Fedez: “Ho lottato per Lorenzo Fragola a Sanremo. Fabri Fibra ed Emis Killa più autocelebrativi di me!”
Fedez ha spinto Lorenzo Fragola al Festival di Sanremo 2015.
Se Lorenzo Fragola parteciperà al Festival di Sanremo 2014, è anche per merito del suo mentore che continua a lavorare per lui (e non disdegnerebbe, un giorno, di andarci a sua volta). Lo ha ammesso Fedez, ospite nel programma Reputescion:
“Io sono stato il primo a combattere perché Lorenzo andasse a Sanremo. Un talent ti dà la spinta ma non ti sostiene continuamente. Il rischio era che Sanremo metta in ombra quello che ha fatto nel programma, quindi era giusto rischiare. Io a Sanremo? Ci andrei a portare il mio mondo a loro, non viceversa”.
Poi Fedez è uscito allo scoperto sul suo contestato inno scritto per il Movimento Cinque Stelle, Non sono partito:
“Beppe Grillo l’ho visto anche recentemente. In realtà abbiamo parlato poco di politica, io lo vedo anche come un grande uomo di spettacolo e libero pensatore. E’ tosto quello che lui sta cercando di fare, indipendentemente se lo sta facendo bene o male è una persona che poteva benissimo risparmiarselo. E’ riuscito ad arrivare in Parlamento con un metodo che a nessuno era riuscito”.
A chi lo ha accusato di faziosità risponde per le rime:
“Perché io mi schiero e vengo massacrato, mentre Jovanotti si può schierare con Renzi? Quello che è riuscito a fare il Movimento 5 Stelle è farsi clonare le idee. Oggi sappiamo gli scandali, fanno casino, sbagliano il metodo, forse non sono istituzionali, però la controparte ha dimostrato di essere peggio. il Movimento 5 Stelle non ha una presenza televisiva, sui giornali, sono alienati da tutto questo mondo, quindi la sensazione è che non abbiano fatto niente. Poi, se vai a vedere il Pd, non è totalmente unito, abbiamo persone colluse con Mafia Capitale e l’unico partito estraneo a tutto questo è il Movimento 5 Stelle, bisogna darne atto”.
Ma il rapper è contento di essersi preso i suoi spazi:
“Viviamo ancora in un Paese in cui la libertà esiste, a parte piccole parentesi. Troverò ostacoli davanti a me, ma la scelta di sostenere una forza politica non supportata da tutti i mezzi che possono promuovere i miei prodotti artistici so che è una cosa che mi contrasterà fortemente, ma io non ho mai avuto bisogno di quei mezzi. Ricordo un episodio spiacevole. La Repubblica, per una mia non pubblicazione di un video sui miei social network, per ripicca mise un mio furibonda in cui parlavo del figlio di Travaglio. In cui peraltro non c’era nessuna rivelazione clamorosa”.
Poi ha spiegato il titolo del suo album:
“Sono pophoolista perché nelle mie canzoni faccio anche analisi sociale, satira musicale… Quando si cerca di rimarcare l’ovvio che per me non è mai ovvio, perché nel ventennio del berlusconismo l’ovvio non lo si trovava sui giornali… Io non sono un maître a penser, io semplicemente sottolineo la realtà. Io metto le mani avanti e mi sono autodefinito populista io, prima che lo facessero gli altri. Vent’anni di Berlusconi? E’ colpa degli italiani. Per ogni immigrato clandestino c’è un italiano che gli dà un lavoro in nero”.
E a questo punto è scattata la frecciatina ai colleghi:
“Generazione Boh? Forse sono l’unico che ne parla nel rap mainstream. Emis Killa e Fabri Fibra puntano di più sull’autocelebrazione. Fabri Fibra ha fatto un album dal titolo sociale, ma il contenuto era una cosa diversa. Poi nell’underground ci sono tante sfumature di quello che faccio”.
Si aspettano dissing come replica?