Fiorella Mannoia: “Ci siamo sentiti padroni di tutto, è bastata una minuscola entità cellulare per farci capire che siamo Padroni di niente”
Padroni di niente, il nuovo album di Fiorella Mannoia: canzoni, significato, tracklist, tutte le dichiarazioni della conferenza stampa
Oggi, venerdì 6 novembre, esce “Padroni di niente”, il nuovo album di inediti di Fiorella Mannoia, disponibile in formato cd, in digitale e in vinile (quest’ultimo disponibile da venerdì 20 novembre).
Il disco è figlio di un periodo storico ben preciso, di pensieri e riflessioni scaturiti da un evento eccezionale e fuori da ogni previsione, evento che nessuno avrebbe mai pensato o immaginato di poter vivere. Così, Fiorella, attraverso le canzoni che canta e le storie che racconta, pone l’attenzione sull’uomo e sulla nostra “umanità”, quella da cui bisognerebbe ripartire per non ritrovarci, appunto, “Padroni di niente”.
Emblematica anche la copertina dell’album, ispirata al quadro “Viandante sul mare di nebbia” di Caspar David Friedrich, che ritrae un “Viandante”, in questo caso Fiorella, mentre osserva la propria civiltà, ci si specchia dentro e riflette su tutto il bello e il brutto che l’uomo ha costruito.
Questa la tracklist di “Padroni di niente”: “Padroni di Niente” (Amara), “Chissà Da Dove Arriva Una Canzone” (Ultimo), “Si È Rotto” (Enrico Lotterini, Fabio Capezzone, Fiorella Mannoia), “La Gente Parla” (Amara, Simone Cristicchi), “Sogna” (Edoardo Galletti, Fiorella Mannoia), “Olà” (Bungaro, Cesare Chiodo, Fiorella Mannoia), “Eccomi Qui” (Bungaro, Cesare Chiodo, Carlo Di Francesco) e “Solo Una Figlia (con Olivia XX)” (Arianna Silveri).
“PADRONI DI NIENTE” è stato anticipato in radio dal singolo “Chissà da dove arriva una canzone”, brano scritto per Fiorella da Ultimo.
Durante la conferenza stampa di “Padroni di niente“, ecco le dichiarazioni rilasciate da Fiorella Mannoia, partendo proprio dalla lavorazione del disco e di come è nato:
Questo album è stato concepito durante il primo lockdown, quando eravamo tutti chiusi. I nostri pensieri volavano alti, ci si interrogava tutti sul senso della nostra vita, su dove stavamo andando. Addirittura si parlava di un nuovo umanesimo, l’uomo al centro come necessità, a scapito del profitto. Mi ricordo la natura che si riprendeva i propri spazi, gli animali che giravano per le strade, i canali di Venezia limpidi. Pensieri che volevano alto, poi quando si è riaperto tutto, siamo tornati tutti come prima se non peggio. Avevamo risentito questa coesione di popolo, sentivamo il bisogno di riabbracciarci tutti. Un momento che ci ha preso tutti alla sprovvista. E’ venuta così, nelle nostre chiacchierate, anche con Amara, ci siamo resi conto che a noi occidentali, che ci siamo sentiti padroni di tutto, è bastata una minuscola entità cellulare per metterci in ginocchio tutti e ci ha fatto capire che non siamo padroni di niente. Abbiamo scelto questo dipinto e con una magia grafica di Paolo Di Francesco, siamo riusciti a togliere la nebbia e costringere a guardarlo su quello che l’uomo ha costruito ma è riuscito anche a distruggere o non risolvere. C’è tutta la sintesi di quello che abbiamo fatto e che stiamo facendo.
Fiorella Mannoia poi sottolinea il “mettersi sempre in discussione, non possiamo pensare di poter cambiare perché qualche insegnamento ci riporta con i piedi per terra. Inoltre ci sono dimostrazioni di grande umanità che invece ci salvano. Il mondo non si cambia, come pensavamo noi, della nostra generazione. L’unica cosa è cambiare quello che c’è intorno a noi, ognuno deve fare la sua parte”
Nella canzone “Sogna” c’è la difesa della passione non scevra di difficoltà, come sottolineato da Andrea Conti. E la cantante conferma: “Guai se non ci fossero le difficoltà, ci aiuta a difendere quello che sei. Ti inginocchi e poi devi trovare la forza di rialzarti. Ci sono stati diversi momenti, ho una carriera molto lunga, ho avuto un successo costruito piano piano, cosa che oggi purtroppo non succede sempre alle nuove generazioni. C’è stata, da parte mia, tanta caparbietà nel seguire quello in cui credevo. Ma rifarei tutto quello che ho fatto”.
L’album è stato scritto, appunto, ai mesi di marzo e aprile:
“Quando ho scritto il disco eravamo nel primo lockdown, dove stavamo discutendo anche sul nuovo umanesimo. I nostri animi non erano come oggi ma connessi con tutti i pensieri, non c’era la rabbia e non era la fase di oggi. Ora siamo preoccupati del nostro futuro, siamo costretti a scegliere tra salute e lavoro. La paura della gente è che se non muore di Covid muore di fame. Se l’avessi concepito ora, avrei risentito da questa atmosfera, ben diversa di quella di allora dove eravamo chiusi in casa, amorevoli, a guardarsi dalle finestre”
Sul programma previsto su Rai Uno il 25 novembre, in favore a difesa delle donne, racconta: “Il programma televisivo con la Rai? Stiamo valutando cosa fare, si naviga a vista. Sicuramente lo riprenderemo, stiamo cercando di capire quando e dove. Vi daremo notizie su quello che faremo. La data era la giornata mondiale contro il femminicidio. Ci stiamo lavorando”.
Al termine del disco c’è una canzone con Olivia XX:
“Fa parte del progetto della canzone sospesa. Parafrasando il caffè sospeso, ho dato spazio ad una giovane autrice. Quando ho sentito la canzone, sono rimasta colpita. E’ una canzone che parla di questo tema, due ragazze adolescenti con due destini completamente diversi ma con la stessa sofferenza. Una è una sposa bambina, l’altra soffre della violenza del padre. Olivia mi ha detto che si era ispirata da una immagine che aveva visto durante gli sbarchi: una giovane mamma con un bambino in braccio, purtroppo morti. La canzone non ha un lieto fine, io preferisco lasciare uno spazio alla speranza, cerco sempre di combattere e lasciare uno spiraglio alla speranza. Gliel’ho chiesto però lei mi ha risposto dicendo che non sempre nella vita si vince. Bisogna anche raccontarla la verità, fino in fondo, anche quando non ci piace. Aveva ragione.”
La cantante poi racconta della sua decisione di pubblicare il disco in questo periodo storico difficile e dell’annuncio del tour teatrale da maggio 2021:
“Noi dobbiamo ripartire. Ci siamo chiesti se era giusto farlo uscire adesso o rimandarlo tra qualche mese. Anche questa è una forma di resistenza, dobbiamo continuare a lavorare. So che è difficile, anche per trovare spazi televisivi dove promuoverlo. Abbiamo deciso di uscire e a maggio dobbiamo ripartire, a teatro pieno o dimezzato. Questo è il modo per aiutare i lavoratori dello spettacolo. Se anche non ci danno gli spazi ai quali siamo abituati, dobbiamo rimettere in piedi questa macchina. Ci sono dei fondi, nessuno ci vieta di mettere i nostri soldi. Certo è che dobbiamo chiedere a gran voce che i lavoratori dello spettacolo siano tutelati. E’ normale che il governo debba preoccuparsi dei 250.000 lavoratori. L’impegno lo devono prendere. Mettiamoci i soldi in tasca e buttiamoli dentro i fondi. Tutte le iniziative che raccolgono fondi, io sono sempre pronta e nulla ci vieta di poter contribuire se vogliamo (…) Siamo tornati alla convinzione sbagliata che con la cultura non si mangia. Quando si arriva a pensare o dire frasi che ci hanno fatto tanto arrabbiare – come quella “Ci fanno tanto divertire”- è che si perde di vista il fatto è che la musica, questa cultura, questo teatro, cinema e letteratura, ha cambiato generazioni intere. Ognuno, nel nostro piccolo, fa del nostro. Anche io, con le mie canzoni ho aiutato forse qualcuno a crescere, ragionare, sviluppare un pensiero critico. E’ successo anche a me con De Gregori, Battisti. Far passare questo concetto che di noi possiamo farne a meno, è dare un servizio deleterio. Stiamo facendo una cosa che non riesco neanche a pensare. Che poi ora sia chiuso tutto, per carità, in questo momento non posso dire di riaprire i teatri perché stanno chiudendo tutti. Noi però siamo stati i primi a chiudere. Siamo in un momento critico, non sto recriminando ma cerchiamo di capire che ci siamo comportati in maniera così ligia al dovere. C’è stato un solo contagio in tutti questi mesi. Tu guarda con quanta serietà e rigore e senso del dovere hanno manifestato con i Bauli in piazza. Questa gente va tutelata. Noi andiamo tutelati perché è molto pericoloso far passare il pensiero che della musica, del teatro, del cinema, si possa fare a meno perché non sono essenziali. Sono essenziali come il pane che si mangia. Quando è finita la quarantena ci siamo dati tutti alla pazza gioia, come se si uscisse da un periodo di prigionia. Questo lo stiamo pagando oggi. Anche dalla politica c’è stato esempio di grande festa, oggi finito miseramente. Non siamo migliorati, ci siamo dimenticati anche il motivo per cui siamo stati chiusi. Tutte l’estate è stata una festa, un assembramento. Siamo riusciti a dividerci anche su questo virus, di destra e di sinistra. Tra negazionisti o chi pensa che moriremo tutti domani. Siamo riusciti a fare una questione politica anche su questo. In un momento come questo anziché mettersi intorno a un tavolo per capire quale strategia e con quali fondi aiutare e fermare la pandemia, non mollano nemmeno di fronte al rischio della vita delle persone. Ognuno va avanti per la sua strada, vediamo un governo e una opposizione che si dà battaglia sulla pelle della gente. E’ intollerabile”
Infine, sempre sul disco e sui prossimi progetti, rivela:
“Non sto pensando a un ritorno a Sanremo. Ho scelto 8 canzoni per sottolineare l’essenzialità del periodo che stiamo vivendo, solo quelle in cui crediamo totalmente. Preferisco che la gente senta l’album per intero senza skippare qualche brano.
“Padroni di niente” sarà il nuovo singolo, in uscita, in radio, la settimana prossima.
Foto Fiorella Mannoia di Francesco Scipioni