Ghost, Meliora: la guida track-by-track scritta dalla band
Una guida traccia per traccia della genesi del nuovo disco, già entrato nella Top Ten Americana e al numero uno in Svezia
Approcciarsi ad un disco dei Ghost è sempre operazione complessa, grazie ai molti strati da cui è composto. Meliora è il terzo album della misteriosa band svedese, e per gettare luce sul lavoro potrebbe non bastare l’intervista con un Nameless Ghoul che abbiamo da poco pubblicato (cliccate sul link, nel caso l’abbiate persa!).
Ecco perchè la band stessa ha schiavizzato un altro Ghoul per scrivere una approfondita presentazione traccia-per-traccia di Meliora, una guida all’ascolto che è stata tradotta in Italiano da NeeCee Agency per il gruppo Facebook di Ghost Italia: eccone il risultato.
SPIRIT
L’idea che ha guidato quest’album è stata, fin dal primo momento in cui abbiamo iniziato a scriverlo, di realizzare un disco dal suono “futuristico / pre-apocalittico”. Questa canzone – il primo materiale scritto per il disco – ricorda un horror in technicolor con il suo tema introduttivo quasi à la Ed Wood. Dal punto di vista lirico, va intesa come un viaggio allucinogeno nelle sfere di diavoli e demoni, guidato dalla musa verde. Pensate al 1929, poco prima del crollo della borsa di New York: il cielo notturno della città sotto i proiettori. Un ufficio dentro l’Empire State Building. Un pezzo grosso che sorseggia assenzio prima di saltare giù dal ponte. Affronta per primo l’inferno.
FROM THE PINNACLE TO THE PIT
Abbiamo sempre avuto un forte desiderio di scrivere una canzone basata su riff veramente sincopati, in stile Led Zeppelin. Qualcosa che suonerebbe grandioso se uscisse da un’autoradio di una vettura ferma in un parcheggio di un liceo americano. Dal punto di vista lirico si rifà ai classici racconti di Icaro e Lucifero per mettere in luce come le anime più ambiziose fondamentalmente, stando alle credenze popolari, fronteggino la caduta.
CIRICE
Inizialmente questa canzone avrebbe dovuto essere un brano completamente doom, con una parte introduttiva persino più lunga (vedi “DEVIL CHURCH”). Poiché avevamo già scritto altre canzoni con cori così grandiosi abbiamo pensato che avrebbe potuto essere un pezzo in cui l’abbiamo lasciato fuori intenzionalmente… Ma durante una pausa caffè il coro è venuto fuori dal nulla e abbiamo fallito nel tentativo di realizzare un brano doom senza cori, finendo per fare una specie di ballad heavy power. Dal punto di vista lirico è una simulazione del rapporto tra l’autorità religiosa (una chiesa o una setta) e la singola persona, che non può comprendere la pura manipolazione.
Il tutto è travestito da canzone d’amore.
SPÖKSONAT
All’inizio della pre-produzione ci è stato chiaro che avessimo bisogno di una specie di interludio tra canzoni molto intense, quindi siamo partiti dal tema portante di un’altra canzone che non è su questo album (del resto, spesso lasciamo per il futuro dei brani). Così la prima metà di questa canzone è un piccolo pezzo – come un ragno che si arrampica – di una canzone chiamata “RATS”, che potrete ascoltare entro un paio di anni.
HE IS
Questa è la canzone più vecchia del disco, scritta circa otto anni fa (nel 2007) e originariamente non pensata per i Ghost. Siamo sempre stati orgogliosi della nostra audacia e della capacità di pensare fuori dagli schemi quando si tratta di decidere come le nostre canzoni debbano suonare, ma questa sembrava un po’ troppo lontana dai nostri canoni e poco adatta. Tuttavia, dopo una serata di bagordi in compagnia di amici (altri musicisti della band svedese In Solitude e degli olandesi The Devil’s Blood) nel 2010, in cui ognuno di noi ha fatto ascoltare i propri demo agli altri, abbiamo sentito anche il demo grezzo di questa canzone, originariamente intitolato “Lei è” (in italiano, ndr). Selim dei The Devil’s Blod ha insistito sul fatto che la canzone dovesse essere registrata come una canzone a nome Ghost e abbiamo dovuto cambiare idea. E lo abbiamo fatto, con un piccolo aiuto dai nostri amici. Abbiamo provato a fare una demo per “Infestissumam”, ma non ci siamo sentiti a nostro agio con essa, e abbiamo deciso di metterla da parte e farne un uso migliore in futuro. Purtroppo, il nostro amico Selim si suicidò qualche anno più tardi, ma ci ha ispirato ancora di più nel realizzare la canzone per questo album. Dal punto di vista lirico si tratta di una canzone d’amore in stile Romeo e Giulietta in cui uno degli amanti guida entrambi oltre il limite, nella convinzione che non esiste un posto bello da qualche altra parte, dove il loro amore possa prosperare senza la minaccia del mondo esterno. È una canzone che parla di fede e devozione.
Dedicata a Selim Lemouchi (1980-2014)
MUMMY DUST
L’idea di questa canzone risale ai tempi delle registrazioni di “Opus Eponymous”, ma non ne eravamo del tutto convinti quindi la lasciammo da parte per un momento migliore. Quando il tema per questo album è venuto fuori un paio di anni fa, e dopo avere aggiunto qualche elemento più vicino al “cielo notturno urbano”, ha avuto perfettamente senso riprovarci per questo disco. Dal punto di vista lirico parla del solo dio in cui crede (e che venera) la persona moderna: Mammona. Cercatelo su Google.
MAJESTY
Un po’ come “FROM THE PINNACLE TO THE PIT”, questa era una canzone basata su un riff vero e proprio, anziché avere dei riff costruiti intorno alla base di una canzone guidata dalla voce (il che capita spesso nel songwriting dei Ghost). Dal punto di vista lirico da un lato è un inno al signore oscuro degli inferi. D’altro lato dipinge uno scenario di uno sciame di persone che, in un mondo completamente disastrato, idolatra un’autorità che chiaramente guarda verso il basso, su di essi. Un po’ come quando ami qualcuno che invece ti odia.
DEVIL CHURCH
Questo breve brano strumentale è stato originariamente scritto come prima parte di “CIRICE,” ma poiché la canzone è venuta fuori più lunga (e migliore) abbiamo deciso di separare le due tracce. In questo modo “DEVIL CHURCH” non sarebbe stata considerata come un di più di una canzone ma sarebbe rimasto un pezzo di musica a sé stante.
ABSOLUTION
Un’altra canzone basata su un riff e anche la terza canzone del disco con un chorus da cinque battute, anziché le quattro convenzionali, il che è stato una sorta di tema nel disco. Aggiungendo una linea vocale facilmente comprensibile, abbiamo complicato le cose più un profondità, cosa che ci è sempre piaciuto fare. Dal punto di vista lirico è il lamento della donna o dell’uomo moderni che passano la propria vita a pensare di possedere un qualcosa in più che li renda migliori degli altri, al di sopra di ogni responsabilità per il benessere del resto del mondo.
DEUS IN ABSENTIA
Primariamente la struttura base di questa canzone è stata scritta con un piano nel backstage del Grand Sierra Resort di Reno, Nevada durante il nostro tour con Mastodon e Opeth. Il riff di chitarra in qualche modo scarno deriva dal fatto che è stato scritto sulla tastiera, il che solitamente significa per un chitarrista che si deve penetrare la canzone da una diversa angolatura rispetto al modo in cui la suonerebbe se fosse stata scritta con il suo strumento principale. Dal punto di vista lirico questa canzone parla di dove si trova la persona ambiziosa al momento di morire. O forse uno di quei bivi nella vita in cui senti di essere vicino alla fine. Come quando Satana parla con Gesù nel giardino dei Getsemani, con l’ascoltatore parla qualcuno vicino…