dal punto di vista software, e ora vi spiegheremo perché.
L’utilizzo dei due prodotti rivali è essenzialmente lo stesso, ma c’è una grandissima e vitale differenza che separa Ampkit Link dal suo concorrente. Mentre iRig è essenzialmente un adattatore che trasporta il segnale ricevuto in input dalla chitarra verso il software, Ampkit Link è un vero e proprio pre-amplificatore alimentato da due batterie AAA (mini stilo) dotato del sistema chiamato “CrossTalkEliminator”. Ciò influenza drammaticamente la qualità e la consistenza del suono generato a qualsiasi volume e con qualsiasi simulazione, ma il fenomeno è ancora più evidente nel caso di amplificazioni distorte “hi-gain”. Il risultato con Ampkit Link è nettamente superiore ed elimina gli effetti di feedback che compaiono inevitabilmente con iRig o qualsiasi altro dispositivo non autoalimentato.
Inoltre, la qualità costruttiva generale è decisamente superiore (possiamo citare ad esempio i rinforzi di metallo negli ingressi dei jack). Chi fosse preoccupato per le due batterie ministilo, si rilassi: il consumo di Ampkit Link è praticamente nullo, tanto che dopo più di tre settimane vanno ancora alla grande le batterie già mezze consumate che inizialmente volevo utilizzare solo per prova. Oltre al jack d’ingresso mono da 6,3mm, Ampkit Link offre anche un’uscita jack stereo da 3,5mm, utilizzata naturalmente per attaccare cuffie o casse amplificate. Da segnalare inoltre che Ampkit Link è utilizzabile anche con il software Amplitube di iRig.
SOFTWARE
Anche dal punto di vista software la soluzione di Peavey e Agile convince pienamente. Ampkit + è disponibile sia in versione gratuita che a pagamento: quest’ultima, naturalmente, offre una selezione di effetti molto più ampia, e permette di acquistare ulteriori amplificatori, microfoni e pedali virtuali che Agile aggiorna e aggiunge con una discreta frequenza. È curioso notare come anche con la sola versione gratuita del software si possano tirare fuori una discreta quantità di suoni, e quindi i meno esigenti potrebbero risparmiare i soldi per l’acquisto del software, ma per coprire un buon ventaglio di esigenze e di generi musicali è naturalmente necessario avere la versione completa, magari anche con qualche effetto aggiuntivo.
Uno dei motivi che ci fa preferire Ampkit + ai prodotti concorrenti è chiara sin dal primissimo impatto: il layout è molto più intuitivo e facilmente utilizzabile, fattore che per un software utilizzato nella maggior parte dei casi in piccoli schermi da 3,5 pollici diventa assolutamente fondamentale. L’organizzazione delle varie funzioni è quasi impeccabile, grazie a una divisione in cinque schermate principali: My Setups, dove si possono salvare i propri setup personalizzati; Presets, dove si possono sfogliare e selezionare i preset disponibili; Recordings, per accadere ai proprio brani registrati o alle backing track; Add Gear per connettersi al negozio online e acquistare effetti aggiuntivi; Info, per consultare la sezione Help o reperire altre informazioni sul prodotto (proprio quest’ultima sezione Help merita una menzione particolare: non si limita a fornire qualche informazione lapidaria ma è una vera risorsa corposa e dettagliata per guidare l’utente attraverso l’utilizzo del software).
Ogni setup può essere completamente personalizzato, cambiando indipendentemente testata dell’amplificatore, cabinet, microfono, posizione del microfono, pedali. Naturalmente anche la posizione dei pedali nella catena influenzerà in modo pesante il suono in uscita, proprio come accadrebbe in un sistema reale. Il numero dei pedali utilizzabili contemporaneamente dipende naturalmente dalla potenza di calcolo del dispositivo utilizzato: su iPhone 4 anche con una catena di dodici pedali non ci sono stati problemi di sorta.
Anche se solo gli amplificatori Peavey hanno il loro nome originale è facile riconoscere i modelli famosi riprodotti in Ampkit: ad esempio American è Fender, mentre Colonel è Marshall. Stesso discorso vale per i pedali, tutti riproduzioni di prodotti realemente esistenti in commercio (Tubescreamer, distorsori, delay, octaver e addirittura Whawha programmabili).
Tra le funzioni aggiuntive segnaliamo l’accordatore ad alta precisione, il metronomo, e la possibilità di utilizzare “backing tracks” già esistenti o importabili a piacere. Molto interessante la funzione registrazione: una volta registrata una propria esecuzione, questa può essere riascoltata sia in versione processata (ovvero sia filtrata con il setup utilizzato durante la registrazione), sia in versione “dry” senza nessuna amplificazione o effettistica applicata. La vera e propria sorpresa è che questa versione dry può essere ri-processata in tempo reale con qualsiasi setup disponibile nel software, e quindi è possibile ottenere il suono desiderato anche dopo aver suonato il pezzo. Una volta registrata, la propria performance può essere inviata su Soundcloud.com o via email.
Il software è già più che buono ma comunque migliorabile: ad esempio si sente la mancanza di un menu interamente dedicato alle backing track, e alla possibilità di registrare su file l’insieme di chitarra + backing track (attualmente in uscita viene registrata solo la chitarra, senza backing track sotto).
IN CONCLUSIONE
AmpKit Link e Ampkit + sono prodotti estremamente convincenti, comodi, pratici e divertenti da usare che ci sentiamo di consigliare senza riserve. Emblematico il fatto che dopo aver preso Ampkit ho venduto il mio (seppur ottimo) Line 6 Pocket Pod, che avevo acquistato pochi mesi fa.
L’unico vero appunto che ci sentiamo di fare su questo prodotto riguarda i contenuti aggiuntivi a pagamento, i cui prezzi ci sembrano decisamente troppo alti se rapportati a quelli dell’hardware e del pacchetto base. Purtroppo Peavey ci ha fatto sapere che per il momento non sono previste versioni di Ampkit compatibili con Android, Windows Mobile 7 o altri sistemi diversi da iOS. Peccato!
AmpKit Link è acquistabile online o in tutti i negozi di musica al prezzo di 34€, mentre AmpKit + direttamente dall’App Store al prezzo di 15,99€ (o gratis per la versione gratuita con un numero limitato di effetti).
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Vi lasciamo con un filmato che presenta brevemente Ampkit. Non dimenticate di inviarci segnalazioni, richieste e consigli all’indirizzo faremusica@soundsblog.it .