Festival di Venezia 2013, Cesare Cremonini: “Ho ritrovato il mio pubblico dopo 10 anni” (video)
Cesare Cremonini al Festival di Venezia 2013 racconta tutte le soddisfazioni attuali e la fatica per arrivare fin qui.
Cesare Cremonini si aggira per il Lido di Venezia durante la Settantesima Mostra del Cinema. L’abbiamo intercettato per capire cosa ci faccia da queste parti e lui ci ha regalato un’intervista video in cui spiega questo e molto di più. Il cantautore più romantico sulla piazza racconta di essere qui in una veste inedita, quella di giurato, e di sentirsi onorato per questo ruolo:
E adesso torniamo alla musica e al periodo d’oro che sta passando il buon Cesare grazie all’ultimo disco, La Teoria dei Colori, che ha ottenuto un successo clamoroso grazie a brani tipo Il Comico (Sai che risate), Una come te, e La nuova stella di Broadway. Li abbiamo cantanticchiati tutti, almeno una volta, o comunque, eravamo proprio tanti a farlo. Così tanti da riuscire quasi a stupire lo stesso Cremonini, felicissimo di essere tornato ad esibirsi live davanti a platee molto più ampie (vi dice niente l’Arena di Verona? Ecco). Questo grande successo, però, non è arrivato è costato pazienza e sacrifici:
I concerti dal vivo per il tour de La Teoria dei colori mi hanno colpito tantissimo perché erano dieci anni che cercavo di ampliare il mio raggio d’azione in quel senso. Cercavo di fare in modo di ritrovare un pubblico ampio dal vivo, di poter contare su un pubblico che si fidasse di ciò che potevo portare sul palco anche come intrattenitore, come cantante. E questo mi è sempre riuscito difficile. Negli ultimi dieci anni da solista tanti tour sono stati tour riusciti ma non si riusciva a varcare la soglia, insomma. E’ una difficoltà che credo di aver condiviso con tanti altri musicisti che hanno fatto un po’ il mio percorso. Aver ritrovato questo successo dal vivo con sold out in posti meravigliosi è stata una grande soddisfazione, quasi commovente perché mentre ero sul palco rivivevo tutti i sacrifici che in qualche modo avevo fatto e tutta la pazienza messa in campo per reggere la pressione di essere un artista che in qualche modo funzionava perché il pubblico conosceva le canzoni grazie ai tantissimi passaggi in radio, ma che dal vivo faticava.
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