Francesco Renga: “Cambio direzione”. Ma quando mai!
Uno dei vizietti di chi fa musica italiana è quello di rimanere inchiodato alle stesse sonorità di successo, alle stesse quattro maledette note funzionanti. Ispirate ai vecchi successi, copiate a piene mani dai successi degli altri. La musica popolare, e voi lo sapete bene, non è quasi mai portatrice di originalità. Un esempio palesante è
Uno dei vizietti di chi fa musica italiana è quello di rimanere inchiodato alle stesse sonorità di successo, alle stesse quattro maledette note funzionanti. Ispirate ai vecchi successi, copiate a piene mani dai successi degli altri. La musica popolare, e voi lo sapete bene, non è quasi mai portatrice di originalità. Un esempio palesante è quello di Francesco Renga con il suo ultimo singolo “Cambio direzione”. Si sperava che stavolta una strada nuova la prendesse per davvero, e invece niente.
Ascoltando questo brano, presente sul circuito radiofonico dall’inizio di giugno, sembra di ascoltare altre dieci mila canzoni identiche a questa, e aggiungiamoci pure che la voce di Renga, tra l’altro, non si presta nemmeno molto a interpretazioni particolarmente originali. Così il risultato è che le utenze di Youtube, infischiandosene della produzione di Corrado Rustici, uno dei più grandi produttori e musicisti di fama internazionale, stizzite sottolineano somiglianze più o meno credibili del brano con “Parliamo al singolare” di Nek e persino con “With love” di Hilary Duff. Vere o no che siano queste associazioni, rimane il fatto che Renga non si è ancora spostato di un millimetro dal sound del passato, quello che il pubblico ha amato e votato a Sanremo (proclamandolo vincitore nel 2005 con il brano “Angelo“) e che dopo due anni sperava potesse evolversi in qualcosa di più incisivo.
C’è da dire che “Cambio direzione” è già in parte una hit e che forse è prematuro fare generalizzazioni senza aver ascoltato le tracce di “Ferro e Cartone”, il nuovo album in uscita nei negozi dal prossimo 12 ottobre. Ma di certo Renga una direzione oggi l’ha già presa: scegliere di andare sul sicuro di fronte ad un pubblico più critico ed esigente, saturo delle solite banalità. A seguire, il video dell’esibizione di Renga a Festivalbar 2007 con il sopracitato brano. A voi l’ultimo giudizio.