Francesco De Gregori, Vivavoce: la conferenza stampa in diretta su Blogo
Francesco De Gregori racconta il suo nuovo disco, Vivavoce.
Francesco De Gregori sta presentando oggi a Milano il suo nuovo disco, Vivavoce. Si tratta di un doppio cd che raccoglie 28 dei suoi maggiori successi rivisitati in chiave piú attuale. L’album é stato anticipato da un duetto con Ligabue sulle note di Alice. Noi di Blogo siamo alla conferenza e in questo post troverete tutti gli aggiornamenti in diretta.
12.56 “Vorrei scrivere molto, ho tante idee nella testa ma poco tempo. Vorrei lavorare su traduzioni di testi di Dylan in italiano.
12.53 “Per caritá, c’é una canzone che si chiama Il Futuro ma questo non significa che io sia uno sciamano! Spero, come tutti, che il futuro sará nelle nostre mani e che andrá tutto bene. Penso che fare politica per un cantautore sia semplicemente fare bene il proprio lavoro. Ho parlato di politica una volta, in una fase non promozionale, ma questo non sognifica che lo debba fare oggi”.
12.51 “Non mi sono messo a sentire molti dischi durante la lavorazione di Vivavoce. Per quanto io oggi sia innamorato della musica country, non mi viene voglia di andare a cercare quel suono lí”.
12.50 “Le canzoni di questo disco mi sono venute spontaneamente, non c’é stato un lavoro a tavolino per scegliere quali inserire nella raccolta”.
12.48 “I rapper sono i nuovi cantautori? É presto per dirlo ma di sicuro non sono abbastanza colti per esserlo davvero. I cantautori erano un’altra cosa ma forse oggi non ci sarebbe nemmeno il pubblico adatto a capire le loro parole”.
12.46 “Ieri sera ero in concerto a Stoccarda e sono felice di fare un tour europeo anzi, avrei dovuto farlo prima! Quando canto Viva l’Italia all’estero e ho davanti un pubblico di italiani trasferiti, mi rendo conto che in quelle circostanze, questa canzone ha un sapore diverso”.
12.44 “Per me la disciplina e lo studio é l’ascolto. Lo studio classico da musicista vero lo rifuggo dall’inizio e temo si senta, purtroppo. Io sono sempre stato e sempee saró uno strimpellatore”.
12.42 “La politica per me é una cosa talmente alta da non poter essere paralozzata in una conversazione sintetica come questa. Ho le mie idee, ma ora non c’é tempo”.
12.40 Per il titolo, Vivavoce, ho penato un po’ perché ne avevo in mente un altro ma alla fine mi sono convinto. In “finestre rotte” dico stai zitto, pulisciti le orecchie e togliti l’auricolare. E se uno si toglie l’auricolare praticamente ascolta in vivavoce, no?”.
12.35 “Non mi sento di giudicare il lavoro degli altri, soprattutto dei giovani. Sarebbe un atto di arroganza e potrebbe pure fare danni esprimermi in tal senso. Poi ci sono le canzoni brutte e fatte male, certo, ma non avete sicuramente bisogno di me per capire quali siano”.
12.31 “Non sono mai stato un “grande schivo” come mi si dipinge. Nessuno lo dice ma io sono indie. E proprio nel mio cammino, nel mio percorso di indie, ho incontrato Ligabue. Stavo cenando prima di un concerto ckn moglie e figli. Arriva Luciano e mi dice che é venuto a sentirmi dal vivo. In quel momento le mie quotazioni agli occhi dei miei figli sono salite alle stelle. Non é stato facile riarrangiare i miei pezzi perché alcune erano venute cosí bene che sembrava quasi un peccato modoficarle. Invece Ligabue se l’é propria cucita addosso questa canzone. Nessuno meglio di lui avrebbe potuto reinterpretare Alice che per me resta una canzone fondamentale”.
12.28 “Il fatto che Viva l’Italia stia ancora in piedi e piaccia tuttora significa che sfugge ad una datazione precisa. Quella canzone nasce come un invito a partecipare al mondo che ci circonda”.
12.26 “Il motivo per cui Cohen e Dylan continuano a fare questo lavoro credo sia l’amore per la musica. E lo dico perché, ascoltandoli, non trovo un granello di falsitá in quello che fanno. Poi magaro dipende anche dal fatto che non sanno fare altro nella vita”.
12.24 “La canzone é questo ibrido strano che non é poesia né romanza lirica. Dura 4 minuti, é leggera ma puó contenere messaggi importanti. Uno, ascotando un brano, puó trovarsi a rivivere un’emozione di 30 anni fa”.
12.22 “Io so che ci sono canzoni migliori e peggiori tra quelle che ho scritto perché alcune si radicano di piú nel cuore di chi le ascolta ed altre meno. Un autore peró non potrá mai dire che una sua canzone sia “minore”. Fanno tutte parte della mia vita e io non le tradisco”.
12.18 “Nel disco in Santa Lucia riprendo il riff di Com’é profondo il mare di Lucio Dalla. é la canzone che preferisco nel suo repertorio. Quando é morto avevamo appena finito di lavorare insieme. Sono andato in tour con lui due volte nel corso della mia carriera. Un vero privilegio. La cosa terribile é che non possiamo piú programmare una terza uscita insieme. avremmo ancora fatto musica di sicuro, magari fra cinque anni”.
12.16 “La musica non puó essere fissata una volta per tutte, questo é il suo bello. Quindi la versione di Vivavoce non é definitiva. Ai concerti le mie canzoni potranno cambiare ancora”