Fedez: “La Siae continua a incassare in modo indebito i diritti su miei concerti”
“Quei brani hanno tanti padri, dobbiamo rappresentarli tutti” replica la Siae.
Ad aprile 2016, c’era stata la conferenza stampa dell’annuncio dell’abbandono della Siae da parte di Fedez per Soundreef :
“Fedez lascia Siae e si affida a SoundReef per la raccolta diritti d’autore […] Ho scelto di affidarmi a loro per la trasparenza dei miei diritti d’autore perché voglio scegliere e sostenere chi fa della trasparenza e della meritocrazia dei valori fondanti”. Così si legge in cartella stampa. Questo sistema “riduce drasticamente i tempi di rendicontazione e pagamento dei compensi per gli autori”.
A distanza di mesi, ecco lo sfogo del rapper su Repubblica:
La Siae continua a incassare in modo indebito i diritti su miei concerti. Non sanno con chi hanno a che fare: chiederò un decreto ingiuntivo per riaverli
Fedez spiega la situazione:
Dopo le prime tre date, per cui ho dato in licenza i miei diritti attraverso Soundreef, Siae e Assomusica, l’associazione dei produttori di spettacoli, hanno scritto agli organizzatori che se avessero versato le royalties a Soundreef avrebbero dovuto pagare due volte. Alla faccia della direttiva europea che chiedeva di liberalizzare il settore. E della trasparenza che Siae tanto sbandiera”.
Nonostante abbia firmato le licenze direttamente con gli organizzatori
Niente da fare, Siae ha comunque riscosso i soldi per nove date su venti. Qualche giorno fa mi arriva una lettera in cui dicono che, siccome le mie canzoni hanno ritornelli o la musica scritta da altri autori, la raccolta spetta comunque a loro”.
Infine, la decisione di prendere in mano la situazione, alla domanda su cosa abbia intenzione di fare:
“Il mio avvocato chiederà al giudice un decreto ingiuntivo sulle quote di cui Siae si è appropriata indebitamente. Le altre azioni legali le lascio a Soundreef, che è pronta (…) Il giorno stesso Filippo Sugar, il presidente di Siae, mi ha dato appuntamento cercando di dissuadermi. Mi ha detto che Soundreef non ce l’avrebbe fatta a raccogliere i diritti. E certo, sono loro a impedirglielo! Propaganda di quart’ordine. Gli addetti ai lavori della discografia pensano che gli artisti siano degli ignoranti, forse qualche tempo fa era così. Io però non delego a nessuno la gestione dei miei affari. Non hanno capito con chi hanno a che fare”.