Home Interviste Finley a Soundsblog: “Pogo Mixtape Vol. 1 è il disco più Finley che esista. Al Forum, faremo una festa per chi ha deciso di rimanere giovane per sempre”

Finley a Soundsblog: “Pogo Mixtape Vol. 1 è il disco più Finley che esista. Al Forum, faremo una festa per chi ha deciso di rimanere giovane per sempre”

Soundsblog ha intervistato i Finley, reduce dalla pubblicazione di Pogo Mixtape vol. 1, il loro settimo album di inediti.

pubblicato 21 Maggio 2024 aggiornato 30 Maggio 2024 01:33

I Finley, band idolo dei giovanissimi negli anni 2000 grazie a hit pop punk come Tutto è possibile e Diventerai una star, sono tornati con un nuovo album, un progetto dal titolo Pogo Mixtape Vol. 1 per il quale la band composta da Pedro, Ka, Dani e Ivan ha collaborato con ben 14 artisti: J-Ax, Naska, Rose Villain, Dari, Divi dei Ministri, Walls, Bambole di Pezza, Ludwig, Punkreas, Fast Animals and Slow Kids, Benji, La La Love You, Sethu e Fasma.

Disponibile dal 17 maggio 2024, i Finley, mercoledì 16 ottobre al Forum di Milano, saranno anche i protagonisti dello show-evento Tutto è possibile al Forum.

Di questo e di molto altro, i Finley hanno parlato a noi di Soundsblog.

Questo nuovo album rappresenta per voi un nuovo inizio o c’è una continuità nel vostro percorso cominciato vent’anni fa?

Ogni album è sicuramente un nuovo inizio e questo lo è in particolar modo. È sicuramente il lavoro che richiama di più le sonorità con cui abbiamo passato la nostra adolescenza e che hanno caratterizzato le nostre prime produzioni. Solo che qui abbiamo messo un carico da mille, perché questo disco è un viaggio iniziato due anni fa, un percorso stupendo che ci ha visti incontrare 14 artisti, 14 progetti, 14 realtà. È stato un incontro musicale, un modo nuovo per noi di approcciare la nostra musica, perché ognuno di questi artisti ha portato qualcosa di suo, contaminando la nostra musica, e noi abbiamo dato in cambio il nostro suono, la nostra energia, e magari anche un’idea per una loro canzone. Siamo fieri e orgogliosi di pubblicare questo disco, che incontra e abbraccia diverse generazioni, c’è veramente tanta roba, tante vite che si sono incrociate. Abbiamo creato una mischia selvaggia bellissima e un disco che sembrava una follia ma che adesso è una bellissima realtà.

C’è un motivo in particolare per il quale avete deciso di fare solamente duetti?

Volevamo complicarci la vita! Anzi, volevamo fare i big stream! Nella nostra vita musicale vantiamo un featuring con Mondo Marcio e una collaborazione con Edoardo Bennato. E basta. Poi abbiamo incontrato, ad esempio, Naska, ci siamo visti, siamo andati a mangiarci una roba orribile insieme e abbiamo capito quanto le nuove generazioni, spesso additate come gente con poca voglia e con pochi obiettivi, in realtà ci mangiano in testa. Questa roba ha dato una scintilla incredibile ad una realtà, tra virgolette, più pigra come la nostra, meno pragmatica. Loro sono più pragmatici perché sono cresciuti in un’era digitale in cui c’è bisogno di essere sul pezzo costantemente e di essere molto produttivi. Da Naska, abbiamo imparato la progettazione e, da tutte queste realtà che si sono rapportate con noi, abbiamo portato a casa tantissimo. Sicuramente abbiamo dato in cambio tanta leggerezza, freschezza e tanto cuore. Quando abbiamo girato il video teaser, si respirava un clima bellissimo, rilassato, sembrava una grigliata di Pasquetta! Eravamo veramente amici. Ci prendiamo questo merito, noi diamo tanto valore alle relazioni. Da band, eravamo abituati a lavorare con la porta della sala chiusa. In questo caso, abbiamo fatto entrare tutti! Anche nel nostro genere i duetti si possono fare e i risultati ci hanno lasciato a bocca aperta. Questo disco è una cosa ci rappresenta di più di tante altre che abbiamo fatto in questi vent’anni. È il disco più Finley che esista!

Ricordando proprio il duetto con Mondo Marcio, quali sono le difficoltà di collaborare con artisti di un genere completamente diverso dal vostro?

Per certi versi, è molto più semplice quando vedi qualcuno più stimolato a sentire la propria voce, la propria vocalità e le proprie rime su un sottofondo musicale diverso. Anche per noi così, diventa molto più sfidante rispetto ad un genere musicale più affine. In un genere affine, ti esprimi al massimo delle tue potenzialità però troviamo veramente sfidante il fatto di contaminare. È difficile fare qualcosa di nuovo, di fresco e di scioccante al giorno d’oggi. Quindi ben vengano anche le cose molto diverse e ai tempi la collaborazione con Mondo Marcio fu una cosa che, per il mainstream, non si era mai sentita. Fu un progetto simile a quello che gli Aerosmith fecero con i Run DMC. Fu molto divertente. Quando ci esibimmo al Festivalbar, non ci si poteva credere a quello che stava succedendo! Era una cosa veramente figa!

Per quanto riguarda la scelta degli artisti con i quali avete collaborato, il criterio qual è stato?

Chi ha chiesto meno soldi! Scherzi a parte, c’era un identikit da rappresentare, che cercavamo. Non stimiamo tutto il panorama italiano, anzi, sinceramente per certi artisti dovrebbero pagare loro noi per fare un featuring! Ma cercavamo sicuramente talento, personalità, identità, gente che sorprende. A noi piacciono gli artisti che sorprendono, che scioccano, anche in base anche al loro percorso. Pensiamo a Rose Villain che, l’estate scorsa, fece Fragole con Achille Lauro e poi abbiamo scoperto che ha una band che, all’inizio, faceva musica punk, i The Villain. Rose Villain era impazzita all’idea di fare un brano con noi. Penso anche agli artisti più estremi come Ludwig, che è quello più distante dal nostro mondo perché lui vive rinchiuso in una discoteca a Mykonos! Ma è stato divertentissimo, una follia. La musica per noi è divertimento. Ovviamente, in questo album, ci sono anche delle parti più emotive, più intense.

Finley: “Superati i 30, abbiamo capito che il primo amore non si scorda mai!”

L’epoca che stiamo vivendo è dominata indubbiamente dalla musica trap. Secondo voi il punk-pop ha ancora qualcosa da dire?

Ci vuole coraggio nel 2020, durante una pandemia, a scrivere un disco punk-rock mentre tutti ascoltano Sfera Ebbasta. Ci vogliono due palle giganti così! E ottenere dei risultati che vanno al di là dei numeri, ma di riconoscimento, di ruolo nel panorama musicale. Il punk-rock ha questa magia di renderti quasi un supereroe. Naska, in questo momento, sta rappresentando la nuova generazione. Anche La Sad, per certi versi. L’urban e la trap hanno dato delle nuove armi da poter essere utilizzate anche nel pop-punk. Sì, abbiamo detto “armi” e “trap” nella stessa frase! Anche negli Stati Uniti sta succedendo la stessa cosa. E hanno fatto avvicinare anche tanti giovani che non conoscevano la generazione dei vecchi punk-rocker degli anni ’90. Anche Travis Barker si è messo a fare le produzioni, sostanzialmente. Andrebbe fatto un monumento a Travis Barker e a John Feldmann per aver portato, a livello di produzione e di management, nuova linfa a un movimento che era parecchio in difficoltà da tanti anni. Gli anni ’10 sono stati complicatissimi per la musica suonata. Adesso, durante la pandemia, si è mosso qualcos’altro. E noi ne siamo felici. Quindi abbiamo ripreso in mano un filo che non abbiamo mai abbandonato e ci siamo divertiti con il nostro primo amore.

Avete dichiarato che, con quest’album, avete ritrovato quell’istintività con cui avevate fatto i vostri primi album. Nel corso degli ultimi anni, avevate perso quell’istintività? E perché?

I motivi sono molteplici. Sicuramente anche un voler dimostrare qualcosa a noi stessi, ma soprattutto agli altri. In seguito al primo successo folgorante, di base, non c’era stato nessun problema. C’era stato un po’ un malinteso di comunicazione. Nel senso che noi eravamo una cosa, l’immaginario dei Finley, un’altra. Non c’era proprio un combaciare delle due cose. E questo ci ha portato ad esplorare diverse sonorità perché volevamo dimostrare di non essere solo quella roba lì. Non volevamo che un genere o un’etichetta potesse essere un vincolo. E quindi ci siamo spinti forse oltre quello che erano i nostri ascolti. Abbiamo fatto dischi un po’ più sperimentali, più tendenti all’elettronica, alcuni che toccavano corde hard rock. Ma è stato bellissimo perché abbiamo imparate tante cose. Siamo cresciuti sul palco e abbiamo ottenuto bellissimi risultati in questi anni, anche magari lontano dai riflettori. Poi succede che superi i 30 e il primo amore non si scorda mai… Quando superi i 30, un po’ inizi a tornare indietro. E poi, arrivati a 39 anni, non hai più bisogno di dimostrare niente a nessuno. Fai quello che vuoi fare. Succede agli anziani! La lezione più grande è aver capito che non bisogna prendersi sul serio, che la nostra musica ha un valore potentissimo che spesso non viene valorizzato nemmeno da noi e che è il fatto di portare un’aria di party, di festa totale. Ti riportiamo al liceo, ai tuoi anni più belli, ai primi amori, alle prime vacanze con gli amici, con una nota. Oggi facciamo questo con più consapevolezza.

Finley

Finley: “Ci piacerebbe collaborare con Fedez: dal suo duetto con Salmo, ci aspettavamo di più”

Il titolo di quest’album è Pogo Mixtape Vol. 1. Fa intendere che potrebbe esserci anche un seguito. Ci sarà un seguito?

Una domanda che non avevamo previsto! Perché abbiamo scritto Vol. 1? Vedi che le nuove generazioni sono più pragmatiche! Noi continuiamo a ragionare con la testa sbagliata, cioè, tra un mese, che facciamo? Ci facciamo sempre trascinare dall’onda! Vol. 1 è un modo per fare il reclutamento già per il secondo. Non paghiamo eh, zero soldi. Se hai voglia, sali su. Non vedremmo l’ora di continuare a collaborare per dare nuovi stimoli e averne nuovi noi.

E con chi vi piacerebbe collaborare?

Vasco Rossi, Billie Joe dei Green Day, Dave Grohl, per la serie “Grazie al c****!”. Un nome che ha manifestato sempre grande interesse per questo genere è Fedez. La sua unica rigettata punk l’ha fatta con Salmo ma sinceramente ci aspettavamo di più. Ci piace anche Blanco. Le sue prime produzioni ci hanno rapito, suonavano super fresh, lui sembra uscito da Trainspotting e ha un approccio così vero. Pensiamo anche a Morgan, Achille Lauro, Rkomi, Salmo. Morgan, si potrebbe portare su un brano dove insulta la gente e poi se ne va! Insulta noi, Morgan!

Qualche anticipazione riguardante lo show che farete a ottobre al Forum?

“Diventerai una star”, la suoniamo! È un concerto che, sicuramente, poggerà delle basi molto solide sulle nostre prime canzoni però sarà un bel viaggio intorno ai nostri vent’anni. L’abbiamo ribattezzato Tutto è possibile al Forum perché da lì è un po’ iniziata la nostra parabola meravigliosa con l’opening a Max Pezzali. Questa volta entreremo noi dal portone principale. Sarà la festa di tutti quelli che, magari anche grazie alle nostre canzoni, hanno deciso di rimanere giovani per sempre. E quindi ci vediamo lì e faremo una festa incredibile.

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